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 2008  dicembre 25 Giovedì calendario

NOTIZIE TRATTE DA ANTONIO DI PIETRO (CON GIANNI BARBACETTO), "IL GUASTAFESTE", PONTE ALLE GRAZIE, MILANO 2008. PGG 195, ࿬ 13,50


Cusani, Armanini, il generale della Guardia di finanza Cerciello (difeso a spada tratta da Taormina) sono tutti «l’unico condannato di Mani Pulite». «Ebbene ci sono 1200-1300 persone che sono gli "unici condannati di Mani pulite". Sì, bisognerebbe rileggere tutte le carte e poi scrivere la verità dimenticata di Mani pulite. Anzi, quando andrò in pensione lo farò».

«Il compagno G lavorava sì per il partito, ma ogni tanto faceva la cresta».

«Concussione o corruzione sempre reato di porcata è».

«Non è che li arrestiamo perché confessino, li scarceriamo dopo che hanno confessato» (Borrelli).

«Prendetevela con il tumore e non con il medico».

«Le prime accuse al pool di Milano di aver fatto un’operazione politica sono arrivate dalla sinistra, non appena si accorsero che indagavamo anche sui cassieri Pci-Pds, Renato Pollini e Maurizio Stefanini. successo quando siamo andati a fare una perquisizione alla sede storica del Pci, in via delle Botteghe Oscure. Dovevamo capire che fine aveva fatto un miliardo di lire: il finanziere Sergio Cusani racconta che Raul Gardini l’ha portato a Botteghe Oscure. Piaccia o non piaccia, dunque, quel miliardo lì è entrato, anche se non siamo mai riusciti a sapere a chi è arrivato».

Tra ciò che rese possibile Mani Pulite (oltre alla riforma del 1989: vedi pagina 164) «la possibilità di scambiare i documenti direttamente tra magistrati, senza passare per il Ministero, permessa da un accordo sulla cooperazione giudiziaria che proprio in quegli anni anche l’Italia ratificò».

«L’Italia dei valori, come ho già detto, è un partito politico che non ha alcuna velleità di costruire nuove ideologie o di rimanere in vita in eterno. Per scelta, noi abbiamo fatto un ”partito mezzo” e non un ”partito fine”. Abbiamo un obiettivo da raggiungere, poi possiamo pure appendere le scarpe al chiodo. L’obiettivo è semplice ma ambizioso: contribuire al ricambio generazionale della classe politica» (pagina 152).

«Berlusconi prima faccia lo statista, e poi dialogheremo».

«Se sei un agnello, non ti conviene sederti al tavolo con il lupo».

«Sono intimamente convinto che la scelta politica di Berlusconi sia un realtà una scelta processuale».

«Per fare un esempio, la tangente Enimont ammontava a 150 miliardi di lire. Ogni miliardo di lire, in banconote da centomila, pesa alcuni chili. Sembra assurdo fare queste considerazioni, ma le assicuro che diversi imprenditori ci hanno raccontato delle difficoltà a cui andavano incontro nel momento in cui dovevano far pervenire il denaro ai politici, perché le valigie con le mazzette pesavano così tanto che per il trasporto dovevano impiegare autisti e collaboratori».

«Il grande errore la sinistra l’ha commesso nel 1996, quando ha deciso che la legge del 1957, che prevede l’ineliggibilità di coloro che sono titolari di concessioni pubbliche, si applica non anche al proprietario (Silvio Berlusconi), ma solo al manager (Fedele Confalonieri). stato il più grande atto d’ipocrisia, il più grave errore politico commesso dal governo da D’Alema».

Incontri Di Pietro-Berlusconi: pagine 124-126 e 142-143

«Io ero convinto - e lo sono ancora - che un magistrato non possa scioperare».

Rapporti Di Pietro Cossiga: 140-141

Avviso di garanzia mandato a Berlusconi a Napoli: pag. 139

Io a quello lo sfascio: pagine 139-140.

I cento milioni in prestito, la mercedes ecc: pagine 128-132

«Mastella non ha fatto granché per la giustizia».

«Il dragaggio dei porti. L’Italia potrebbe fornire i porti di transito per i trasporti marittimi tra Europa e Oriente, attirando navi dalla Cina e dall’India. Ma i nostri porti hanno fondali mediamente profondi 15-17 metri, mentre le grandi navi provenienti dall’Est asiatico avrebbero bisogno di 19-21 metri. Bisognerebbe ripulire i fondali dei nostri porti e recuperare qualche metro di profondità in più: è una cosa relativamente facile, ma che non si fa perché si sta attendendo da anni che sia emanata una legge che dica come trattare e dove andare a depositare il materiale di risulta che potrebbe essere nocivo o inquinante. Io avevo avanzato una proposta temporanea, semplice ma efficace, che avrebbe risolto il problema almeno fino a quando non si fosse trovata una soluzione definitiva: proponevo di formare una specie di canale sul fondo, spostando a lato la sabbia dei fondali, lungo tutto il corridoio di accesso ai porti. Così si sarebbero guadagnati quel paio di metri di profondità in più che servono. Proposta bocciata perché - mi venne spiegato dai soliti professori della domenica - in mezzo alla sabbia potrebbe esserci materiale inquinante. Io ribattei che questo materiale già ora è sui fondali e il fatto che sia qualche metro più in là non mi pare cambi nulla... [...] Niente, i soliti sapientoni sentenziarono che avremmo danneggiato l’ecosistema e dato fastidio ai pesci e alla fauna del porto e che quindi - se non volevamo far cadere il governo - bisognava soprassedere».

«Attenzione, si tende a identificare la Tav con il tratto di ferrovia che attraversa la Val di Susa. In realtà, la Tav è un complesso e mastodontico sistema europeo di trasporto ferroviario ad alta velocità che si sta realizzando in tutta Europa fin dagli inizi degli anni Quaranta. In Italia sono progettati due assi europei, quello nord-sud (da Berlino fino a Palermo, passando per il traforo del Brennero sopra Bolzano) e quello est-ovest (da Lisbona in Portogallo fino a Kiev in Ucraina, entrando in Piemonte nella Val di Susa e uscendo dalla parte opposta a Trieste-Divaccia in Friuli-Venezia Giulia). Il primo asse è già stato finanziato e si stanno completando le opere da Milano a Napoli. Per il secondo asse, si sta già realizzando ed è quasi ultimata la tratta Torino-Milano» (pag. 108)

La guerra con i Benetton per Autostrade in 104 e seguenti.

«[...] Una volta, per esempio, ci hanno fatto bloccare per diverso tempo i lavori sull’autostrada Firenze-Bologna perché toccavano un laghetto nel quale vivevano alcune specie di rane. Grazie alla disponibilità dei sindaci della zona, siamo riusciti a trasferire gli animali in un laghetto vicino e finalmente abbiamo potuto proseguire i lavori. L’avessimo acquistate a peso d’oro, quelle rane ci sarebbero costate di meno. E poi diciamo le cose come stanno: i lavori pubblici e le infrastrutture non hanno colore politico e non devono quindi subire ripercussioni a scopo elettoralistico. Io sono dell’idea che nei lavori pubblici si debba partire da ciò che ha fatto il governo precedente. Non è possibile cominciare ogni volta da capo, in questo campo. Non possiamo lasciare una strada a metà solo perché l’ha iniziata il governo avversario. Dobbiamo chiederci se quella strada, quella ferrovia servono o no. E se sono lavori che servono vanno fatti» (spirito del fare).

«La Legge obiettivo ovvero quella legge che regola tutte le maggiori opere pubbliche».

Il Ministero delle Infrastrutture venne spacchettato da Prodi per avere più poltrone da distribuire: «da un lato i Trasporti, per Bianchi, dall’altro i Lavori pubblici per me [...] Spesso capitava che, a causa dello spacchettamento, moltre materie restavano a cavallo tra un ministero e l’altro e non si sapeva di chi fossero di competenza. In questi casi, la competenza era di chi arrivava prima». Che cosa restava a Bianchi? «Gli restarono soprattutto le beghe con i sindacati».

Antipatia per Amato: «All’indomani della costituzione dei Democratici, tanto reclamizzati come partito nuovo, mi sono ritrovato a dover dare, come primo atto politico, la fiducia al delfino di Craxi!».

Sulle sue dimissioni da ministro (ottobre 1996) pagina 94 e seguenti, nell’ambito di un racconto sulla sua esperienza da ministro che comincia a pagina 92.

Idee politiche: «Per il sistema pensionistico si deve elevare il limite d’età, si deve affinare il doppio binario pubblico-privato con la possibilità di fare anche previdenza privata, si devono tagliare gli sprechi e le grosse sacche di sperperi, punire i furbi e proteggere chi ne ha davvero bisogno ed è davvero in difficoltà [...] Siamo contro ogni azione militare e anche contro la cosiddetta difesa preventiva [Bush in Iraq - ndr], totale autonomia della politica europea da quella americana e per questo riteniamo che sia ora di rivedere tanti accordi e compromessi anche in materia di sovranità nazionale [...] crediamo che il dialogo con il mondo islamico moderato debba essere mantenuto [...] riconosciamo lo stato di Israele e vogliamo che anche i palestinesi possano vivere in un loro terrirorio sovrano [...] professiamo una netta divisione tra Stato e Chiesa [...] non accettiamo scomuniche politiche basate sul credo religioso [...] Un punto del Trattato di Lisbona proprio non lo condividiamo: quello in cui afferma che la giustizia europea deve essere amministrata da magistrature espresse dai governi dei singoli Stati. ciò che vorrebbe Berlusconi [...] Su aborto, difesa della vita, ricerca sulle staminali, eutanasia siamo un partito non ideologico e abbiamo deciso di lasciare libertà di coscienza convinti come siamo che ci sono buone ragioni da rivendicare sia da una parte sia dall’altra».

Il blog di Di Pietro è affidato agli stessi di Grillo, quelli dello studio di Gianroberto Casaleggio.

Si fa personalmente la rassegna stampa.

Nel Parlamento europeo hanno aderito al gruppo dei liberaldemocratici.

Sullo Statuto e la sua natura presidenzialista - pensata a suo dire per tenere a bada avventurieri e faccendieri - pagine 73 e seguenti.

Su Sansepolcro pagina 71

«Italia dei valori deve confluire in una più ampia formazione riformista, in un nuovo partito che unisca solidarietà e novità, che tenga insieme i delusi delle ideologie».

«Una volta scappavo dai lavori in campagna, ora invece ci ritorno, coltivo i campi con il mio trattore, mi sono iscritto ai coltivatori diretti, faccio l’aratura, la semina e poi la raccolta».

«Veramente non mi sono neppure accorto del Sessantotto: ero troppo impegnato a lavorare per arrivare a fine mese»

Biografia da 62 in poi.

Sulle immersioni di Fini a Giannutri pagina 58 (peculato eccetera).

«Per onestà intellettuale bisogna riconoscere che la Lega non è solo il dito medio mostrato da Umberto Bossi o la bandiera strappata, ma si regge sul lavoro di tanti amministratori locali, che al Nord governano svegliandosi prima degli altri la mattina, ascoltando i loro concittadini e amministrando con devozione le istituzioni locali».

«Davanti alle urne agli italiani non è rimasto che giocare al lotto. Hanno detto: affidiamoci all’Unto del Signore! Hai visto mai che uno che ha saputo arricchirsi come lui, non riesca ad arricchire anche noi!»

«La scomparsa di per sé non è un dramma. Anzi in prospettiva può essere - e io me lo auguro - il punto di arrivo di un nobile percorso: sciogliersi per dare un contributo alla formazione di un vero partito democratico».