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 2008  dicembre 29 Lunedì calendario

Non solo Berlusconi. La vicenda giudiziaria che ha investito la famiglia Mastella ha riaperto la discussione sui rapporti tra politica e magistratura

Non solo Berlusconi. La vicenda giudiziaria che ha investito la famiglia Mastella ha riaperto la discussione sui rapporti tra politica e magistratura. Silvio Berlusconi, il politico italiano con più processi intentati nella storia (ma nessuna condanna definitiva), accusa da sempre la magistratura di un uso politicizzato dei propri poteri e ne chiede una radicale riforma che preveda, tra l’altro, la separazione delle carriere. Nella realtà anche il centro-sinistra, che ha sempre difeso i magistrati dagli attacchi berlusconiani, vedrebbe di buon occhio la riforma, anche alla luce di alcune vicende giudiziarie che hanno visto coinvolti suoi esponenti (basta ricordare lo scontro tra D’Alema-Fassino-Latorre e Clementina Forleo per l’indagine su Unipol/Bnl). Giuliano Ferrara, all’indomani della caduta del governo Prodi, scrisse che era stata proprio la magistratura la principale responsabile e che quindi il problema riguardava tutte le forze politiche, non solo Berlusconi: «Cari amici del centrosinistra, potete far finta di niente, ma è così. Ciò che noi foglianti diciamo e ridiciamo da oltre 15 anni, che la magistratura fa politica, che i media le tengono corrivamente bordone, che in nessun paese del mondo, quale che sia il suo tasso di corruttela o di cattivo gusto istituzionale e politico, si fa così, bè, quello che vi diciamo e ridiciamo da anni è semplicemente vero». Una volta tornato al governo, Berlusconi ha insistito con Angelino Alfano per persuaderlo ad accettare il ministero della Giustizia. Alfano non voleva, ma il Cavaliere lo considerava sufficientemente duttile per varare le leggi che aveva in mente.