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 2009  gennaio 01 Giovedì calendario

ANNA JANNELLO PER PANORAMA, 1 GENNAIO 2009

Francia Meglio bere acqua pubblica Francia Sempre più comuni riprendono il controllo della rete idrica, dal 1950 in mano a Veolia e Suez, leader mondiali del settore. Che hanno fatto megaprofitti.
Le hanno soprannominate «le tre sorelle». Dagli anni Cinquanta si spartiscono l’immenso mercato (90 miliardi di euro) della produzione, distribuzione e depurazione dell’acqua nei comuni francesi, ma non trascurano di fare affari oltre i confini, tanto da essere leader mondiali del settore. Veolia (ex Compagnie générale des eaux), Suez (ex Lyonnaise des eaux) e Saur detengono, insieme con una decina di piccole e medie imprese, quasi il monopolio dell’acqua potabile. Il 72 per cento dei francesi, quando apre il rubinetto, è servito da un’azienda privata. Agli operatori pubblici spetta solo la restante fetta del 28 per cento. Situazione destinata però a cambiare. E sono più di 50 i comuni che dal 2000 hanno già rimunicipalizzato la gestione dell’acqua. Lo scorso 24 novembre è toccato a una determinata signora, Anne Le Strat, assessore con delega sull’acqua, annunciare che il consiglio comunale di Parigi aveva optato per il completo ritorno in mani pubbliche dell’Eau de Paris, società finora mista. Nel 1984 il sindaco Jacques Chirac aveva ceduto la distribuzione dell’acqua municipale a Veolia (per la Riva destra) e Suez (per la Riva sinistra); i loro contratti in scadenza il 31 dicembre 2009 non sono stati rinnovati. «L’acqua non è una merce come un’altra. Riportare la distribuzione al comune farà risparmiare almeno 30 milioni di euro all’anno» ha dichiarato Anne Le Strat. Questa cifra coinciderebbe in gran parte con il margine di profitto dei distributori. Bertrand Delanoë, sindaco socialista della capitale, ha mantenuto le promesse elettorali. Ma la «battaglia dell’acqua» non è appannaggio delle giunte di sinistra. A Bordeaux il gollista Chaban Delmas, sindaco dal 1947 al 1995, aveva consegnato la gestione delle risorse idriche cittadine al gruppo Suez. Secondo l’associazione di consumatori Transcub, la società ha ricavato, negli anni, profitti per 233 milioni di euro. Nel novembre 2006, dopo un aspro scontro con il consiglio comunale (l’attuale sindaco è Alain Juppé, dell’Ump), la Suez ha accettato di rendere la somma alla collettività sotto forma d’investimenti sulla rete idrica e di sottoscrivere una sessantina di clausole che vincolano la sua attività.La Grande Lione (presieduta dal socialista Gérard Collomb) ha costretto nel 2007 Veolia e Suez ad abbassare del 16 per cento il prezzo dell’acqua dopo che un’inchiesta di Que choisir?, mensile dell’Unione federale dei consumatori, aveva stimato un margine di profitto del 42,3 per cento delle due società. A Tolosa la giunta socialista ha deciso di rinegoziare il contratto del 1990 con la Veolia. L’associazione Eau secours 31 ha dimostrato che i cittadini hanno rimborsato con oltre 266 milioni di euro un prestito di 66,7 milioni concesso allora da Veolia alla città. «La durata dei contratti (20, 25, anche 30 anni) favorisce gli abusi da posizione dominante della concessionaria, aggravata dalla mancanza di concorrenza» scrive Marc Laimé, esperto del problema acqua, nel saggio in cui consiglia i comuni su come preparare il ritorno alla gestione diretta della primaria risorsa.