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 2008  dicembre 23 Martedì calendario

Corriere della Sera, martedì 23 dicembre 2008 MILANO – Il caso è complesso e i partiti sono due: quello formato da coloro che appoggiano la madre contro quello fatto dei sostenitori della figlia

Corriere della Sera, martedì 23 dicembre 2008 MILANO – Il caso è complesso e i partiti sono due: quello formato da coloro che appoggiano la madre contro quello fatto dei sostenitori della figlia. L’unica certezza, per il momento, sembra riguardare lui, il pomo della discordia, l’uomo amato e odiato che tra le due donne ha fatto scoppiare la guerra. Dire che di un tipo sgradevole si tratta è poco, non tanto per i gran soldi che si è fatto regalare dalla più anziana delle due (un miliardo di euro negli ultimi sette anni), per gli innumerevoli regali già incassati e per quelli in pectore come i quadri (Picasso, Mondrian, Léger, Matisse, De Chirico, Man Ray e via dicendo), ancora appesi in casa dell a generosa mecenate ma destinati a lui dopo la sua morte, quanto per le minacce, le insistenze e i ricatti messi in atto per indurla a tenere sempre pronto il libretto degli assegni. La mamma è l’ottantaseienne Liliane Bettencourt, la donna più ricca del mondo, secondo maggiore patrimonio di Francia (dopo il re del lusso, Bernard Arnault) e diciassettesimo del pianeta, vedova di André, pluriministro scomparso l’anno scorso, figlia unica ed erede del fondatore dell’industria di cosmetici L’Oreal, a sua volta figlio di un panettiere con il pallino della chimica che aveva messo a punto la formula di alcuni prodotti per la cura dei capelli. La figlia è la cinquantacinquenne Françoise Bettencourt Meyers, studiosa e autrice di un importante saggio sulla Bibbia, sposata con il figlio di un rabbino scomparso nell’Olocausto ma, soprattutto, destinataria unica della gran fortuna; e molto preoccupata per l’eredità, al punto da intraprendere un’azione legale contro la madre, non più in grado – secondo lei – di amministrare i suoi beni in quanto affetta da uno stato di senilità che le procura lunghi momenti di confusione e vuoti mentali. E che, chissà se in un momento di lucidità o senilità, ha dichiarato – è questa la notizia del giorno – di non voler mai più vedere sua figlia, promotrice di questa stupidissima azione legale e l’ha diseredata. In più, dopo aver rifiutato con fermezza la perizia sanitaria proposta dal tribunale ha esibito gli attestati (sia pure, stranamente, emessi nella medesima data) di due luminari parigini della psicologia che certificano le sue ottime condizioni intellettuali. In mezzo sta lui, François-Marie Banier, ex boccolone biondo e un po’ maledetto, incantatore del tout-Paris, mondanissimo scrittore e fotografo, ora sessantenne un po’ spelacchiato, specializzato in accompagnamento di benestanti signore mature (come Nathalie Sarraute e Marie-Laure de Noailles, o anche la nostra Silvana Mangano) e da una decina di anni, se non di più, concentrato su Liliane Bettencourt. Di mestiere, sebbene continui a girare Parigi in motoretta con un paio di macchine fotografiche a tracolla, più che altro fa l’immobiliarista, sia nella capitale che in provincia, grazie, naturalmente, alle generose donazioni della sua protettrice. Dalla quale ha di recente ottenuto, tra l’altro, un paio di milioni per costruirsi una bella piscina, solo uno degli ultimi pegni d’affetto dell’anziana signora della quale si dice – ed esistono alcuni indizi in questo senso – che avrebbe intenzione di adottare il suo diletto. Progetto che, in effetti, rende più comprensibile l’azione della figlia, non a torto terrorizzata di ritrovarsi un domani come fratello di testamento il determinatissimo Banier. E ci sono i due partiti. Coloro che difendono la madre sostengono la molto condivisibile teoria secondo la quale ella ha tutti i diritti di scegliersi le sue compagnie, di invaghirsi di chi vuole e usare come crede il suo denaro, tanto più che ne ha davvero molto e che, pur defalcando quello gia donato, moltissimo ancora ne resterà per l’erede. Aggiungono i suoi supporter che già Liliane assolve ai suoi doveri civili con una fondazione, dotata di un capitale di 120 milioni di euro, destinati a sostenere un gran numero di progetti umanitari e scientifici. E che la causa del gran trambusto è, ovviamente, la solitudine nella quale si ritrova gran parte degli anziani, inclusi quelli danarosi, lasciati alle cure di personale a pagamento. Giocoforza, dunque, per loro, trovarsi degli amici, sia pure, come in questo caso, anch’essi a pagamento. L’altro partito, quello che invece affianca la figlia Françoise, inizialmente abbastanza debole in quanto in Francia la vox populi bollava la sua azione come frutto dell’avidità, ha acquistato fiato e partigiani quando sono state rese note le dichiarazioni rilasciate alla polizia dal personale di casa Bettencourt, infermiere, badanti, segretarie e cameriere (sia da quelle tuttora in servizio, sia da quelle licenziate, dopo anni, su richiesta dell’aspirante figlio adottivo, «per ostilità nei suoi confronti»), che all’unisono denunciano non solo le costanti e pressanti, spesso anche aggressive richieste di denaro da parte di Banier, ma anche i tentativi di madame si sottrarvisi seguiti da nuove donazioni, in un’altalena che coincideva con i suoi alti e bassi di salute: la debolezza fisica la rendeva, insomma, particolarmente generosa, il contrario di quanto succedeva quando si sentiva meglio. Chi ha sentito l’incalzante fotografo dare ripetutamente dell’avaraccia a Liliane, chi l’ha udito cercare di portarsi avanti con i conferimenti in vista dell’azione legale della figlia, chi l’ha visto strapparle il rossetto di mano e buttarlo lontano gridandole che con le labbra dipinte era orribile, chi l’ha intercettato mentre minacciava la signora di non cenare con lei se prima non avesse firmato un certo assegno. Testimonianze, in verità, abbastanza impressionanti che, se possono non far davvero parteggiare per l’una o per l’altra protagonista della storiaccia, bene chiariscono, tuttavia, le idee sul conto del terzo incomodo. In altre parole, non poteva, lo scroccone, accontentarsi delle straordinariamente munifiche regalie senza maltrattare, minacciare, mettere in croce e insultare la povera vecchia ricca? Isabella Bossi Fedrigotti