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 2008  dicembre 23 Martedì calendario

ALESSANDRO GILIOLI PER L’ESPRESSO, 23 DICEMBRE

Arriva Beckham e non ho niente da mettermi I falsi indizi. L’hotel segreto. La doppia scorta. I locali che se lo contendono. E le ironie dei tifosi. Così Milano si prepara a ospitare per due mesi lo Spice Boy

Fino a pochi giorni prima che David Beckham posasse l’augusto piedino in terra lombarda, il suo nuovo datore di lavoro ha lasciato che circolassero allegramente le più fantasiose leggende metropolitane. Ad esempio, che Beckham si fosse comprato un jet da 11 milioni di dollari per scappare ogni tanto a Malibu, che avesse richiesto un elicottero privato per recarsi ogni mattina a Milanello, che si stesse facendo costruire una piscina olimpica in casa, che avesse affittato in esclusiva i servigi di Caroline Kostner perché i pargoli potessero tenersi in allenamento con il pattinaggio su ghiaccio. Tutte balle, messe in giro per divertirsi dai tabloid britannici, così come una bufala era la storia dell’appartamento già pronto in via Plinio - sopra il bar Basso - in un’area fantasiosamente descritta dai medesimi quotidiani inglesi come "un quartiere a luci rosse pieno di malfattori e mondane".
Il fatto è che "in tanti anni non si era mai visto un tale casino per l’arrivo di un calciatore", come spiega un veterano di via Turati, sede del Milan, che pure di star ne ha accolte parecchie. Ma Beckham è diverso e del resto è stato preso dai rossoneri proprio per il suo status più da pop celebrity che da pallonaro: non ci si aspetta che compia magie sulla fascia destra - quelle che l’hanno reso celebre ai tempi del Manchester United - ma che faccia vendere un sacco di magliette con il suo nome, che avvicini al Milan un nuovo pubblico teen e femminile e che magari aiuti il club a incrementare la fama del suo marchio all’estero, dove da un po’ di tempo il calcio italiano non se lo fila nessuno.
Sicché quelle di Beckham a Milano saranno poco più che dorate vacanze wellness: otto-nove settimane in tutto, qualche comparsata al Meazza per dare un’apparenza al business, un po’ di sgambate a Milanello perché fino a marzo il campionato Usa è sospeso e se ci si ferma del tutto a 33 anni, l’età di David, poi non ci si ricorda più nemmeno di come si corre. Dopodiché, quando in Lombardia si diraderanno le nebbie, lo Spice Boy riprenderà il volo per le palme di ’Beckhingham palace’, il suo villone losangelino, e fine della festa.
Ne consegue che non ci sarà alcun mega appartamento con trampolino incluso e Beckham soggiornerà nella prevedibile suite di un cinque stelle. Il Milan non vuole rivelarne il nome, ma sarà uno tra il monastico Four Season (affrescatissimo ex convento del ’400 in via del Gesù) e l’orientaleggiante Chedi, più moderno e defilato. Il primo è in pole position per la sua ubicazione accanto al Quadrilatero della moda, mentre il secondo è più comodo per muoversi in auto verso Milanello (anche se via Villapizzone è un po’ deprimente e non ricorda per niente Beverly Hills). Entrambi gli hotel hanno grandi fitness center e pregiati ristoranti salutisti, in modo che il giovanotto non rischi di ingrassare a spaghettate com’è successo a Ronaldo. Dalla lounge di uno dei suddetti alberghi, Beckham uscirà sempre scortato e solo per andare a tirar calci al pallone o per le comparsate volute dagli sponsor (tra i quali, oltre a Pepsi e Motorola, ci sono anche gli occhiali Police, della veneta De Rigo).
A proposito di gorilla, il loro arrivo è stato preceduto da faticose trattative fra via Turati e lo staff del calciatore, che è abituato a farsi proteggere dai suoi pretoriani privati ma per un paio di mesi dovrà accontentarsi - almeno quando è con la squadra - della vigilanza preparata per lui dal club rossonero. Diverso il discorso per Victoria e prole, che continueranno a circolare con i loro temutissimi guardaspalle. Sempre che la Posh Spice, dopo la presentazione del 20, si faccia poi rivedere nel capoluogo lombardo: lei ha già fatto sapere che in questo periodo è "molto impegnata a preparare le collezioni per le sfilate newyorchesi", anche se si è detta curiosa di "scoprire Milano e il suo design". Comunque i tre ragazzini vanno a scuola a Los Angeles e quindi non c’è da aspettarsi che Victoria animi la mondanità meneghina per più di due o tre serate (probabilmente durante la settimana della moda a fine febbraio), alternando le ’photo opportunities’ a qualche seduta privata di riflessologia plantare nella Spa dell’hotel Bulgari.
Allo stesso modo, sostengono in via Turati, difficilmente gli appassionati di gossip vedranno Beckham fare il brillante all’Hollywood o negli altri ricettacoli di veline in corso Como e dintorni. Si prevede invece che frequenti saltuariamente i più blindabili ristoranti dell’establishment rossonero, dal solito Giannino al modaiolo Gold, dal classico Matarel ai locali di pesce dove va anche Galliani (tipo Giacomo, in via Sottocorno). In più, assisteremo a qualche inevitabile visita della coppia al Nobu e all’Armani Store di via Montenapoleone, se non altro perché entrambi i coniugi sono testimonial dello stilista italiano, reparto intimo.
Insomma, nonostante l’attesa mediatica, per il capoluogo lombardo non è che lo sbarco del centrocampista londinese sia esattamente un anticipo dell’Expo, dato che alla fin fine i due avatar dell’ipermarketing si vedranno poco e se ne andranno presto. Ciò nonostante, già fioriscono le ironie sulla loro eccentricità: visto che in passato hanno chiamato un figlio Brooklyn, nei bar della città ci si chiede se un’eventuale nuova creatura concepita sotto la Madonnina possa essere battezzata Ghisolfa (se è femmina) o Rogoredo (se maschio). Né mancano le spiritosaggini sulla nota vanità dello Spice Boy: c’è chi fa notare che il lunedì, unico giorno libero dei calciatori, a Milano i parrucchieri sono chiusi e quindi Beckham finirà per sclerare molto prima dei due mesi di contratto; altri sostengono che Berlusconi abbia voluto rinegoziare i protocolli di Kyoto perché la lacca di David avrebbe fatto saltare tutti gli obiettivi; altri ancora che dopo l’acciaccato Ronaldo e il fighetto Beckham, la prossima mossa mediatica di Galliani sarà mettere in rosa direttamente Fabrizio Corona. Ma naturalmente l’ala destra inglese è attesa con ansia anche a Roma, nella speranza che faccia in tempo a incontrare Totti e si realizzi così il famoso dialogo tra i due: "Francesco, tanti auguri per il tuo team!". E Totti: "’A bbello, lo sanno tutti che io ho Vodafone".