Michele Farina, Corriere della Sera 23/12/2008, 23 dicembre 2008
Il «lanciatore di scarpe» va a processo, il calzolaio le rilancia sui mercati mondiali. Modello Ducati 271, questo il bizzarro nome del mocassino stringato in pelle più famoso del momento, detto anche «mocassino anti-Bush»
Il «lanciatore di scarpe» va a processo, il calzolaio le rilancia sui mercati mondiali. Modello Ducati 271, questo il bizzarro nome del mocassino stringato in pelle più famoso del momento, detto anche «mocassino anti-Bush». Gli ordini fioccano (prezzo base 40 dollari, 28 euro): dall’Iraq agli Stati Uniti, dal mondo arabo all’Europa. Fioccano da quando il giornalista 28enne Muntadar al-Zaidi ne ha tirato un paio addosso a George Bush durante una conferenza stampa per il suo viaggio d’addio in Iraq dieci giorni fa. Il presidente le ha schivate abbassandosi con destrezza, gli agenti dei servizi di sicurezza le hanno fatte «brillare» sospettando che fossero «suole-bomba », il reporter della tv Al Baghdadia ’ che terminava ogni servizio con la frase «saluti dal-l’Iraq occupato» – il 31 dicembre comparirà davanti a un tribunale iracheno rischiando da 5 a 15 anni di prigione per «aggressione a un capo di Stato straniero». Il fratello Uday, che l’ha incontrato in carcere, denuncia che Muntadar è stato picchiato, ha perso un dente e ha segni di bruciature di sigaretta sulle orecchie. Intanto chi ci guadagna è Ramazan Baydan, che sostiene di essere il creatore del «mocassino anti-Bush»: «Produciamo quel modello da dieci anni, l’ho disegnato io personalmente. Non posso essermi sbagliato, quando ho visto la scena in tv mi son detto: "quelle sono le mie Ducati 271"». Il calzolaio di Istanbul ha raccontato a un cronista del New York Times di essere rimasto sorpreso dalla velocità delle Ducati (certo, con quel nome da moto) e dalla loro «aerodinamica». Forse mai nella storia un paio di calzature ha ottenuto un tale successo, come proiettile e come simbolo. Tanto che Baydan non è l’unico a vantarsi. Altre ditte’ dall’Iraq al Libano, alla Cina – sostengono di essere le madri di tutti «i mocassini anti-Bush ». In attesa che il proprietario chiarisca i dubbi (e magari chieda una percentuale sulle vendite), la «Bayan Shoes» afferma di aver ricevuto da un distributore britannico ordini per 95 mila esemplari. In Iraq, dove un anno fa si sono vendute 19mila Ducati 271, quattro aziende si contendono la licenza mentre anche una ditta americana avrebbe fatto richiesta di 18mila paia. Arrivano nuove assunzioni (si parla di 100 operai) e una campagna pubblicitaria in grande stile: cinquemila poster da distribuire in Medio Oriente con la scritta «Goodbye Bush, Welcome Democracy». Da Bush a Saddam, marchi turchi in prima fila. Chi ricorda il debutto del deposto dittatore in un’aula di tribunale? Bagdad, 2005: il completo scuro era firmato da uno stilista di Istanbul, Recep Cesur, figlio di contadini curdi. Quando il Raìs apriva la giacca per prendere la penna, si vedeva il marchio. Le vendite degli abiti ebbero un’impennata del 50%. Saddam sanguinario modaiolo: armadi pieni di completi Brioni, una collezione di 500 cinture e 50 gessati made in Turkey. Durante il processo l’orgoglioso stilista Cesur raccontò di quando i suoi sarti andavano a palazzo e rivelò le misure di Saddam (giacca 56, pantaloni una taglia in più «per la pancetta»). Alla caduta di Bagdad gli iracheni presero a scarpate le statue del Raìs, massima offesa nel mondo arabo. Sei anni dopo un giornalista ha preso a scarpate «il presidente liberatore » in nome «delle vedove e degli orfani iracheni». Bush ha rivelato il «calibro» dell’aggressore (44 di piede), che ora sale da eroe sul banco degli imputati, mentre i calzolai di mezzo mondo si contendono la paternità di quei mocassini. E le vendite crescono. E’ il mercato: in tempi di crisi Bush non si può lamentare. Moda Ramazan Baydan mostra un paio di scarpe simili a quelle lanciate dal giornalista iracheno contro Bush (sopra): «E’ lo stesso modello, l’ho disegnato io dieci anni fa». Prezzo 40 dollari (28 euro) Michele Farina