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 2008  dicembre 20 Sabato calendario

Non c’è crisi a Palazzo Di Franco Bechis Licenziamenti, tagli di personale, di spese non necessarie

Non c’è crisi a Palazzo Di Franco Bechis Licenziamenti, tagli di personale, di spese non necessarie. In tutta Italia come nel mondo ci si prepara a vivere così l’impatto con il 2009, l’anno più temuto dal sistema economico nella storia recente. C’è un solo posto dove regna l’ottimismo e ci si prepara a spendere un po’ di più che nel passato: nel cuore della politica italiana, a Palazzo. Con la legge di bilancio approvata ieri in via definitiva dal Parlamento italiano è ufficiale l’incremento di 26,5 milioni di euro nel 2009 per i costi della politica nazionale. Il Quirinale costerà 3,4 milioni più di quest’anno, il Senato 7,6 milioni di euro in più, la Camera dei deputati 14,6 milioni in più. Aumenta di 800 mila euro anche la dotazione prevista per la Corte costituzionale.(...) Certo, ventiseimilioni e mezzo di euro in più su un bilancio che vale 1,7 miliardi di euro, percentualmente rappresentano assai poco, ma già il solo mettere davanti il segno più (perfino l’assegno del Capo dello Stato salirà di 8.610 euro lordi all’anno) in un anno in cui tutti sono stati invitati o costretti a tirare la cinghia, offre il segno della scarsa sensibilità del Palazzo per le condizioni in cui versano i suoi sudditi. Fa riflettere anche un’altra cifra: nonostante la grande evidenza mediatica e perfino le fortune letterarie dedicate ai temi dei costi della politica, negli ultimi due anni la spesa per fare funzionare i tre principali palazzi, Quirinale, Camera dei deputati e Senato della Repubblica, è lievitata di 80 milioni di euro. Certo ci sono stati annunci di strette, di tagli di privilegi, di rivisitazione dei trattamenti economici. Ma alla fine poco o nulla di tutto ciò è avvenuto, e i costi sono saliti vistosamente contando sullo spegnersi delle polemiche e sul silenzio dell’opinione pubblica. Quel che è avvenuto nel cuore della politica a Roma è in misura maggiore accaduto in provincia, dove gli unici tagli che si sono sperimentati hanno riguardato i servizi offerti ai cittadini. Costano di più i funzionamenti di tutti i consigli regionali e comunali, sono aumentate con leggi ordinarie o anche solo regionali perfino le spese per quelle province che si volevano abolire. Se due anni fa si era stimato in 4 miliardi di euro complessivi il costo nazionale della politica, ora si è più vicini ai 4,3 miliardi secondo gli ultimi studi effettuati. Non è servita a nulla dunque la campagna per fare mettere un po’ a dieta chi decide i regimi alimentari altrui. Un’alzata di spalle e a quanto si vede dalle inchieste della magistratura in gran parte d’Italia, ai costi palesi sono tornati ad aggiungersi, sostanziosi, quelli occulti... Franco Bechis