Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  dicembre 20 Sabato calendario

TERNA ACQUISTA LA RETE ENEL: 62 MILA CHILOMETRI DI LINEE

Un anno di trattative. Ora Enel e Terna chiudono l’operazione: il gruppo guidato da Fulvio Conti cede a quello gestito da Flavio Cattaneo la quota residua di rete elettrica in suo possesso. Sono 18.583 chilometri di linee ad alta tensione che portano a quota 61.769 i chilometri di rete di proprietà Terna. Con un investimento di 1,152 mi-liardi, la società fa così un balzo al settimo posto tra gli operatori mondiali (la definizione tecnica è Tso, transmission system operator) e consolida la prima posizione tra i gestori indipendenti in Europa. Davanti, nel Vecchio Continente, Terna ha ormai soltanto la francese Rte (80 mila chilometri), interamente controllata dalla società pubblica Edf. Il gruppo italiano,. che vede come primo azionista singolo la Cassa Depositi e Prestiti e che è nato proprio da una scissione dell’ex monopolista Enel, con questa mossa si consolida sul terreno delle infrastrutture in soli tre anni Terna (che nell’operazione è stata assistita da Goldman Sachs e J. P. Morgan) ha praticamente raddoppiato la propria capacità: nel luglio 2005 possedeva 34.600 chilometri, oggi controlla il 98,3% della rete di trasmissione nazionale. Ovvia, quindi, la soddisfazione di Cattaneo: «L’accordo ci porta al primo livello in Europa e fa di Terna uno dei più importanti player di rete a livello mondiale. Ed è stato chiuso a condizioni compatibili con l’attuale situazione di mercato».
Anche Enel, che nella valutazione di congruità del prezzo è stata seguita da Leonardo & Co, Mediobanca e Banca Imi, festeggia l’intesa. Grazie alla cessione della quota residua di Elat (Enel Linee Alta Tensione: questo il nome della società), fa un nuovo passo avanti verso la riduzione del debito promessa da tempo agli analisti.
Conti, nel giugno scorso, ipotizzava di poter ricavare un valore tra 1,6 e 1,7 miliardi. La crisi dei mercati ha portato a un’ovvia limatura dei prezzi verso il basso ma, sottolinea l’amministratore delegato, «la valorizzazione effettiva per Enel è di 1,5 miliardi »: 1,152 per la cessione vera e propria, il resto legato «alla componente tariffaria relativa al riconoscimento delle efficienze pregresse, il cosiddetto profit sharing, che rimane in capo a Enel Distribuzione ».
Nell’ultima conference call, l’amministratore delegato del gruppo elettrico aveva ribadito che l’indebitamento netto della società sarebbe sceso «entro la fine del 2008 sotto i 50 miliardi», dai 51,3 indicati a metà novembre e dai 55,7 di fine 2007.
La cessione di Elat consentirà con tutta evidenza di centrare l’obiettivo. Non solo. In arrivo ci sono le altre dismissioni programmate: per il 28 dicembre l’azienda attende le manifestazioni di interesse per una quota di maggioranza della rete gas (la quota potrebbe arrivare fino all’80%, anche se la gestione resterà all’Enel), e nel 2009 saranno collocati presso investitori istituzionali quote per un 20-30% della nuova società Enel Green Power.
Se tutto andrà come da programma, le dismissioni si tradurranno in una riduzione del debito stimata tra i 5 e i 6 miliardi. Per gli uomini di Conti si aprirà lo spazio per rilevare il 25% della quota di Acciona in Endesa che il socio spagnolo (e le banche che lo finanziano) sono più che pronti a cedere.