corriere.it 24/12/2008, 24 dicembre 2008
Vladimir Luxuria ha raccontato al mensile Ok Salute di quando si fece l’operazione per avere il seno: «Un passo decisivo sulla strada che stavo percorrendo da una vita intera: riappropriarmi del genere a cui da sempre so di appartenere
Vladimir Luxuria ha raccontato al mensile Ok Salute di quando si fece l’operazione per avere il seno: «Un passo decisivo sulla strada che stavo percorrendo da una vita intera: riappropriarmi del genere a cui da sempre so di appartenere. Io lo chiamo un processo androginoide: sono nata uomo, ma dentro sono donna. Erano almeno cinque anni che ci pensavo. A bloccarmi, la paura per l’operazione e la consapevolezza che non sarebbe stato facile né immediato convivere con una parte del corpo nuova, appiccicata addosso. stata la mia amica Silvia, anche lei transgender, a convincermi. Ho preso fiducia. Ho cominciato la trafila di visite e accertamenti. Ho scelto una terza abbondante, che si armonizzasse con il mio metro e 80 di statura. Di esagerare non mi andava proprio. Quel seno lo volevo per piacere di più a me stessa, non per attirare gli sguardi degli uomini su una quinta gonfia e statica. Il dottore mi ha informata di tutti gli effetti collaterali possibili: che il silicone si indurisse e creasse l’effetto palloncino o che il corpo rigettasse le protesi. Ma ero decisa. Abbiamo optato per un tipo di silicone di ultima generazione, cosiddetto ruvido: si adattava meglio alla forma del mio petto, che per natura non era completamente piatto come spesso quello dei maschi. I giorni precedenti all’operazione mi turbinavano in testa timori, domande, dubbi: mi riconoscerò? Riuscirò a indossare vestiti scollati o mi vergognerò? La notte potrò dormire a pancia in giù? Per l’intervento ho approfittato delle vacanze pasquali, era l’aprile del 2007. Quando mi sono guardata allo specchio, anche con addosso una fasciatura stretta, ho saputo subito una cosa: quel seno era come se l’avessi sempre avuto. Ho passato due notti in clinica, con dolori atroci perché la pelle sotto cui erano state inserite le protesi tirava per adattarsi alle nuove mammelle. Tornata a casa, ho tenuto per un mese un reggiseno ortopedico. Ma ci è voluto un anno perché il seno risultasse davvero naturale. Poi è arrivata L’Isola dei famosi: in Honduras mi sono messa a nudo, in ogni senso». Non pensa di operarsi ai genitali: «A dirla con una battuta, ciascuno deve accettare i propri difetti».