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 2008  dicembre 23 Martedì calendario

ROMA – Se ne va il maestro Ennio Morricone, arriva Bruno Vespa. Cambio di guardia al Consiglio di amministrazione del Teatro dell’Opera di Roma, sulla poltrona del consigliere designato dal ministero per i Beni e le attività culturali

ROMA – Se ne va il maestro Ennio Morricone, arriva Bruno Vespa. Cambio di guardia al Consiglio di amministrazione del Teatro dell’Opera di Roma, sulla poltrona del consigliere designato dal ministero per i Beni e le attività culturali. Ieri Sandro Bondi ha nominato il giornalista nuovo membro del Consiglio dell’ente lirico romano. Nessun mistero sulle dimissioni di Morricone che, anzi, ammette con onestà intellettuale la sua assoluta latitanza come consigliere ben nota ai vertici politici di quel momento: «Nel maggio 2007 il ministro Francesco Rutelli firmò il mio decreto di nomina quando mi trovavo all’estero. Mi sembrava scorretto sottrarmi. Andai alla prima seduta del Consiglio e dissi: "Guardate, io ho una mia professione, non posso occuparmi di tutto questo, non verrò mai più". Lasciai anche prima della fine della seduta e informai della mia scelta il sindaco Walter Veltroni. E davvero non tornai mai più. Nessuno ebbe da ridire. Ora, passato tanto tempo, compio un atto doveroso che avrei dovuto sottoscrivere ben prima». Adesso arriva Vespa. Molto soddisfatto il sottosegretario ai Beni culturali Francesco Maria Giro: «La nomina di Vespa nel Consiglio unita all’avvio della direzione artistica di Nicola Sani sono due segnali di un autentico rilancio per il Teatro dell’Opera di Roma. Potrà così raggiungere i livelli di eccellenza dei maggiori teatri lirici delle capitali europee». Va invece all’attacco il Pd. Dice Manuela Ghizzoni, capogruppo pd nella commissione cultura della Camera, che annuncia un’interrogazione a Bondi: «La nomina lascia stupiti, sostituire una figura come Morricone, che con la sua musica continua a rappresentare il genio italiano nel mondo, è certamente una scelta molto difficile ma ci chiediamo se nell’ambiente della musica italiana non vi fosse nessuna altra personalità di livello che potesse esprimere le stesse sensibilità che vengono a mancare con le dimissioni di Morricone». Vespa risponde subito: «Evidentemente chi presenta un’interrogazione non conosce le qualifiche professionali dei rappresentanti del ministero degli altri enti lirici. Non sono musicisti Fiorenzo Tagliabue alla Scala, l’imprenditrice Franca Coin alla Fenice di Venezia, la funzionaria Rai in pensione Rosita Marchetti al San Carlo di Napoli, il dottore commercialista Roberto Pertile all’Accademia di Santa Cecilia e non so se possa considerarsi tale Gigliola Cinquetti nominata da Rutelli all’Arena di Verona». Ma Vespa va avanti: «Sono lusingatissimo di questa nomina proprio nel momento in cui Riccardo Muti torna a Roma dopo decenni. Porto a mio vanto il fatto di essere stato il primo a chiedergli di tornare nella Capitale durante un pranzo a Vienna nel 2003. Mi promise che lo avrebbe fatto nel 2006. Glielo richiesi nel 2005 nella sua casa di Salisburgo e sarebbe già venuto nel 2006 con le sue "Nozze di Figaro" realizzate per Vienna se non avessimo scoperto, con una telefonata al soprintendente Francesco Ernani, che era già prevista la stessa opera in cartellone ma preparata dal maestro Gianluigi Gelmetti. Veder tornare giorni fa Muti a Roma, e abbracciarlo nel camerino dell’Opera, per me è stata una grande emozione». Paolo Conti