Paola Emilia Cicerone, L’Espresso, 23 dicembre, 23 dicembre 2008
PAOLA EMILIA CICERONE PER L’ESPRESSO, 23 DICEMBRE
Donna il piacere è tuo
Laser. Botulino. Ormoni. Collagene. La medicina è al lavoro per stimolare eccitazione e orgasmo. In che modo lo spiega una famosa scienziata. Colloquio con Dorothy Shaw
C’è il laser che dà tono ai muscoli vaginali, la chirurgia che rimpolpa il punto G e il botox per distendere la vagina. Follie? Forse, ma ci sono anche milioni di dollari che giganti come Pfizer, Boehringer o Procter & Gamble investono a caccia della gallina dalle uova d’oro: la sostanza capace di stimolare o amplificare il piacere femminile. Insomma, c’è tutto un affaccendarsi di chirurghi, farmacologi e sessuologi per proporre alle donne una via medica alla sessualità. Un affaccendarsi che, fino a oggi, non ha prodotto granché, ma che, vista la quantità di energie in campo, promette molto. Manterrà? Lo abbiamo chiesto a un’esperta come Dorothy Shaw, presidente della Federazione internazionale di ginecologia e ostetricia (Figo), docente all’Università della British Columbia e pioniera della contraccezione nel suo paese, dove è diventata famosa trent’anni fa per la sua campagna di promozione del condom femminile. L’abbiamo incontrata a Torino, in occasione dell’84esimo congresso della Società italiana di ginecologia e ostetricia.
Dottoressa Shaw, lei crede alla medicina della sessualità?
"Il piacere femminile è un meccanismo complesso, che solo ora cominciamo a capire. Il rischio è quello di sostituire i vecchi stereotipi sul modo ’giusto’ di avere un orgasmo, di provare piacere, con nuovi modelli imposti dalla pornografia e dai media. E in questo la medicina rischia di prendere strade sbagliate. Mentre non esistono regole valide per tutti. Se non quella di seguire la natura".
Troppe regole del buon sesso, allora?
"Le persone hanno desideri diversi, non tutti hanno l’esigenza di essere sessualmente attivi allo stesso modo. E non tutte le fasi della vita sono uguali. sbagliato omologare gli individui dicendo loro come e quanto bisogna fare sesso. Pensiamo ad esempio a come cambia il concetto di astinenza secondo le epoche o le culture: in alcuni casi significa soltanto niente rapporti sessuali completi, ma piena libertà nel resto, in altre situazioni l’astinenza è tale se esclude anche rapporti anali o altri tipi di contatti".
Della sessualità delle donne sappiamo ancora poco. Un Viagra al femminile non esiste ancora. Perché?
"Il Viagra funziona con gli uomini, i tentativi di usarlo per le donne non hanno avuto successo perché il problema non è l’aumento dell’afflusso ematico ai genitali. I fattori che attivano la sessualità femminile sono più complessi di quelli che funzionano per i maschi. E l’elemento centrale è l’eccitazione, una fase che precede quella del rapporto sessuale vero e proprio. E in cui giocano un ruolo fattori biologici e culturali".
Però soluzioni farmacologiche ci sono, come il cerotto a base di testosterone, ad esempio?
"Il testosterone è un attivatore della libido maschile, ma non siamo affatto sicuri che nelle donne funzioni allo stesso modo".
Quali sono allora le soluzioni per dare una mano alle pazienti in difficoltà?
"Stiamo cominciando a capire alcuni dei meccanismi che regolano l’eccitazione femminile. E sappiamo, ad esempio, che nelle donne l’esercizio fisico aumenta la possibilità di provare eccitazione (vedi scheda qui sopra, ndr). Ma una cosa che di certo aiuta la sessualità è il fatto che le coppie parlino di ciò che li eccita".
Si parla molto anche di chirurgia cosmetica ai genitali, di amplificazione del punto G. Come giudica questo tipo di interventi?
"Per quanto riguarda il punto G, non abbiamo abbastanza dati per affermare quanto sia importante nei meccanismi dell’eccitazione: detto in altri termini, non sappiamo con certezza se esista un punto G, e quale ruolo giochi. Così come non ha molto senso discutere dell’importanza di avere orgasmi vaginali o clitoridei: in questo modo si generano aspettative che non potranno tradursi in realtà, perdendo di vista il quadro generale. Per quanto riguarda la chirurgia, la trovo spesso molto discutibile".
Discutibile significa utile?
"Esistono situazioni in cui, ad esempio, un intervento di riduzione delle grandi labbra può essere appropriato e risolvere problemi. Ma sono casi marginali, mentre la chirurgia vaginale è in netto aumento. Il rischio è quello di imporre come unici modelli accettabili quelli proposti sulle riviste o nelle immagini hard che circolano on line. Spingendo le donne a omologarsi per sentirsi adeguate, senza metterle al corrente dei possibili rischi connessi a questi interventi. Dopo tutto, chi ha detto che tutti i genitali femminili debbano essere uguali? I peni non lo sono".
Il conformismo sessuale le sembra un pericolo?
"Pensiamo ai giovanissimi: hanno sempre subito la pressione del gruppo dei pari, anche se in modi e tempi diversi. La differenza è che oggi di sesso si parla liberamente e alcune pratiche, ad esempio il sesso orale, sono diventate più accettabili. Ma non sappiamo se le ragazze sono davvero abbastanza mature da scegliere le informazioni più corrette, senza doversi conformare alle pressioni sociali, che propongono ad esempio il sesso orale come un sorta di sfida o un mezzo per evitare gravidanze piuttosto che un gesto fatto per dare o ricevere piacere". Un tempo i giocattoli erotici erano proibiti alle ’ragazze per bene’. Oggi sono accettati. E persino chic. Servono?
"Oggi accettiamo che i nostri comportamenti sessuali siano liberamente discussi, e abbiamo a disposizione informazioni impensabili all’epoca dei nostri genitori. Pensiamo all’atteggiamento delle donne nei confronti dell’autoerotismo: una volta era argomento tabù perfino tra i ricercatori, ora di masturbazione si parla normalmente sulle riviste, è considerata un comportamento normale, di cui non vergognarsi. Lo stesso vale per i sex toys, ausili e giocattoli sessuali di cui tutti parlano. O per il sesso anale".
Che ha perso l’aura di proibito che lo circondava un tempo.
"In passato il sesso anale era considerato tabù. Ma ciò significa che non se ne poteva parlare, non che non fosse praticato. Sappiamo da uno studio canadese realizzato nel 1988 su studenti universitari che già all’epoca il 15 per cento di loro ammetteva di praticarlo, quindi l’aumento nella diffusione di questa pratica potrebbe essere più apparente che reale".
Quello del ginecologo è un modo molto particolare di essere medico.
"Sempre di più oggi i ginecologi sono i medici delle donne, si occupano di psicologia e sessualità. Ed è importante che aiutino le pazienti a essere se stesse senza vergogna. Eppure ci sono ancora aree del mondo in cui le donne non hanno controllo sulla propria vita. Occupandoci della sessualità in Occidente tendiamo a dimenticare che ogni minuto, in molti paesi dell’Africa o dell’America Latina, ci sono donne che muoiono per cause prevenibili come cancro cervicale o complicazioni nella gravidanza: questi saranno temi prioritari per il congresso mondiale della Figo che si terrà nel 2012 a Roma".