Ettore Livini, la Repubblica 24/12/2008, pagina 4, 24 dicembre 2008
L´Alitalia che si prepara a rinascere sotto la bandiera della Cai è una compagnia aerea completamente diversa da quella che dodici mesi fa volava nei cieli italiani
L´Alitalia che si prepara a rinascere sotto la bandiera della Cai è una compagnia aerea completamente diversa da quella che dodici mesi fa volava nei cieli italiani. L´annus horribilis del 2008 ? dove si sono sommati l´incertezza societaria, il petrolio a 147 dollari al barile, la crisi del settore e due mesi da dimenticare sul fronte sindacale ? ha cambiato per sempre il volto della società. Dimezzandone non solo gli organici ma anche le rotte e, soprattutto, i passeggeri. A novembre 2007, per dare un´idea, 1,8 milioni di persone si erano imbarcate su un volo Alitalia. Quest´anno nello stesso periodo sono stati appena 846mila. Dodici mesi fa i posti a bordo degli aerei con la livrea tricolore erano pieni per il 70% circa. Oggi, malgrado le rotte siano state dimezzate, quasi la metà dei sedili (il 42%) è desolatamente vuota. Una situazione destinata a migliorare un po´ da inizio gennaio quando la Cai prenderà la cloche e riporterà i voli giornalieri (Air One compresa) a quota 550 ? l´obiettivo è arrivare a 700 nel breve termine ? dopo il minimo di 440 toccato il mese scorso, lontanissimo comunque dai mille operati nel gennaio 2008. Il primo colpo di forbice ai servizi è arrivato lo scorso marzo quando l´aeroporto di Malpensa è stato quasi cancellato dall´operativo Alitalia con la riduzione delle tratte da 1.238 a 300 circa la settimana. Ma è stato solo l´antipasto. La rottura con Air France e la lunga attesa della cordata italiana ha obbligato poi la compagnia a mettere in atto una lenta ma costante cura dimagrante al suo network per tamponare un´emorragia di perdite arrivata nei periodi più bui ai tre milioni di euro al giorno (solo nel primo semestre sarebbero stati bruciati oltre 400 milioni). Una terapia d´urto accelerata quando la compagnia è finita sotto le cure del commissario straordinario Augusto Fantozzi. La ciliegina sulla torta, il colpo di grazia alla fiducia dei viaggiatori italiani nella loro aerolinea di bandiera, è arrivato in autunno con le ultime agitazione sindacali. L´aperitivo, in settembre, erano state le proteste sporadiche dei dipendenti Atitech che avevano fatto saltare alcuni collegamenti. Il corto circuito è arrivato però a novembre quando lo sciopero bianco di piloti e assistenti di volo ha paralizzato i voli Alitalia, portando in pochi giorni a centinaia di cancellazioni e riempiendo (le prenotazioni sono salite del 10-15%) i voli della concorrente Air One. Lo stesso copione tornato in replica in questi giorni per l´agitazione del personale di terra a Fiumicino. L´unico dato positivo in questa via crucis è il fatto che salvo eccezioni ?come è successo per i bagagli in questi giorni ? il servizio è riuscito a mantenere standard decorosi. La puntualità è in linea con quella dei concorrenti. Tra aprile e fine ottobre sono stati "smarriti" 19,6 valigie ogni mille passeggeri, molte meno delle 27,6 dell´anno prima quando però Fiumicino era andata in tilt, ma più delle 13,9 della media Ue. L´eredità raccolta dalla cordata italiana, insomma, è piuttosto pesante. Ma la cura dimagrante agli organici, l´aumento della produttività e la diminuzione dei voli dovrebbe mandare in utile i conti della nuova Alitalia forse già entro due-tre anni. Si vedrà invece quali saranno le conseguenze per i clienti. La compagnia controllerà il 56% del mercato domestico e servirà 18 destinazioni intercontinentali (erano 25 a inizio 2007) e 72 internazionali (contro 98). Puntando a realizzare una bella parte della sua redditività su quel mercato interno dove, dopo le nozze con Air One, opererà in qualche caso in situazione di sostanziale monopolio e sgravata per decreto governativo da obblighi antitrust. Ettore Livini