Esce di scena Gola profonda l’eroe anonimo del Watergate di Ennio Caretto, Corriere della Sera, 20/12/2008, pag. 16, 20 dicembre 2008
ESCE DI SCENA GOLA PROFONDA L’EROE ANONIMO DEL WATERGATE
morto a 95 anni Mark Felt, detto «Gola profonda» da un celebre film porno dell’epoca, l’uomo che causò una delle maggiori crisi costituzionali della storia americana denunciando lo scandalo Watergate. Felt, definito dal New York Times
«la fonte anonima più famosa del mondo », ne svelò i particolari al cronista del Washington Post, Bob Woodward (che lavorò al caso con il collega Carl Bernstein), obbligando il presidente Richard Nixon a dimettersi e facendo processare 30 alti funzionari governativi tra cui il ministro della Giustizia John Mitchell, che scontò un anno e mezzo di carcere. Per 35 anni Felt, allora il numero due dell’Fbi, fu protetto dal segreto, finché nel 2005 non svelò la propria identità alla rivista Vanity Fair.
Lo scandalo esplose nel 1972-73, quando il Washington Post attribuì alla Casa Bianca un furto con scasso negli uffici del Comitato nazionale democratico al Watergate nel corso della campagna elettorale dell’anno precedente. Felt, da rigoroso difensore della giustizia, informò i giornalisti che gli uomini di Nixon tentavano di occultarlo. Come raccontò il film Tutti gli uomini del presidente,
con gli attori Robert Redford e Dustin Hoffman, lo 007 incontrava Woodward di notte in un garage sotterraneo della Virginia, dopo che questi metteva alla finestra della casa un vaso di fiori con un nastro rosso, segnale che aveva bisogno del suo aiuto. Come in un giallo, Felt scriveva l’ora dell’incontro su una copia del New York Times, a pagina 20, lasciandogliela sui gradini dell’ingresso.
A quanto ammesso da lui stesso, Nixon, un repubblicano, sospettò di Felt, a cui l’Fbi aveva affidato l’inchiesta del Watergate. Ma non riuscì a ottenerne le dimissioni che alla fine del ’73. Troppo tardi: il Congresso controllato dai democratici lo aveva già incriminato, e nell’agosto del ’74 il presidente, giudicato colpevole, dovette andarsene. Nixon venne graziato dal successore Gerald Ford, ma in un tardivo regolamento di conti Felt fu condannato a pagare una grossa multa per abuso di potere in un’altra inchiesta, quella sui Weather Underground, un gruppo sospettato di terrorismo. Lo graziò nell’80 un altro presidente repubblicano, Ronald Reagan, con il consenso di Nixon, ormai pentito. Da quel momento, «Gola profonda» scomparve dalla scena.
Mantenendo la parola, Woodward e Bernstein non rivelarono mai la sua identità, alimentando i sospetti che si trattasse di una talpa della Casa Bianca. Felt, che perse la moglie nell’84, godette a lungo dell’anonimato. Sul suo operato fu polemica continua. Felt era l’agente prediletto di Edgar Hoover, il mitico direttore dell’Fbi morto nel ’72, il suo successore designato. Ma Nixon gli antepose Patrick Gray, e sorse il dubbio che Felt, denunciandolo, avesse voluto vendicarsi, anziché difendere la verità.
Nel 2005, quando il mistero fu sciolto, Felt, che nella seconda guerra mondiale aveva dato la caccia alle spie naziste (la Cia non esisteva ancora), diventò un eroe nazionale. Insieme con un compagno, John O’Connor, nel 2006 Felt scrisse un best seller, «La vita di un G-man», come gli agenti vengono chiamati. E concesse a Woodward e a Bernstein l’autorizzazione a raccontare tutto su di lui. Ai giornalisti disse: «Io sono l’uomo che conosceste come Gola profonda».