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 2008  dicembre 20 Sabato calendario

CORRUZIONE, DENUNCE IN CALO

Endemica come la malaria, nella palude italiana. Con una differenza: la bonifica è debole e frammentaria, ma il virus muta e si fortifica. Vale, per la corruzione, la nota massima di Piercamillo Davigo, ex-pm di Mani pulite: «Gli organi repressivi esercitano sulla devianza criminale la funzione tipica dei predatori: migliorano la specie predata. Abbiamo acchiappato le specie più lente, lasciando libere quelle più veloci». La selezione naturale, con un´ulteriore differenza: si tende a sparare sui predatori, o a legare loro le mani. «Per la corruzione non si è ritenuto di adottare una legislazione speciale, che potenziasse gli strumenti di indagine e di coercizione, consentendo alla giustizia penale di contrastare efficacemente un sistema di illegalità», il giudizio è tratto da "Il fenomeno della corruzione in Italia", ad opera dell´Alto Commissario Anticorruzione.
Troppo Alto, questo Commissario, tant´è che Berlusconi l´ha abolito, incorporando la struttura nel Dipartimento della funzione pubblica. Bruno Ferrante, ex-prefetto, ha ricoperto quella carica, e dice: «Doveva essere potenziato e reso più autonomo, una vera authority indipendente, con mezzi finanziari propri. Se dipende dal governo, avrà delle remore a indagare». Ma in quella sua prima "mappa" c´era già parecchio, almeno come analisi. Per esempio: «In Italia le politiche nazionali sembrano muoversi come se il rischio corruzione non rappresentasse più un problema. Viceversa, le cronache rendono l´immagine di un Paese nel quale è prassi comune il pagamento di tangenti... «.
A che punto è la corruzione in Italia? Di solito, per rispondere, si fa riferimento a Tangentopoli, la turbinosa stagione degli anni Novanta. Marco La Commare, direttore dell´area analisi e studi del Commissariato, ha detto: «Tangentopoli, con il picco di episodi di corruzione scoperti da Mani pulite e da altre inchieste, era un periodo in cui in Italia c´era meno corruzione di oggi. Perché la corruzione mal si presta a una lettura numerica. Più è invasiva e diffusa, più diventa invisibile. Se qualcuno guarda le condanne per corruzione dal ?96 al 2006 vediamo che sono in calo, ma gli episodi corruttivi non sono diminuiti».
Stando ai dati della "mappa"sembra che anche le denunce siano in calo. Biennio 2005-2006, persone denunciate o arrestate per il reato di corruzione: Calabria da 34 a 2, Veneto da 36 a 8, Puglia da 95 a 15, Lombardia da 72 a 20, Campania da 316 (!) a 44. E veniamo alle condanne definitive, su scala nazionale. Corruzione: nel ?96 furono 1.159, dieci anni dopo sono state 186. Concussione: nel ?96 555 condanne, e 53 nel 2006. Peculato: 608 nel ?96, e 210 nel 2006. Abuso d´ufficio: da 1.305 a 45 in dieci anni.
Ancora dalla "mappa": «Dal quadro tracciato dagli studiosi della materia, risulta l´immagine di una società in cui si manifestano le dinamiche circolari di una corruzione "sistemica" la quale, in assenza di contrappesi istituzionali, si autoalimenta e si dilata... Gli stessi vincoli morali di condanna della corruzione tendono ad allentarsi in presenza di corruzione diffusa, man mano che si diffonde quella che è stata definita "cultura della corruzione". Se ne ricava che la corruzione si considera diffusa in modo capillare anche dopo Mani pulite e con tendenza addirittura ad accrescersi».
Cesare Salvi, ex-senatore diessino, che tre anni fa scrisse con Massimo Villone un bel libro intitolato "Il costo della democrazia", dice che le condizioni ambientali per i corruttori sono di certo diventate più favorevoli: «Il fenomeno è diffuso, ma ci sono condizioni sistemiche che favoriscono la corruzione politica, un problema specifico che la agevola. E cioè: non ci sono più partiti politici strutturati e democratici, e la mancanza di regole agevola la personalizzazione del potere».
Salvi parla anche delle responsabilità che stanno a sinistra: «La sentivamo montare, questa corruzione diffusa. Ho avanzato delle proposte di legge molto chiare. Mi dicevano: "Sì, sì, più che giusto". Ma poi si sono voltati dall´altra parte. Eppure si capiva che nel mondo ulivista qualcosa stava degenerando. Adesso, in condizioni di emergenza, è tutto più difficile». Ferrante, ex-Alto commissario, ripete: « un atteggiamento di tutto il Paese. I trattati internazionali vengono sempre esaminati con grande lentezza, non c´è sensibilità anche da parte del Parlamento».
Achille Serra, un altro ex-Alto commissario, che la corruzione sia «alta, altissima» lo sostiene da tempo: «Lo dissi nel dicembre 2007 che dovevamo aspettarci un periodo pesantissimo. Le classifiche di percezione della corruttela ci davano al quarantunesimo posto, e nel ?93 eravamo al trentesimo». Quest´anno siamo caduti ancora più in basso: posto numero 55. Gherardo Colombo, ex-pm di Mani pulite, conclude: «Mi sono dimesso dalla magistratura perché era comunque superiore alle mie forze far funzionare la giustizia dall´interno. E non mi pare sia cambiato molto rispetto a 16 anni fa».