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 2009  gennaio 01 Giovedì calendario

Più soldi e più disoccupati Sorpresa: nel 2009 le retribuzioni degli italiani cresceranno. Del 2,8 per cento, meno che nel 2008 (più 4) ma oltre un punto più dell’inflazione

Più soldi e più disoccupati Sorpresa: nel 2009 le retribuzioni degli italiani cresceranno. Del 2,8 per cento, meno che nel 2008 (più 4) ma oltre un punto più dell’inflazione. Previsione dell’ultimo rapporto Confindustria, del 16 dicembre 2008. Il problema è che aumenteranno ben di più i disoccupati: a giugno 2009 i posti di lavoro persi toccheranno quota 600 mila. L’indice di disoccupazione balzerà all’8,4 per cento, record dal 2003; e non basterà il recupero di 100 mila posti previsto a fine anno a riequilibrare. I consumi potrebbero ridursi anche dell’1,4 per cento. E questo, fra le poche buone notizie, farà aumentare i risparmi delle famiglie: dall’11,3 al 13 per cento del reddito. Sommato al risparmio per il calo del petrolio (24 miliardi in totale, 866 euro a famiglia) e a quello per la discesa dei tassi dei mutui (l’Euribor toccherà l’1,9 per cento a fine 2009), stimato in 2 mila euro a famiglia, avremo un aumento del reddito disponibile dello 0,5 per cento nel 2009 e dell’1,4 per cento nel 2010. Una grande occasione di rilancio, se i soldi torneranno in circolo. Ma qui il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, dopo 6 miliardi di aiuti a redditi bassi e imprese, dovrà scegliere se sostenere gli stipendi (come chiede il Pd) o l’occupazione. La seconda strada, oltre a essere più solidaristica, ha il vantaggio di gravare in modo elastico sui conti pubblici: altri 500 milioni si aggiungeranno ai 1.200 già previsti per gli ammortizzatori sociali. Cifre che non dovrebbero peggiorare sensibilmente il deficit e soprattutto il debito: il parametro a cui Tremonti guarda con più attenzione è piuttosto la differenza di rendimento (e quindi di costo) tra titoli di Stato italiani e tedeschi. Ha raggiunto i 140 punti base, il massimo dal 1997. Dunque il governo attingerà al massimo ai fondi europei, a cominciare da 16 miliardi per le opere pubbliche. Se azzeccherà le mosse giuste e farà tornare la fiducia in famiglie e imprese, avremo 2,6 punti di pil in più entro il 2010. Da una ripresina dello 0,7 per cento si passerebbe a un più 2,1: rivedremmo consumi e investimenti e 250 mila posti di lavoro.