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 2006  ottobre 02 Lunedì calendario

MARGHERITA GRANBASSI PER FOGLIO DEI FOGLI 6 OTTOBRE 2008

Margherita Granbassi nacque a Trieste il primo settembre 1979, figlia di Gianfranco e ”Fini”: «Fini sta per Josephine, è in parte austriaca e le devo molto. Per anni si sobbarcava ogni giorno il viaggio da Trieste a Udine per accompagnarmi in auto agli allenamenti con Andrea Magro, che adesso è il nostro ct. In famiglia siamo in quattro, due fratelli e due sorelle, io sono la più giovane e ho cominciato con la scherma perché la facevano loro». [1] Oltre a giocare coi fratelli Francesco (Franz), Manlio e Giovanna, da bambina sognava di diventare come Lady Oscar, il personaggio dei cartoni animati. «In parte ho realizzato il sogno. Anche lei è un militare e se la cava piuttosto bene con la spada». [2] Già allora aveva una seconda passione, il giornalismo: «Quando giocavo a subbuteo con mio fratello facevo sempre la telecronaca. Conoscevo tutti i nomi dei giocatori perché facevo la collezione di figurine. E in più sono sempre stata brava a imitare Sandro Ciotti». [3]

Il nonno paterno Mario, lussemburghese («a Trieste nessuno è solo italiano»), di cognome faceva Niederkorn, poi italianizzato in Granbassi. Pioniere del giornalismo moderno, nel 2007 Trieste ha celebrato i cento anni dalla sua nascita con una mostra intitolata ”Quando c’era Mastro Remo”: «Ebbe purtroppo carriera breve, ma fulminante: a 24 anni capo cronista al ”Piccolo”. All’inizio collaborò da Pisino d’Istria, la sua città natale, poi si trasferì a Trieste». Talento precoce, nonno Granbassi bruciò le tappe e nel ”31 si lanciò in un’altra avventura: «Nacque la Eiar anche a Trieste, la stazione radio di Stato. Per lui rappresentò un doppio lavoro: fu radiocronista, uno dei più apprezzati. E poi si misurò in un programma per ragazzi: un gioco radiofonico, un originale radiodisegno misterioso. Curiosando tra le memorie di mio nonno, ho ritrovato fotografie, lettere di bambini e ragazzi che lo ascoltavano in ogni parte d’Italia. Per tutti fu Mastro Remo». [4]

Medaglia d’oro al valor militare del regime fascista, a fianco dei franchisti durante la Guerra Civile, Mario Granbassi morì in Spagna nel 1939 ed è seppellito a Saragozza. Fino al 1945 a Trieste ci fu una via a lui intitolata, adesso l’assessore alla Cultura Massimo Greco e il vicesindaco Paris Lippi (entrambi ferventi militanti di destra) vorrebbero dedicargli una scalinata, idea che ha suscitato la protesta dell’opposizione che non vuole omaggi a «un combattente per il Duce e per il Caudillo». Il Piccolo ha ricevuto una lettera firmata da sessanta docenti catalani: «Abbiamo avuto quasi cinquemila morti, in gran parte procurati dall’Aviazione legionaria. Siamo convinti che chi collaborò con i franchisti può essere oggetto di studio e di riflessione storica ma mai di esaltazione e di riconoscimento etico positivo». [5]

La piccola Margherita sembrava nata per strada. Andrea Magro, attuale commissario d’arma del fioretto, la vide per la prima volta a otto anni: «Le davi una racchetta e giocava a tennis, una bici e faceva ciclismo, altrimenti correva. Una forza della natura: avrebbe potuto emergere in tantissimi sport». [6] Prima delle medaglie, la scherma ha portato alla Granbassi molte lacrime, dai legamenti saltati alla vigilia dei Mondiali 2001 alla delusione dei Giochi di Atene (2004). [7] Marco Ansaldo: «Quando i messicani della rivista ”Record” la videro ad Atene ci misero due minuti a eleggerla l’atleta più bella delle Olimpiadi. Anche ”Paris Match” e ”Marie Claire” le dedicarono foto e servizi come a una modella. Il problema è che mentre la Granbassi saliva sul podio dei sex symbol, insieme alla Piccinini, alla Beard e a Amy Taylor, la stopper della Nazionale australiana da cui ogni centravanti sogna di essere marcato, Valentina Vezzali e Giovanna Trillini saltavano su quello vero. Prima e seconda, mai vista una finale così alle Olimpiadi. Lei giù, a guardarle». [8]

Bella e bionda, la Granbassi temeva di essere come la tennista Anna Kournikova, una perdente con fascino: « gradevole che ti giudichino bella ma è più gratificante che ti trovino brava: se devo scegliere, meglio la Sharapova che è ammirata anche perchè vince». [8] Per la prima vittoria individuale ha dovuto attendere anni. Ansaldo: «Persino nel 2005, quando si aggiudicò la Coppa del Mondo, che quell’anno mancava della Vezzali in maternità, si impose con una sola vittoria, a Seul, e tanti piazzamenti, come Balmamion ai Giri d’Italia degli Anni Sessanta. Dicevano che le mancava la rabbia nei momenti decisivi, occhi meno fascinosi da gatta e più da tigre, come Valentina, l’eterno punto di riferimento». [1] Lei non se n’è mai fatta un cruccio: «Il voler vincere a tutti costi è l’aspetto che meno mi piace del mio sport. Ci sono colleghi per i quali la vittoria è una questione di vita o di morte. Per me, la sconfitta è solo una sconfitta sportiva». [2]

Nel 2006 vinse a Torino il titolo mondiale, battendo in semifinale Giovanna Trillini e in finale Valentina Vezzali, 7-6 al ”supplementare”: «Di solito al supplementare faccio schifo e mi blocco, perdo sempre. Qui ne ho fatti tre e li ho vinti tutti, il più drammatico è stato quello con la coreana Nam, lei aveva il vantaggio della priorità e l’ho colpita a cinque secondi dalla fine. Pensavo di aver toccato il massimo, ero nelle prime quattro. Poi ho battuto la Trillini che è fantastica, fu la sua vittoria alle Olimpiadi di Barcellona a convincermi da bambinetta a fare scherma. La finale? Non avevo niente da perdere». [1] Frenata dal ritorno di vecchi problemi al ginocchio sinistro, ai mondiali 2007 subì in finale la rivincita della Vezzali. Tornata in forma dopo un intervento per mettere a posto i legamenti, agli Europei 2008 vinse l’argento, sconfitta in finale dalla francese Wuilleme. [9]

A luglio, in partenza per le Olimpiadi Pechino, sembrava che andasse ai Giochi più per il titolo di Miss che per la medaglia. Carlo Santi: «Non le scoccia di dover andare in pedana, lei così bella, con la tuta e il casco. Insomma, tutta coperta». La Granbassi: «Le tenniste possono spogliarsi di più e tutti le ammirano. Noi? Procuriamo il mistero: chi ci guarda può immaginare cosa c’è dentro la tuta». [10] Paolo Condò: «Quando entriamo nel negozio di spade antiche per scattare una foto sensata, lo spirito di Uma Thurman in Kill Bill quasi la possiede e davanti alla splendida assassina il commesso vorrebbe darsela a gambe. Tenetevi le vostre Beard e Ivanovic, noi andiamo a spasso per Pechino con Margherita. L’Italia non potrebbe presentarsi meglio alla Cina». [11] Eletta dopo la cerimonia inaugurale tra le prime otto bellezze della manifestazione, minimizzò: «Oddio, alla parata ho incontrato la Ivanovic, la tennista serba, e mi pare che mi batta». [12]

In pedana per il torneo individuale, eliminò l’olandese Angad-Gaur e le russe Nikichina e Lamonova, ma in semifinale fu annichilita da Valentina Vezzali (12-3), che avrebbe poi conquistato il terzo titolo olimpico consecutivo: «Non mi riusciva niente». Nella finale per il bronzo, ebbe la meglio su Giovanna Trillini (15-12): «A fine stagione Giovanna si ritira. stata una grande compagna, mi spiace averle tolto l’ultima medaglia olimpica, ma per me era la prima...». [13] Insieme avrebbero poi vinto il bronzo a squadre, sconfitte in semifinale dalle russe per 22-21 (contestazioni per una stoccata negata alla Vezzali nel supplementare). [14]
Tornata in Italia e informata di nuove repressioni cinesi in Tibet, annunciò l’intenzione di donare al Dalai Lama la sua maschera: «Noi atleti non siamo supereroi, e nemmeno esperti di politica. L’unica cosa che possiamo fare è comunicare, fare in modo che non si dimentichi questo dramma: così ho pensato alla maschera, un simbolo di protezione, e non al fioretto, che è un’arma, qualcosa di inappropriato per un popolo pacifista come quello tibetano». [6]

Dal 2001 residente a Narni, allenata a Terni dal maestro Giulio Tomassini (lo stesso della Vezzali), la Granbassi studia a Perugia ”Scienza e tecnologia della produzione artistica”. Diceva già nel 2006, appena vinto il mondiale: «La tv è un mio obiettivo, vorrei diventare una giornalista brava da condurre i talk show». [1] Magro si lamentò scherzosamente che oltre al campanilismo (Udine vs Trieste) li divideva solo la politica: «Continuo a dirle che il governatore del Friuli, Illy del centrosinistra, ha fatto un gran lavoro a Trieste e ora in Regione». Lei si limitò a concedere: «Fa anche un buonissimo caffè...». [15] Fece scalpore il fatto che avesse messo sul suo sito internet una foto con Gianfranco Fini: « l’unico uomo politico che ammiro ma non è una foto di propaganda. L’abbiamo fatta in occasione di una premiazione e ho deciso di metterla sul sito». Lei è di destra? «No, mi piace Fini, ma non sono di destra». [2]

A gennaio 2007, ormai nota come «la sportiva più bella d’Italia», fu scelta come testimonial per il lancio italiano del dvd del Pirata dei Caraibi. Fabiola Bertinotti, responsabile comunicazione della Disney: «A me ricorda vagamente la protagonista Keira Knightley e poi è solare, semplice». Scrisse la Gazzetta dello Sport commentando la performance al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano: «La prima prova da attrice funziona alla grande. Margherita Granbassi risponde a tono alle provocazioni di un ”finto” pirata che piomba in sala». Lei colse l’occasione per ribadire l’interesse per un futuro televisivo: «Mi attira quel tipo di giornalismo, l’idea di condurre un telegiornale: amo Tg5 e Tg2, ma mi piacerebbe anche fare delle interviste agli sportivi. Di sicuro, mi spaventa più il lavoro che si fa nelle redazioni dei quotidiani». [16]

Ad agosto 2007 disse che la Rai l’aveva cercata per Notti sul ghiaccio, «ma avrei dovuto sacrificare gli allenamenti». C’era stata anche una proposta per L’isola dei famosi, «ma con i Mondiali alle porte la partecipazione non è stata possibile». Già collaboratrice di Sky, le chiesero se voleva rubare il posto ad Ilaria D’Amico: «Di calcio non ne capisco molto, però preferisco Cristina Parodi, mi piace il suo stile. La D’Amico è molto brava ma di lei, più che per la sua competenza, si parla per la bellezza e per i vestiti che indossa. Non vorrei che mi accadesse la stessa cosa». [2] Proposte più ardite, manco a parlarne: «Non poserei mai nuda per un calendario, non lo accetterei. Potrei dire sì solo per beneficenza, nella serie di scatti di un maestro della fotografia». [17]

Non si erano ancora placate le polemiche per il duetto della Vezzali con Berlusconi durante Porta a porta («da lei mi farei davvero toccare» ecc.), che lo scorso settembre Michele Santoro ne ha annunciato l’ingaggio per Annozero, destinata ad occuparsi di ”Generazione zero”, la sezione del programma dedicata ai giovani. [18] Il presidente dell’associazione telespettatori cattolici (Aiart) Luca Borgomeo: «Che c’entra col giornalismo? Quanto sarà pagata?». La Granbassi: «Non so nemmeno quanto mi daranno. Ma se può interessare, la mia agenzia, la ”Red Carpet”, mi dice che è un ingaggio irrisorio». [19] Lo staff della nazionale le ha dato subito l’ok. Magro: «La scherma è uno sport logorante, se uno trova qualcosa d’altro su cui impegnarsi e scaricare la tensione non ci vedo niente di male. L’importante è avere sempre chiaro quali sono le priorità». [20]

La Granbassi, che nel 2004 fu la prima donna assunta al Centro sportivo dei Carabinieri, ha avuto molti più problemi per convincere i vertici dell’Arma. Il comandante Siazzu ha subito fatto sapere che non avrebbe ottenuto il nulla osta: «Non ci può essere un rapporto di lavoro continuativo e retribuito per gli atleti in forze da noi. Le regole valgono per tutti». Il ministro La Russa ha cercato di mediare: «Esistono regole precise: io ho la buona volontà di fare in modo che si rispettino, ma anche di dare alla Granbassi la possibilità di fare questa esperienza nei limiti del consentito. Mi auguro che si riesca a trovare la strada». [21]

Arrivata una temporanea autorizzazione con riserva, la Granbassi ha esordito il 25 settembre in una puntata dedicata all’Alitalia. Alessandra Comazzi, critico tv de La Stampa: «Fa la sua domandina alla figlia di uno steward: ”Non si parla mai delle loro famiglie”, afferma. Peccato che nei servizi precendenti fossero già state abbondamente intervistate. Ma passi. Dunque chiede, in modo peraltro disinvolto: ”Che aria tira?”. Sarà il linguaggio dei giovani? La ragazza risponde, Giandotti fa un’altra domanda, ma poi il gioco si fa duro e i duri tornano a giocare sotto l’ala di Capitan Santoro. E Granbassi? Sparita. Confinata con il suo maglione brillante a sognare Zorro. Risvegliata solo nel finale. Due Stoccate (blande) e fuga». [22] Antonio Dipollina (Repubblica): «Ha fatto la sua - piccola - parte così come, con ogni probabilità, l’avrebbero fatta altre centinaia di aspiranti». [23]

Le critiche più feroci le sono arrivate da Francesco Cossiga: «Una donna maresciallo dei carabinieri (in realtà è carabiniere semplice, ndr), per giunta campionessa di scherma, va in televisione a fare quasi la ”velina”», «Ignazio (La Russa) probabilmente ha pensato che nell’era del ”talk show” questo fosse un modo per fare propaganda all’Arma dei carabinieri avvicinandola ai giovani. Rilanciando questa sua felice intuizione, mi sento di suggerirgli di contattare Striscia la notizia e di fare prendere, per un certo periodo, come veline due carabiniere, una bruna e una bionda anche se non sono olimpioniche», «Di carabinieri in gonnella ne conosco di più carine» ecc. [24] L’ex presidente della Repubblica ha poi annunciato che per protesta avrebbe disertato la cerimonia del 16 ottobre per i trent’anni dalla nascita dei Gis, il reparto d’élite dei Carabinieri. [25]

Dopo la prima puntata, i Carabinieri hanno ritirato l’autorizzazione, pronti alla messa in congedo in caso di disobbedienza all’ordine. Tiziana Bottazzo: «Nel pomeriggio di martedì ha ricevuto un fax dei Carabinieri che le annunciava la ”revoca dell’autorizzazione alla collaborazione precedentemente concessa, considerato che il provvedimento era subordinato al fatto che non si concretizzassero situazioni di inconciliabilità”. Come mai si sono concretizzate? Sostiene l’Arma: ”La constatazione che la sua partecipazione alla puntata del 25 settembre, nella qualità di carabiniere, ha determinato una diffusa percezione in pubblico di inconciliabilità con i doveri del carabiniere e dell’immagine dell’Arma”». [26]

La Granbassi ha reagito chiedendo la messa in aspettativa. «Ho prodotto, come mi chiedevano, un contratto Rai a titolo gratuito. Senza nemmeno un rimborso spese, perché le spese sono pagate direttamente dalla Rai. Mi sono impegnata nel privilegiare l’attività sportiva, nell’essere imparziale ed equidistante». [27] Cossiga, che ha anche scritto una lettera ad Annozero per scusarsi dei precedenti attacchi: «Credo che la soluzione sia l’aspettativa, che la Polizia di Stato ha concesso ai suoi atleti che l’hanno chiesta. Quel che sta succedendo è che Viale Romania (sede del Comando generale dell’Arma dei Carabinieri, ndr) è entrata nel... pallone». [28] Il Comando Generale: «Le possibilità per la Granbassi sono tre: restare nell’Arma e continuare a fare la carabiniere-atleta, rinunciando ad Annozero; può congedarsi; può partecipare al programma senza presentare le dimissioni. In questo caso la normativa prevede che venga diffidata dal Ministero della Difesa, le verrà concesso un termine e in caso di mancato adempimento, verrà congedata d’autorità». La Granbassi: «Appartenere a un’Arma per noi degli sport minori è come avere una borsa universitaria che premette di salire sul podio, noi in cambio diamo prestigio. Ma lo sport ha una durata limitata ed è giusto darci la possibilità di prepararci per il futuro». [26]

Fidanzata per anni con un Francesco di Narni, dal 2007 la Granbassi è tornata single. Arma di seduzione preferita «un bell’abito con una profonda scollatura sulla schiena, penso la mia parte più sexy», dice che il problema sono gli uomini: «In giro ci sono troppi maleducati e le buone maniere sono ormai una rarità ». [2] Mattia Chiusano: «A Margherita piace Matteo Marzotto, che ha conosciuto a Pechino. Il look di Lapo Elkann la affascina. ”Sto cercando un uomo così forte da dimostrare di poter essere debole”». Tra le sue passioni l’arte, colleziona poster e cataloghi: «De Chirico diceva che un quadro non va spiegato, e io non tento nemmeno di spiegare perché lui sia il mio artista preferito: so solo che molte figure che rappresenta mi affascinano, soprattutto il manichino che è preponderante nella sua pittura». [6] Una passione per i dobermann, ne ha uno di nome Greta. Già nel 2006 aveva caricato sull’Ipod 15mila canzoni («c’è di tutto, da Mozart a Vecchioni»), da ultimo una passione per Via le mani dagli occhi dei Negramaro. [7] Tifa (timidamente) per la Juve. Ha per portafortuna un guanto: «Me lo ha regalato papà, e sul dorso ha dipinto un elefante. Quell’immagine l’ha catturata dal film Paura d’amare». [28]