Annuario Panorama 2008, 29 dicembre 2008
Il 2 dicembre si svolgono in Russia le elezioni parlamentari (Camera Bassa) e il partito di Vladimir Putin, Russia Unita, ottiene il 64% dei voti, mentre il partito gemello, Russia Giusta, raggiunge l’8% dei consensi
Il 2 dicembre si svolgono in Russia le elezioni parlamentari (Camera Bassa) e il partito di Vladimir Putin, Russia Unita, ottiene il 64% dei voti, mentre il partito gemello, Russia Giusta, raggiunge l’8% dei consensi. Alta affluenza (62%) e forti polemiche su presunti brogli a favore del partito del presidente. Le elezioni vengono controllate da 450mila poliziotti agli ordini dei servizi segreti, che sono tutti dalla parte di Putin, ex uomo del Kgb. Il presidente si presenta come capolista di Russia Unita, risultando un caso unico nella storia: un capo dello Stato in carica che viene eletto deputato. Questo perché il suo mandato presidenziale è in scadenza, è già stato eletto due volte (2000 e 2004) e la Costituzione russa vieta tre elezioni consecutive. Nei mesi precedenti Putin non ha voluto, o forse non ha potuto, cambiare la Costituzione, ma niente gli vieta adesso di candidarsi come deputato. Sono subito chiare le sue intenzioni: far eleggere alle presidenziali di marzo un uomo di fiducia e farsi poi nominare primo ministro. In questo modo potrà continuare a controllare la vita politica del Paese. Potrebbe anche accadere che dopo, qualche mese, il presidente fantoccio dichiari di non star bene in salute e presenti le dimissioni... A quel punto Putin potrebbe essere rieletto presidente: la legge vieta i tre mandati consecutivi, ma non dice nulla sui tre mandati non consecutivi. Subito dopo il voto, lo zar russo indica Dmitrij Medvedev come suo successore, sorprendendo gli osservatori internazionali, che si sarebbero aspettati un candidato più scialbo, più adatto al ruolo di marionetta. Medvedev è infatti presidente di Gazprom, azienda di Stato prima al mondo per l’estrazione del gas e seconda per il controllo del petrolio. Un’analisi più attenta mostra però che il prescelto non ha alle spalle nessun gruppo in particolare e ha sempre intrattenuto col capo un rapporto simile a quello di un figlio col padre. Medvedev è un personaggio molto diverso da Putin: un giurista, di famiglia intellettuale, l’unico tra i potenti del regime che non ha fatto la spia. Come previsto, il 2 marzo Medvedev viene eletto presidente, ottenendo un ampio consenso: il 69% dei voti. Si insedia il 7 maggio e il suo primo atto ufficiale è proprio quello previsto: nominare Putin presidente del Consiglio.