Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  dicembre 24 Mercoledì calendario

Corriere della Sera, mercoledì 24 dicembre 2008 Questa è una storia di tennis soltanto per il fondale di terra rossa sul quale è ambientata: i campi, i tornei e gli spogliatoi del Grande Tennis degli Anni 80, Navratilova ed Evert dominatrici assolute, le altre dietro, a sgomitare per un posto al sole, e a perdersi, a volte, nel sottoscala maleodorante del professionismo di alto livello vissuto da giovani, troppo giovani

Corriere della Sera, mercoledì 24 dicembre 2008 Questa è una storia di tennis soltanto per il fondale di terra rossa sul quale è ambientata: i campi, i tornei e gli spogliatoi del Grande Tennis degli Anni 80, Navratilova ed Evert dominatrici assolute, le altre dietro, a sgomitare per un posto al sole, e a perdersi, a volte, nel sottoscala maleodorante del professionismo di alto livello vissuto da giovani, troppo giovani.  lo scandalo che scuote il tennis francese e che porterà sul banco degli imputati, nei primi mesi del 2009, un coach molto baffuto e molto equivoco, l’ometto timido e silenzioso capace di issare Nathalie Tauziat al numero 3 della classifica mondiale dopo una finale a Wimbledon e 25 titoli Wta, il presunto innocente al quale è contestato un reato infamante: «Violenza e aggressione sessuale su minori». Régis de Camaret, 66 anni, allenava a Saint-Tropez i due talenti più brillanti del tennis francese dell’epoca, Nathalie Tauziat e Isabelle Demongeot, più un plotoncino di aspiranti campionesse, con rigore e indipendenza rispetto alla Federazione. Le «figlie di Camaret» oggi sono madri, mogli, impiegate, allenatrici: della dozzina di denunce presentate contro l’ex coach solo due non sono state spazzate via dalla prescrizione, e forse tutta questa squallida storiaccia sarebbe rimasta minutaglia da tribunale di provincia se l’ottimo lavoro dell’quipe Magazine, che ha appena pubblicato i drammatici verbali degli interrogatori delle ex bambine violate, non avesse contribuito a farne un caso nazionale. La prima a parlare, quindici anni dopo le violenze, è stata Isabelle Demongeot, numero 2 di Francia e 35 del mondo nell’88. Il 14 ottobre 2005 ha raccontato al comando di polizia di Draguignan (Var) di essere stata violentata da de Camaret a più riprese tra il 1980 (quando aveva 13 anni) e il 1989, rivelando i segreti di quel mentore severo e a tratti paterno, al quale aveva affidato la sua adolescenza e le sue ambizioni di carriera, che le chiedeva di lasciare la porta della camera aperta e, se rifiutato, il giorno dopo la costringeva ad allenarsi da sola, gridandole dietro che non sarebbe mai e poi mai diventata una vera campionessa. Scoperchiato dalla Demongeot, dal pozzo nero dei metodi del coach di Capbreton è uscito di tutto. Aurélie, Delphine, Emilie, tra i 13 e i 14 anni all’epoca, accarezzate e molestate nella foresteria del club, Thipaine, terrorizzata all’idea di essere rimasta incinta durante un torneo Under 17 («Quell’uomo ha distrutto la mia adolescenza... »), Noémie, che ancora oggi è seguita da uno psicologo, Stephanie, Laurence, Beatrice aveva solo 11 anni quando quel «pedofilo perverso» (testimonianza di Carole, assistente coach di Régis de Camaret per sette lunghissime stagioni) entrò nel letto e nella sua innocenza. Le voci raccontano di una personalità dispotica e possessiva, di un sedicente guru più che un semplice allenatore, la faccia più oscura di un ambiente, quello del tennis femminile, che Raffaella Reggi, strepitosa numero 13 del ranking mondiale nell’aprile ’88, ricorda molto bene. «L’accesso ai tornei non era filtrato come oggi, la security non era un’ossessione (l’attentato alla Seles avrebbe rivoluzionato l’ambiente) e le ragazze, alcune giovanissime e inesperte, spesso sole, lontane da casa e in cerca di una figura paterna, erano esposte a qualsiasi tipo di influenza – racconta Raffaella ”. Basti pensare al guru di Patty Schnyder. Oggi ci sono le mamme onnipresenti, allora no. Tutto dipendeva, però, da come ti ponevi e ti comportavi: io venivo dalla scuola di Bollettieri, pensavo e mangiavo solo tennis, ero sostenuta anche se a distanza da una solida famiglia e avevo le idee chiare. Per me, insomma, il tennis è stato una bellissima avventura. Ho conosciuto de Camaret, naturalmente, anche perché ero amica di Nathalie Tauziat, senza mai sospettare nulla...». Lui, infatti, si dichiara innocente. Gaia Piccardi