varie, 29 dicembre 2008
OBAMA per Giorgio (P.S. le foto le ho date a francesco tempo fa). *** PEZZO GRANDE *** Martedì 20 gennaio Barak Hussein Obama diventerà il 44esimo presidente degli Stati Uniti
OBAMA per Giorgio (P.S. le foto le ho date a francesco tempo fa). *** PEZZO GRANDE *** Martedì 20 gennaio Barak Hussein Obama diventerà il 44esimo presidente degli Stati Uniti. E gli americani, che da sempre, ogni quattro anni, fanno follie per assistere al momento in cui l’uomo più potente del mondo assume la carica in un tripudio di parate, fuochi d’artificio e feste da ballo, stavolta sono in preda a un vero delirio. «L’insediamento di quest’anno ha la stoffa della Storia», spiega Paolo Valentino, corrispondente da Washington del Corriere della Sera. «Il primo afro-americano a giurare nelle mani del capo della Corte Suprema, la prima ”first family” nera a trasferirsi alla Casa Bianca. Il tema scelto per l’Inauguration 2009 rende bene il suo carattere eccezionale: ”Un nuova nascita della libertà”. E sarà una donna, altra prima storica, a guidare il comitato per le celebrazioni: la senatrice democratica della California, Dianne Feinstein». Così, già due mesi prima dell’evento, su Internet è cominciata la caccia ai biglietti, che in teoria dovrebbero essere distribuiti gratis da deputati e senatori e invece sono in vendita a cifre stratosferiche: fino a 20 mila dollari per un solo cartoncino d’invito che consente di assistere al giuramento sulla scalinata del Campidoglio a Washington, al breve discorso inaugurale e alla parata di un paio di chilometri lungo Pennsylvania Avenue fino alla Casa Bianca. «Ma sappiamo che c’è addirittura chi si è detto disposto a sborsare 40 mila dollari», ha detto Dianne Feinstein. «Tutto ciò è scandaloso, snatura quello che dovrebbe essere lo spirito dell’Inauguration Day». La cosa incredibile non è tanto la cifra spesa per biglietti gratuiti, quanto il fatto che gli ambìti tagliandi (per ora ne sono stati stampati 240 mila), fino a metà gennaio resteranno chiusi nella cassaforte del Joint Congressional Committee on Inaugural Ceremonies, il Comitato che si occupa della cerimonia. Solo allora saranno distribuiti ai deputati e ai senatori del Parlamento e allo staff del nuovo presidente. Perciò i bagarini stanno vendendo online, a caro prezzo, il nulla. Magari hanno conoscenze che contano e al momento buono tireranno fuori il biglietto, ma di certo l’acquisto è incauto tanto che Carole Floreman, del comitato organizzatore, avverte: «Non date retta a chi vende ticket online. I 240mila biglietti saranno distribuiti al Congresso solo qualche giorno prima della cerimonia per evitare spiacevoli aste. Nessuno vuole vedere i biglietti finire su Ebay, sarebbe contrario allo spirito della cerimonia pubblica». E invece su Ebay ci sono finiti lo stesso, con base d’asta 10 mila dollari. D’altra parte, però, ottenere il l’invito chiedendolo a un senatore o a un deputato è impresa davvero ardua. Negli ultimi giorni, tanto per fare un esempio, l’ufficio del deputato democratico Bobby Rush ha ricevuto circa 1.500 telefonate di elettori. Tutte con la stessa richiesta: un biglietto per la cerimonia del 20 gennaio. «E’ un delirio. Mai vista una tale ressa», commenta la segretaria Sharon Jenkins. «Le chiamate sono cominciate la mattina stessa di mercoledì, poche ore dopo che Obama è stato eletto». E al numero del deputato Eleanor Holmes Norton c’è da settimane una risposta automatica: «Siamo spiacenti ma i biglietti per l’Inaugurazione non sono più disponibili». I più felici dell’Obama-mania sono gli albergatori di Washington e dintorni, che hanno dichiarato il ”tutto esaurito” nonostante i prezzi esorbitanti delle camere (oltre i duemila dollari a notte), e pure alcuni residenti, che affittano le loro case per cifre astronomiche. La tradizione vuole che la cerimonia inaugurale si svolga all’aperto, con temperature che spesso scendono sotto allo zero. Soltanto Ronald Reagan fu costretto, nel 1985, a riparare dentro al Congresso per via della pioggia (e la parata fu cancellata): se un caso del genere dovesse ripetersi, la caccia al biglietto sarebbe stata vana. Sempre secondo tradizione, a mezzogiorno (le 18 in Italia), il nuovo presidente degli Stati Uniti e il suo vicepresidente giureranno sulla scalinata del Campidoglio nelle mani del presidente della Corte suprema, in questo caso John G. Roberts Jr. Questa la formula del giuramento, la stessa dai tempi di George Washington, che la pronunciò il 30 aprile del 1789 nella Federal Hall di New York: «I do solemnly swear (or affirm) that I will faithfully execute the office of President of the United States, and will to the best of my ability, preserve, protect and defend the Constitution of the United States» (Giuro solennemente di eseguire fedelmente i compiti di Presidente degli Stati Uniti, e di fare tutto quanto mi è possibile per salvaguardare, proteggere e difendere la Costituzione). Dopo il giuramento, il Presidente farà un discorso inaugurale e poi pranzerà con la moglie Michelle nella Statuary Hall del Campidoglio. Nel primo pomeriggio, poi, Obama e consorte guideranno la parata che si snoderà lungo la Pennsylvania Avenue, per un paio di chilometri, dal Campidoglio alla Casa Bianca. «Carter si fece tutta la strada a piedi», racconta Paolo Valentino, «ma i tempi sono cambiati e ormai, per ragioni di sicurezza, i presidenti preferiscono usare la limousine, fermandosi di tanto in tanto per stringere qualche mano». Quando la nuova coppia presidenziale giungerà alla Casa Bianca, ci sarà il vero cambio della guardia: il saluto a Bush e alla moglie Laura che, tempo permettendo, lasceranno la residenza in elicottero. Visto che il giramento di Obama, secondo le previsioni, potrebbe battere il record di Lyndon Johnson (1,2 milioni di persone venute per assistere al suo insediamento, nel 1965), gli organizzatori, per non scontentare nessuno, hanno deciso di piazzare dei maxischermi lungo tutto il perimetro del parco National Mall. E chi non riuscirà a procurarsi un biglietto per assistere dal vivo, potrà riconsolarsi sapendo d’essere in buona compagnia: nel 1993, tra gli snobbati dell’ Inauguration Day di Clinton (che fece ammassare nel National Mall 800 mila persone), ci furono Kim Basinger e Robert De Niro, Richard Gere con la moglie Cindy Crawford (avevano prenotato una camera d’ albergo a Washington con settimane di anticipo, sicuri di essere invitati, ma all’ultimo momento dovettero disdire) e persino l’attrice Ali McGraw mobilitò invano le sue conoscenze nel Partito democratico per procurarsi il cartoncino di invito. Oltretutto per rifarsi dello smacco diurno c’è a disposizione una notte intera, tutta dedicata agli ”inaugural ball”. «Il presidente americano, di solito, si presenta a sorpresa in una o più feste a sua scelta», dice Paolo Valentino. «Ma per essere quasi certi di incontrare Obama quest’anno bisogna procurarsi un biglietto per il ballo alle Hawaii, sua terra natale, o per quello dell’Illinois, sua terra adottiva. Gli inviti costano tra i 500 e i 1000 dollari, e il ricavato, in genere, va in beneficenza». Alcuni ticket sono ancora disponibili, ma il prezzo, rispetto alle cifre ufficiali, è lievitato: su Internet, Greatseats.com offre ingressi al ballo delle Hawai per 1.245 dollari, mentre il ballo dell’Illinois ne vale 2.249. E comunque chi c’è stato dice che gli ”inaugural ball” non sono un granché: ”Usa Today” parla di sale affollatissime con la musica a tutto volume dove la gente si pesta i piedi per prendere un goccio di champagne servito in bicchieri di plastica e per vedere da lontano – per pochi istanti e se tutto va bene – il nuovo presidente che danza con la consorte. Tanto per farsi un’idea, nel 1997 Bill Clinton e la moglie parteciparono a 14 balli inaugurali, restando in ogni sala appena una decina di minuti. Quanto al look, pare che la gente si presenti agli ”inaugural ball” indossando di tutto, dalle mise più raffinate agli abiti più cafoni. D’altronde resta memorabile il ballo organizzato nel 2001 per Bush dai texani, dove l’abbigliamento di rigore, per gli uomini, era lo smoking con gli stivali a punta e il cappello da cow-boy. ***