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 2008  dicembre 25 Giovedì calendario

Riccardo Villari. Presidente della Commissione Vigilanza Rai eletto in quota Pd ma con i voti del Popolo della Libertà

Riccardo Villari. Presidente della Commissione Vigilanza Rai eletto in quota Pd ma con i voti del Popolo della Libertà. Dalla nuova poltrona, rifiuta di dimettersi. Gli hanno dato del «poltronista napoletano, mastelliano e democristiano», e pure del cafone. Oltre che del Casanova pasticcione. «Nelle accuse che mi hanno mosso c’è una vena di razzismo. Sono un napoletano doc e me ne vanto. Di Clemente sono un amico sincero. Per sette anni sono stato nella Margherita e mi pregio di essere un fondatore, un militante e un parlamentare del Pd. Qualche divanista di professione mi accusa di essere un poltronista e la cosa mi da sorridere. Mi sono piovute addosso accuse e umiliazioni inaccettabili. I giornali mi hanno fatto nero: leggo di un Villari che francamente non conosco». *** «Sono un discendente di quel grande meridionalista che si chiamava Pasquale Villari. Il mio bisnonno, Francesco Vairo di Novi Velia, era senatore del Regno, mio nonno Antonio Villari era il medico della regina Carolina. Papà Vittorio, un internista e professore universitario». *** Secondo di quattro fratelli. Ha una passione per il mare e le barche, per il tennis e per Capri. Gli attibuiscono molto successo con le donne. «Forse le donne avvertono la mia curiosità perché le ritengo centrali: l’amore, nella vita di un uomo, è un motore fortissimo». *** Barbara D’Urso è stata la sua prima fidanzatina. «Eravamo ragazzini, ma io avevo avuto già qualche esperienza. Per lei, invece, sono stato il primo. Tra di noi c’è stato solo qualche bacio. Giocavamo a fare gli adulti: ognuno raccontava all’altro i sogni e le ambizioni. Ci siamo conosciuti al liceo Genovesi e la sera ci incontravano in via Petrarca con il resto della comitiva. Ho un ricordo dolcissimo: lei abitava a Mergellina e il papà era molto geloso. Poi ci siamo persi di vista. Nessuna rottura o conflitto. Per anni ho saputo di lei, della sua carriera, leggendo i giornali. In questi giorni ci siamo risentiti e spero di incontrarla presto per un caffè». Per una decina d’anni è stato sposato con Annalisa e nove anni dopo si è messo con la contessa Antonella Oliveri del Castillo. «Ho vissuto quel momento con dolore perché credo molto nella famiglia e nel vincolo matrimoniale. Poi c’era nostro figlio Vittorio: aveva nove anni e questa situazione gli ha provocato tanta sofferenza. Ma non potevo fare altro che andarmene di casa: la passione per Antonella mi ha travolto. Io ho lasciato mia moglie, lei suo marito». Nel 2005 chiude con Antonella. Attualmente sta con Alessandra. «Ci siamo conosciuti e innamorati: lei ha quattro figli e per questo abbiamo preferito rinunciare alla convivenza. Ma Alessandra può diventare la donna definitiva». Le sue storie più importanti sono durate dunque in media dieci anni. «Se una storia dura dieci anni non penso mai a un fallimento. Dico: per fortuna c’è stata. Già questo è positivo». Tutte donne con una vocale in comune: la A di Annalisa, Antonella, Alessandra. «Forse è arrivato il momento di passare alla ”B”. […] In ogni caso quella delle A è vera: ognuna rappresenta un momento particolare. Annalisa la responsabilità. Antonella la passione. Alessandra la consapevolezza». *** Tifoso del Napoli. Ha fondato il Napoli Club Parlamento, il cui slogan, riferito a un calciatore azzurro, è: «Meno male che il Pocho c’è».