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 2008  dicembre 29 Lunedì calendario

Sono dieci i principali candidati alla presidenza del Consiglio che si sfideranno alle elezioni politiche del 13 e 14 aprile

Sono dieci i principali candidati alla presidenza del Consiglio che si sfideranno alle elezioni politiche del 13 e 14 aprile. Da destra verso sinistra: Daniela Santanché (La Destra), Giuliano Ferrara (Lista per la vita), Silvio Berlusconi (PdL/Lega/Mpa), Pierferdinando Casini (Udc/Rosa Bianca), Clemente Mastella (Udeur), Walter Veltroni (Pd/Idv), Enrico Boselli (Psi), Fausto Bertinotti (la Sinistra l’Arcobaleno), Marco Ferrando (Pc dei Lav.), Flavia D’Angeli (Sinistra critica). Il numero così alto di liste è causato – a sinistra – dal fallimento del grande listone che aveva portato l’Unione al governo nel 2006 (circa 20 partiti) e – a destra – dalla rottura dell’Udc e de La Destra con Silvio Berlusconi dopo la nascita del Pdl (novembre 2007). Una volta caduto Prodi, la parte radicale dell’Unione (Rifondazione, Verdi, Comunisti Italiani, Sinistra Democratica) ha dato vita al cartello elettorale de la Sinistra-l’Arcobaleno, il Pd (nato nell’ottobre del 2007) ha accettato l’apparentamento con l’Italia dei valori di Antonio Di Pietro mentre lo ha rifiutato ai Radicali (che si sono presentati sciolti nelle liste del Pd) e ai Socialisti di Enrico Boselli (che hanno corso da soli). Dall’altra parte l’Udc di Pierferdinando Casini non ha voluto sciogliersi nel Pdl con FI e An ed è andata a formare l’Unione di Centro con la neonata Rosa Bianca di Bruno Tabacci e Savino Pezzotta. Silvio Berlusconi ha voluto l’ap­parenta­mento del PdL con la Lega di Umberto Bossi e il Movimento per le autonomie di Raffaele Lombardo mentre lo ha rifiutato a Clemente Mastella (veto di Gianfranco Fini) e a Giuliano Ferrara. In An già da tempo c’era stata la rottura di Francesco Storace con Fini e la nascita de La Destra (luglio 2007) e in occasione delle elezioni di aprile ha raggiunto un accordo con la Fiamma Tricolore candidando premier Daniela Santanché (lei e Flavia D’Angeli sono le prime donne in Italia a correre per la presidenza del Consiglio). Secondo la legge elettorale in vigore, alla Camera entrano solo le liste che superano il 4% su scala nazionale mentre per il Senato occorre l’8% su scala regionale.