Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  gennaio 02 Venerdì calendario

L’insediamento alla Casa Bianca è molto più duro del previsto per il presidente eletto, Barack Obama

L’insediamento alla Casa Bianca è molto più duro del previsto per il presidente eletto, Barack Obama. Di ritorno dalle Hawaii la famiglia presidenziale dovrà trasferirsi in un hotel della capitale prima di prendere possesso della residenza in Pennsylvania Avenue. Il presidente eletto aveva infatti chiesto l’autorizzazione di usare in attesa dell’investitura la Blair House, la casa ufficiale degli ospiti della Casa Bianca, che però gli è stata negata da Bush per «impegni precedenti», che vedrebbero prenotata la dependance in calendario fino al 15 gennaio prossimo. A questo punto tra gli alloggi potenziali per la futura prima famiglia il più accreditato è l’Hay-Adams Hotel, di fronte alla Casa Bianca. E’ uno storico albergo della capitale su Lafayette Square, il cui nome viene da John Hay, assistente privato di Abramo Lincoln, e da Henry Adams, discendente del presidente John Adams, che possedevano due ville adiacenti nel territorio occupato oggi da questo’ un edificio storico di Washington la cui suite presidenziale costa cinque mila dollari. Tanti gli ospiti illustri, tra cui Charles Lindberg e Amelia Earhart. Nel 1992 vi soggiornò anche Bill Clinton prima della sua entrata alla Casa Bianca, snobbando la Blair House che gli era stata offerta da George H.W. Bush, padre dell’attuale presidente uscente. Ma c’è chi dice che la scelta della famiglia di Obama potrebbe ricadere invece su altri hotel, magari quelli che vantano il miglior ristorante italiano. Dopo aver salutato l’anno nuovo a Kailua con amici, Obama ha concluso i suoi dodici giorni di vacanze alle Hawaii per rientrare a Chicago. Lo spostamento a Washington nel corso del fine settimana si é reso necessario per permettere alle figlie Sasha e Malia di cominciare già lunedì le lezioni nella nuova scuola, Sidwell Friends, la stessa frequentata a suo tempo da Chelsea Clinton. Gli Obama si trasferiranno a Blair House solo il 15 gennaio prossimo e il 20 gennaio dormiranno per la prima volta alla Casa Bianca, dopo la cerimonia dell’investitura del nuovo presidente. Se è vero che papà Obama ha deciso questa strada per consentire alle figlie Sasha e Malia di cominciare le lezioni nella nuova scuola, la Sidwell Friends, lo stesso giorno dei compagni di classe, non sono solo famigliari i motivi che hanno spinto il presidente eletto ad alloggiare in hotel fino al 15 gennaio. Obama intende infatti mettersi al più presto al lavoro sul piano di incentivi economici che dovrebbe favorire la ripresa del Paese e che, stando alle previsioni della vigilia, potrebbe arrivare a costare 775 miliardi di dollari, che si andrebbero ad aggiungere a quelli già stanziati per il Tarp, il piano anticrisi da 700 miliardi di dollari varato dall’amministrazione Bush. Il presidente eletto, mentre il Congresso avrà riaperto i lavori, dovrebbe incontrare lunedì prossimo il presidente della Camera Nancy Pelosi, appunto per discutere del piano di soccorso con l’intenzione di sottoporlo al Congresso per il dibattito ancora prima del giuramento, in modo che possa essere mandato al presidente per la firma immediatamente dopo il 20 gennaio prossimo, se non addirittura il giorno stesso dell’insediamento del nuovo capo degli Stati Uniti. Tra festeggiamenti e botti intanto Bill Clinton rispunta come un sottomarino per la possibile candidatura a senatore dello Stato di New York resa vacante da sua moglie: il nome dell’ex presidente è tornato a circolare tra i potenziali successori di Hillary, ma solo come possibile «scalda poltrona» fino al 2010 nel caso in cui il governatore David Paterson non riesca a decidere se nominare, al posto reso vacante dalla ex First Lady diventata segretario di Stato, Caroline Kennedy o il suo rivale Andrew Cuomo. Secondo fonti democratiche citate dalla Cbs, «si potrebbe trovare una persona influente che voglia servire New York per due anni ma non ripresentarsi alla scadenza del mandato». Lo scenario di un mandato ad interim per il seggio del Senato a New York ha acquistato concretezza quando la candidatura di Caroline Kennedy ha perso smalto dopo una serie di sfortunate interviste con giornali newyorchesi.