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 2004  luglio 08 Giovedì calendario

APERTURA FOGLIO DEI FOGLI 18 AGOSTO 2008

Il 5 settembre 1972 a Monaco di Baviera il nuotatore statunitense Mark Spitz stabilì un incredibile record di medaglie d’oro vinte in una singola olimpiade: 7 (100 e 200 stile libero, 100 e 200 farfalla, le staffette 4x100 sl, 4x200 sl, 4x100 mista). «Keith Jackson, dell’Abc, mi chiese se questo record di medaglie sarebbe stato imbattibile, io gli risposi: ”Bene, spero di vivere abbastanza per vederlo superato”». [1] Il 30 giugno 1985, a Baltimora, nacque Michael, terzo figlio di Fred Phelps, poliziotto a cavallo, e di Debbie, impiegata. A sette anni, dopo aver preso in mano una mazza da baseball e un casco da football, decise per il nuoto, forse per imitazione delle sorelle Hillary e Whitney. Quest’ultima fu a una bracciata dal far parte della squadra americana per l’Olimpiade di Atlanta (1996). [2]

Essendo Fred Phelps un po’ troppo manesco, il matrimonio con Debbie finì col divorzio. [2] Michael crebbe un po’ troppo scugnizzo. Paolo Rossi: «Non stava mai fermo. Rompeva le cose. Troppo spesso per essere normale, tanto che il pediatra a sette anni gli diagnosticò una brutta sindrome, la Adhd, meglio conosciuta come sindrome da deficit di attenzione e iperattività. E così il dottor Wax gli prescrisse tre dosi quotidiane di Ritalin, uno psicofarmaco, ed alzò le mani: dislessia, impossibilità di avere rapporti sociali e depressione erano dietro l’angolo, per lui. In più metteteci anche la separazione dei vostri genitori: non è un bel quadro, vero? Non è finita: a scuola, non riuscendo a focalizzare l’attenzione, le cose non andavano meglio. I compagni di scuola lo chiamavano ”dottor Spock”, per via delle sue orecchie a sventola». [3]

Michael si rifugio nell’acqua. Emanuela Audisio: «Lì almeno, nessuno faceva battute. Solo un allenatore si permise di dirgli: ”Ragazzo, non uscirne più. Tu sei fatto per stare dentro, non fuori”. Andò anche a dirlo a Debbie. ”Signora, mi affidi suo figlio, è un fenomeno, può nuotare davanti a tutti fino al 2008”. La madre rispose sconvolta: ”Lei è pazzo, Michael è solo un bambino”». [4] Giorgio Viberti: «A 11 anni batteva i ragazzi di 17, a 13 anni cominciò a fare pesi per dominare nelle categorie giovanili, a 15 anni e 9 mesi è diventato il più giovane primatista assoluto, a 16 anni e 4 mesi il più giovane professionista americano». [5]

A 15 anni partecipò all’Olimpiade di Sydney (2000), secondo nuotatore statunitense più giovane della storia (battuto solo dal Ralph Flanagan di Los Angeles ”32). Perrone: «Si staccò dai blocchi dei 200 farfalla con il miglior tempo di reazione: 0”74. Poi crollò nel finale e arrivò quinto. Ingenuità del novellino». L’anno successivo, ai Trials, stabilì il record mondiale dei 200 farfalla (1’54”92). Nel 2001, a Fukuoka, vinse l’oro mondiale dei 200 farfalla. Nel 2003, alla rassegna iridata di Barcellona, gli ori furono quattro: 200 e 400 misti, 200 farfalla, 4x100 mista sl, argento nei 100 farfalla e con la 4x200 sl. [2]

Phelps, alto 191 cm, 85 kg (fino a qualche anno fa erano 80), numero di scarpe 48-49, ha una struttura muscolare perfetta, ossa leggere, vita stretta, spalle larghe. «Ho le braccia e il torso lunghi, le gambe tozze: il corpo ideale per un nuotatore». [6] Oltre a quelli in piscina, macina record anche a tavola. Perrone: «Lou Sharkey, proprietario di Pete’s Grill in Greenmount Avenue (North Baltimore), gli porta in tavola dopo l’allenamento del mattino, nell’ordine: un sandwich con uovo fritto e formaggio con lattuga, pomodori, e cipolle fritte; tre pezzi di toast francese; una frittata; una ciotola di farina d’avena; per finire tre fette di pancake al cioccolato. ”Certe volte sostituisce il pancake con un milkshake” dice Lou. Ah, perbacco». [7]

Ad Atene (2004), quando già aveva messo nel mirino il record di Spitz, arrivò a sei medaglie d’oro: 200 e 400 misti, 100 e 200 farfalla, 4x200 sl, 4x100 mista, dovette accontentarsi del bronzo nei 200 sl e nella 4x100 sl. Disse all’epoca il coach Bob Bowman: «Nella farfalla aveva uno stile troppo disordinato, con una specie di singhiozzo ad ogni bracciata. Abbiamo lavorato sulla ritmica, Michael ora respira ad ogni bracciata, in modo da irrobustire la parte superiore del corpo. Nel dorso aveva il vizio di piegare il braccio, come ad artiglio, lo abbiamo raddrizzato e adesso ha un’entrata più efficace. Nella rana gli altri nuotano da dio, lui da uomo, spingendo i piedi lontani. Nello stile libero era molto indisciplinato, l’ho spinto a sei battute di piede per ogni ciclo di braccia». [4]

Dopo Atene, Phelps fu protagonista di alcuni episodi infelici. Viberti: «Fermato dalla polizia mentre guidava in stato di ebbrezza, era stato condannato a tenere dei corsi scolastici sulle virtù indispensabili per chi si mette al volante. Cosparsosi il capo di cenere, il Kid era poi stato pescato in un goffo tentativo di avance a Jenna Bush, una delle gemelle figlie del Presidente americano, ed era finito - non certo per le sue imprese sportive - sulle pagine del New York Post. Infine, ai Mondiali in vasca corta di Indianapolis, si era arreso al mal di schiena, facendo storcere il naso a chi già lo proiettava sul trono del più grande nuotatore di sempre». [5] Phelps:
«Avevo raggiunto praticamente il top: è stato difficile trovare nuove motivazioni». [8]

Per riprendere la concentrazione, fu importante comprar casa e andare a vivere da solo. «Non avevo più mamma a cucinarmi o a farmi la sveglia di mattina. Ho dovuto lavarmi i piatti, scoprire che non avevo tazze per mangiare i cereali, perdermi nei programmi delle lavatrici, insomma darmi da fare». [9] Ai mondiali di Montreal (2005) gli ori furono quattro: 200 sl e misti, 4x100 e 4x200 sl. Ai mondiali di Melbourne (2007), la prova generale del record di Pechino con sette medaglie d’oro: 100 e 200 farfalla, 200 e 400 misti, 200 sl, le staffette 4x100 sl e 4x200 sl. «Mi chiedono se c’è un segreto per i miei risultati e la risposta è semplice: io odio perdere. Credo sia la mia dote migliore». [10] Bowman: «Michael non ha più attributi degli altri, ma un cuore, anzi due cuori». [11]

L’americana Nbc, broadcast olimpico, ha preteso che le finali di Pechino si svolgessero nella sera americana, quindi di mattina. [12] Phelps ha cominciato con l’oro nei 400 misti, a tempo di record mondiale (10 agosto). Stefano Arcobelli: «4’03”84 impossibile per gli altri, a cominciare dal magiaro Cseh autore del record europeo in 4’06”16, a 2”32 da Michelone». [13] Quindi ha vinto con la 4x100 sl (11 agosto), uno dei due titoli che aveva mancato ad Atene, record mondiale crollato di ben 4 secondi. [14] Il terzo oro è arrivato dai 200 sl (12 agosto). Claudio Gregori: «Questa gara è stata la sua rivincita. Quattro anni fa, ad Atene, infatti, Phelps era arrivato terzo in 1’45”32, dietro a Thorpe, che aveva portato il record olimpico a 1’44”71, e a Van den Hoogenband. Oggi Phelps lascerebbe anche quel Thorpe a quasi quattro metri». [15]

L’oro n. 4 è arrivato dai 200 farfalla (13 agosto). Gregori: «A metà gara è passato in 53”53, 9 centesimi meglio del suo record del mondo. Ma lì si è cimentato con un problema nuovo. Entrava acqua nei suoi occhialini. Phelps non si è spaventato. Più tardi racconterà: ”Dopo un po’ non vedevo più nulla. Le lenti erano appannate. Ho cercato di contare le bracciate per l’ultima virata”. Si è trovato come un viandante che vaga nella nebbia. Ma nemmeno stavolta ha perduto la sua meta. riuscito a fare in qualche modo l’ultima virata, 1’22”75, e senza flessioni ha chiuso in 1’52”03, nuovo primato del mondo». [16]

Tra l’oro n. 4 e l’oro n. 5 sono passati appena 58 minuti, spesi nell’attesa della finale della staffetta 4x200 sl. Gregori: «Al segnale Phelps è partito deciso e ha fatto subito il vuoto. Accanto a lui il giovane Marco Belotti sembrava un guscio di noce accanto a una barca d’altura. Phelps vinceva da solo la gara con una frazione da 1’43”31: lanciava, infatti, Lochte con cinque metri sul più vicino degli avversari, Grant Hackett. Per gli americani era un gioco da ragazzi sfondare il muro dei 7 minuti. Phelps 1’43”31, Lochte 1’44”28, Berens 1’46”29, Vanderkaay 1’44”68 toccavano in 6’58”56, togliendo altri cinque secondi al record del mondo. I russi Lobintsev, Lagunov, Izotov e Sukhorukov, staccati di dieci metri, con 7’03”70 miglioravano il primato d’Europa. Umano Phelps così collezionava il quinto oro. L’ha impreziosito, come gli altri, col record del mondo. Phelps, però, stavolta si è mostrato umano, molto umano. ”Ho realizzato il mio sogno. Sono rimasto senza parole e sul podio mi sono messo a piangere”, ha detto. Pago e commosso». [16]

Vinti i 200 misti (15 agosto), tra lui e il record di Spitz, restava l’ostacolo più difficile, i 100 farfalla (16 agosto). Settimo alla virata, davanti c’era il serbo Milorad Cavic, che non dava l’impressione di mollare. Ai 70 metri Phelps era ancora dietro, agli 80 aveva guadagnato poco, Cavic avanti più d’un metro, il mondo incollato alla tv cominciava a dubitare. Ai 90 metri era più vicino, ma nessuno avrebbe scommesso su di lui. Poi, negli ultimi 10 metri, ha compiuto una specie di miracolo toccando la piastra un centesimo di secondo prima dell’avversario: 50”58 contro 50”59. Eguagliata l’impresa di Spitz, con a disposizione la 4x100 mista di ieri per cancellarlo dalla storia. Giulia Zonca: «Tutto ciò che lo tiene ancora legato al mondo umano è la necessità di respirare». [17]

Phelps si allena 52 giorni in più rispetto alla media degli altri nuotatori, per un totale di 80 mila metri in piscina a settimana che richiedono il consumo di 10 mila calorie ogni 24 ore. Russel Mark, biomeccanico della nazionale americana: «Le persone non sono fatte per muoversi così. Fa uno sport durante il quale riceve ossigeno a intermittenza eppure è stabile, solido, domina un elemento che in teoria non è il suo». [17] La vera impresa sarà adesso dimostrarsi all’altezza anche fuori dall’acqua. Aveva confidato all’inizio dell’anno: «Potrei vivere in piscina, sistemare un letto in piscina e dormire, mangiare in piscina e non mi succederebbe nulla. Ma mi trovo male sulla terra». [18]