Financial Times, 29 dicembre 2008, 29 dicembre 2008
A sentire i banchieri suoi colleghi, Takumi Shibata, il capo della banca d’investimento giapponese Nomura, uscirà tutt’altro che vittorioso dall’anno della crisi
A sentire i banchieri suoi colleghi, Takumi Shibata, il capo della banca d’investimento giapponese Nomura, uscirà tutt’altro che vittorioso dall’anno della crisi. L’acquisizione delle attività europee e asiatiche di Lehman Brothers, sostengono in tanti, è stata un’operazione scriteriata che rischia di portare Nomura al tracollo. Per l’acquisizione delle attività europee di Lehman, Shibata ha speso solo 2 dollari, per quelle asiatiche 285 milioni. Ma la banca si è dovuta accollare anche gli stipendi e i bonus di 5.000 dipendenti Lehman, garantendo che le condizioni economiche per tutti loro resteranno per due anni ai livelli del 2007, oggi insostenibili. Nei conti di Nomura – che già sono scossi dalla crisi finanziaria – gli asset Lehman aggiungono 2 miliardi di dollari di nuovi costi. E non si sa se l’attività di banca d’investimento che faceva Lehman tornerà mai davvero ai livelli di redditività degli anni passati. Anche se così fosse, aggiungono i banchieri, una volta che il loro lavoro garantirà il successo quei dipendenti avranno voglia di tornare con una banca di Wall Street, più vicina al loro mondo. Mentre i lavoratori giapponesi di Nomura oggi guardano con invidia gli stipendi altissimi dei nuovi colleghi arrivati da una banca fallita.