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 2008  dicembre 28 Domenica calendario

Il 28 dicembre 2008 questo lettore ha mandato al mio indirizzo di Gazzetta una seconda e-mail, che archivio: Egregio dott

Il 28 dicembre 2008 questo lettore ha mandato al mio indirizzo di Gazzetta una seconda e-mail, che archivio: Egregio dott. Dell’Arti, sempre riguardo al "Caso Parmalat" che Lei ha seguito con puntiglio nei mesi scorsi, la informo che lo scorso 24.12.2008 sono scaduti i termini di prescrizione. Cioè: sono trascorsi 5 anni dall’inizio della crisi aziendale. E’ una data importantissima perchè dal 24.12.08 non sarà più possibile attaccare Nuova Parmalat da parte di coloro che hanno subìto danni dalla crisi (non lo definirei crack, come erroneamente riportato dai media, perchè dal punto di vista tecnico non c’è stato alcun fallimento, e gli unici ad aver fatto crack sono stati i risparmiatori...) Mi spiego meglio. Gli obbligazionisti hanno avuto risarcimento da Nuova Parmalat attraverso il concombio in azioni. Anche se la percentuale di di risarcimento è stata limitata, dal punto di vista giuridico i bondholder non hanno nulla da pretendere nei confronti di Nuova Parmalat. Diverso è il discorso degli azionisti di Parmalat Finanziaria (cioè la vecchia Parmalat). Questi soggetti hanno subito un danno pari al 100% del loro investimento, visto che le azioni Vecchia Parmalat non sono al momento negoziate in borsa. Secondo la Giustizia americana (class action pendente presso il tribunale di NY) Nuova Parmalat è direttamente responsabile degli eventi criminosi commessi dagli amministratori di Vecchia Parmalat, avendo ereditato (dicono i giudici Usa) il profilo di responsabilità in base a quanto stabilito dal concordato stesso. Ecco perchè Nuova Parmalat ha offerto 10,5 milioni di azioni in risaricmento alla class action (che è ancora in via di definizione). Per lo stesso motivo (profilo di responsabilità) alcuni azionisti di minoranza di Vecchia Parmalat pretendono risarcimento da Nuova Parmalat. Per questo alcuni hanno comunicato all’azienda la volontà di adire per vie legali, interrompendo di fatto i termini di prescrizione. C’è di più: secondo alcuni legali che seguono il caso dall’inizio, Parmalat Finanziaria (che non è affatto fallita, visto che è stata riportata in bonis dallo stesso concordato) Parmalat Fin farebbe parte con ogni diritto del "Gruppo Parmalat" e quindi gli azionisti di minoranza di detta società (Parfin) possono vantare ampie pretese di far parte del capitale (cioè: dsporre di azioni della Nuova società). Adesso però sorge un problema: la Nuova Parmalat ha abilmente manovrato la vicenda (anche dal punto di vista mediatico) ottenendo questi effetti: 1. Chi partecipa alla class action Usa si impegna a non attaccare Nuova Parmalat in nessun modo in nessun Paese del mondo (veda il regolamento specifico su www.parmalatsettlement.com , cioè il sito ufficiale sul quale il tribunale di NY pubblica tutti gli atti del contenzioso) 2. Gli azionisti che non hanno interrotto i termini di prescrizione entro il 24.12.08 a questo punto non potrò più avere pretese su Nuova Parmalat. In questo modo Nuova Parmalat ha abilmente "tagliato fuori" la stragrande maggioranza degli azionisti di Vecchia Parmalat che dovranno "accontentarsi" dei proventi che arriveranno dalla class action Usa, dalla costituzione in parte civile nei pocessi penali (ma il primo verdetto di Milano è negativo...) e dalle singole cause civili che gli azionisti potranno promuovere nei confronti dei soggetti che in sede penale hanno chiesto patteggiamento, ammettendo dunque la responsabilità piena. In ogni caso quindi ne usciranno con qualcosa in tasca. La cosa importante è che Nuova Parmlaat non dovrà far fronte lei stessa. Le abiliti manovre di Nuova Parmalat hanno quindi tagliato fuori - presumbilmente - i piccoli risparmiatori azionisti che non avevano contatti con primari studi legali, nè una conoscenza approfondita della vicenda. Diverso è il caso verso i (secondo mie informazioni: non molti) azionisti che, supportati da avvocati esperti del caso e del diritto societario, pretendono a questo punto di rientrare nel capitale di Nuova Parmalat. E’ da sottolineare il fatto che il commissario straordinario Bondi ha raccolto 1,9 miliardi (!!) di risarcimento in nome e per conto di Parmalat Finanziaria (in quanto commissario di nomina governativa), una somma che è palesemente attribuibile agli azionisti di minoranza della vecchia società, vittime della crisi del 2003. Facile che i vecchi azionisti diranno alla Nuova società: "Okay, noi non mettiamo le mani sul tesoro-risarcimento, anche se potrebbe essere nostro, ma se voi tenete il risarcimento nlla vostra cassa, noi vogliano far parte della società a pieno titolo, come gli altri azionisti di Nuova Parmalat." Dovrebbe essere un argomento abbastanza convincente, anche perchè - essend pochi gli azionisti Parfin sul campo - la transazione non sarà presumibilmente molto pesante per Nuova Parmalat. Quindi adesso che succederà? IL mercato sembra già saperlo, visto che al 23.12.08 Parmalat vale in borsa circa 1,9 miliardi di capitalizzazione, cioè SOLO la cassa di risarcimenti. E’ come se il mercato non attribuisse neanche un centesimo di valore al business, al marchio, ai cespiti aziendali, al mercato, agli assett internazionali, ect. Strano, vero? Oppure il mercato già sconta un aumento di capitale a vantaggio dei vecchi azionisti di Parmalat? Volendo fare un pò di fanta-finanzia, c’è anche da conoscere il destino che avrà la quota del 51% di Vecchia Parmalat che fa capo a Coloniale, cioè a...Tanzi. Mi risulta che queste azioni siano sotto sequestro, ma in futuro che fine faranno? Suoi colleghi di fama (cfr. Ettore Livini di Repubblica...) continano a scrivere come una litania che "gli azionisti di Parmalat non rivedranno un centesimo." La domanda è: sarà vero? Oppure gli azionisti di Vecchia Parmalat, che adesso hanno il coltello dalla parte del manico, rischiano di aver fatto l’affare della vita avendo investito in azioni della società di Tanzi??? Per ulteriori dettagli su questi aspetti della vicenda può contattare l’avv. Gabriella Napoli di Roma, che sta assistendo un gruppo di azionisti di Vecchia Parmalat che fanno capo al Cripap (Comitato risparmiatori azionisti Parmalat) www.cripap.org Il contatto telefonico è 06-80690601 e-mail: avvg.napoli@virgilio.it Come vede, il "caso Parmalat" rischia di finire in modo diverso da come si è scritto per mesi e anni... E l’evolversi del "caso Parmalat" avrà - presumo - ripercussioni pure sul "caso Alitalia", perchè penso che anche il quel caso gli azionisti di minoranza potranno rivalersi sulla società che "eredita" l’attività. Buon Lavoro e cordiali saluti Dott. Carlo Giulietti 335 609 66 55