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 2008  novembre 29 Sabato calendario

ROMA - Il mondo dell´hard è pronto a scendere in piazza, a protestare contro il decreto anticrisi del governo che annuncia una porno tax, estesa peraltro ai programmi tv a luci rosse

ROMA - Il mondo dell´hard è pronto a scendere in piazza, a protestare contro il decreto anticrisi del governo che annuncia una porno tax, estesa peraltro ai programmi tv a luci rosse. In pratica chi produce e commercializza materiale porno tra un paio di mesi dovrà sborsare un´addizionale Irpef del 25%: una proposta già fatta per la Finanziaria 2006 (ma mai attuata), relatrice Daniela Santanché. « un ritorno al passato. Abbiamo già lottato contro la tassa Santanché ed è pazzesco che Tremonti voglia ancora punire con prelievi fiscali un settore in profonda crisi come quello dell´eros», commenta indignato Riccardo Schicchi, con un avvertimento al governo. «Berlusconi sta facendo un errore. A tassare l´eros si rischia di perdere consensi, quindi voti: dovrebbe invece detassare le tredicesime, così la gente potrebbe dedicarsi di più sul sesso». Secondo le ultime rivelazioni Eurispes, il giro d´affari del porno sfiora il miliardo di euro all´anno, ma gli operatori del settore fanno notare che sono i circuiti illegali (quindi non tassabili) a fare la parte del leone. «Per chi lavora nella legalità la situazione è critica. Io produco porno da 15 anni e garantisco che, mentre negli anni 90 ci si arricchiva, oggi in Italia si sopravvive appena», testimonia Rocco Sifreddi, pornoattore e produttore "emigrato" in Ungheria. « facile tassare il porno, lo giustificano pensando che l´eros sia inutile alla gente, alla società. Sbagliano, anche politicamente. Intanto il mio business con l´Italia io l´ho ridotto al 10%: gran parte del mio volume d´affari è rivolto verso Usa, Australia, paesi dell´Est e il resto dell´Europa, pagando meno tasse». Anche le regine del porno italiano sono scese sul piede di guerra. «Trovo la pornotax una cosa un po´ ipocrita. In Italia non si potrebbe neanche produrre il porno e allora non si possono neanche pretendere le tasse. Se invece si fa del porno un´attività totalmente legittima allora si può anche tassare», dichiara l´ex pornostar Eva Henger, con allusione al fatto che la bozza del decreto minaccia tasse soltanto per pornografia con "sesso vero". Tradotto: il prelievo non riguarderà chi produce o commercializza "opere" di incitamento alla violenza o materiale pedo-pornografico. «Altro che tasse, dovrebbero linciarli quelli che fanno la pedo-pornografia: sono equiparabili ai trafficanti di organi umani, niente a che vedere con i sani dvd a base di eros che facciamo noi della Rocco Siffredi Productions», sbotta il divo del porno nazionale Siffredi, con una battuta per il premier: «A Berlusconi consiglio di ripensarci, questa tassa è ingiusta. La sua è una invasione di campo: ma visto che ha buongusto nella scelta delle ministre, allora gli dico che potrei occuparmi io di Mara Carfagna, di Mariastella Gelmini, di Michela Brambilla». Attori e produttori di porno concordano che il porno è stato messo in ginocchio da Internet («su Youporn trovi di tutto, portali gratis sono ovunque e senza parental control vi accedono pure i bambini» denuncia Schicchi) e Ilona Staller indica al governo i problemi del settore hard: «La pornotax non potrà provocare più problemi di quelli che ci sono già dall´avvento di Internet. Si può infatti scaricare qualunque cosa gratis o comprare film pirati. La tassa è solo l´ultima mazzata su un settore in crisi». Un messaggio per il ministro Tremonti? «Pornografia e prostituzione esistono da quando esiste il mondo. Colpiamo piuttosto chi ha lo yacht, la mega villa o chi chiede ancora di essere pagato in nero».