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 2006  aprile 19 Mercoledì calendario

APERTURA FOGLIO DEI FOGLI 21 LUGLIO 2007

Un anno fa, quando il Cavaliere calò sul raduno del Milan con l’elicottero, i tifosi gli urlarono di comprare Ronaldinho e mandare a casa il governo. [1] Prodi è caduto il 24 gennaio, Berlusconi ha giurato da presidente del Consiglio l’8 maggio, il Pallone d’oro 2005 è diventato rossonero martedì scorso. Carlo Laudisa: «L’intesa economica è stata trovata con una formula ormai rodata fra Milan e Barcellona. Su base fissa, il Milan pagherà 15 milioni di euro in due anni. In più sono previsti dei bonus che porteranno altri 2,5 milioni di euro all’anno nelle casse catalane per il prossimo triennio se il Milan si qualificherà per la Champions. In totale, quindi, il Milan si augura di pagare il passaggio di Ronaldinho 22,5 milioni». [2]

Al calciatore brasiliano andranno, da qui al 2011, 6,5 milioni l’anno. [3] Franco Arturi: «Può essere l’affare del secolo. Per ora è soltanto una scommessa colossale». [4] I tifosi sono entusiasti. Diego Abatantuono: «Da mesi si sostiene che la società dovrebbe puntare su un difensore o un centrocampista. Ma Ronaldinho è Ronaldinho: la ciliegina sulla torta, un elemento che, oltre a divertire, in una partita può fare la differenza». [5] Qualcuno ha subito tirato fuori la vecchia storia del premier che mentre il Paese è in crisi sperpera soldi col pallone. Daniele Marantelli, deputato del Pd (milanista): «In un’ora ci sono stati 3 mila nuovi abbonamenti: tutti ultrà di Forza Italia? Ricordiamoci che il calcio è una delle prime dieci aziende del Paese». [6]

Dal suo punto di vista, il Milan ha fatto il massimo. Mario Sconcerti: «Mettere Kaká e Ronaldinho insieme, più magari Pato, più qualche italiano di classe che ancora resta, è un’operazione di marketing straordinaria, una proposta di calcio che nessuno al mondo nel suo genere può dare. Ronaldinho è uno dei pochi calciatori che aggiungono ricchezza alla terra che toccano. Avremo più televisioni internazionali, più inviati, più pubblicità». [7] «Una straordinaria operazione di marketing e pubblicità», ha commentato anche Arrigo Sacchi, che sulla panchina del Milan vinse due coppe dei Campioni e ha qualche dubbio sull’aspetto tecnico dell’operazione: «Mi chiedeva un tifoso perché il Milan, che cercava una prima punta poderosa, ha optato per Ronaldinho. Un altro mi domandava, memore del flop dei vari Rivaldo, Ronaldo e Vieri, perché si continuano a comprare giocatori in fase calante». [8]

Fino a due anni fa Ronaldinho era senza discussioni il giocatore più forte del pianeta. Il brasiliano Tostao, campione del mondo 1970: «Unisce la fantasia e lo spettacolo, la bellezza all’efficacia. Ha reinventato il calcio». [9] L’olandese Johan Cruijff, negli anni 70 tre volte Pallone d’Oro: «La grandezza di Ronaldinho è nella capacità di avere sempre una giocata di anticipo sugli altri». [10] Paolo Rossi (il comico): «Neanche alla Playstation è possibile inventarsi un giocatore così». [11] C’è anche, a dire il vero, chi ha sempre avuto qualche dubbio. Roberto Beccantini: «Nessuno ne discute il genio; al massimo, si discute la tendenza al numero circense, fine a se stesso». [12]

Alfiere del calcio-gioia, negli ultimi due anni Ronaldinho ha avuto una «parabola discendente repentina e non giustificata dall’anagrafe: a 28 anni si cresce ancora, altro che declino» (Arturi). [4] Joan Laporta, presidente del Barcellona: «Ha patito molto, come tutti i brasiliani, il fallimento al Mondiale. Poi quest’anno gli è caduta addosso l’enorme pressione che lo circondava. Ha avuto una serie di infortuni e ha perso il ritmo-partita». [13] Il brasiliano Zico (quello per cui nell’83 i tifosi dell’Udinese, infuriati per certi ostacoli burocratici al suo acquisto, manifestarono al grido «O Zico o Austria»): «In campo è come se non ci fosse. Deve cambiare aria, forse, e ritrovare l’allegria». [14]

Il malessere di Ronaldinho, scaricato da Josep Guardiola, da quest’anno allenatore del Barcellona, probabilmente nasce e si sviluppa con la contemporanea affermazione di Lionel Messi, suo compagno di squadra in Catalogna. Monica Colombo: «Soprannominato la pulce, argentino, di sette anni più giovane di Dinho, capace di incantare quanto e più del suo compagno di squadra brasiliano. Del quale già era nota la competizione all’interno dello spogliatoio con Samuel Eto’o (l’altra stella finita sulla lista di proscrizione del neo-tecnico Guardiola)». [15]

Se proprio bisognava prendere uno ”scarto” del Barcellona, molti avrebbero preferito il camerunense Eto’o, che la scorsa settimana ha rifiutato la folle offerta da 40 milioni di euro l’anno fattagli da un club uzbeko, il Kuruvchi di Taskent. [16] Già nel 2004, quando Ronaldinho era nel pieno dell’ascesa, Alessandro Nesta, colonna della difesa del Milan, aveva dichiarato: «Ronaldinho è uno che fa due o tre giocate in novanta minuti. Eto’o invece è un pericolo costante». [17] La scorsa estate però, quando già sembrava che si potesse concludere l’acquisto del brasiliano, Berlusconi aveva spiegato: «Eto’o è un calciatore, Ronaldinho un sogno, un business, è tutto». [18]

« come pensare di comperare un’altra società», disse nel 2005 Massimo Moratti a chi gli chiedeva se avesse mai pensato di comprare Ronaldinho. [19] «Ronaldinho è il giocatore che costa di più ma produce soldi, immagine, prestigio e titoli. Se il Milan lo vuole deve pagare 125 milioni di euro», avvertiva appena un anno fa Xavier Sala Martin, presidente della commissione economica del Barcellona. [20] «L’ingaggio di un anno di Ronaldinho vale il monte stipendi di almeno 5 società di serie A», calcolava nello scorso mese d’aprile Sconcerti. [21]

Oggi il dubbio è: spendere 15 milioni di euro (con la prospettiva di salire fino a 22,5) per un Pallone d’oro che non gioca più una partita ufficiale da quattro mesi è un’occasionissima o una volgare sòla? Monica Colombo: «Ma poi 30 miliardi di lire – che in caso di raggiungimento di determinati obiettivi da parte del Milan possono diventare 45 – sono davvero una cifra esagerata se la paragoniamo alla valutazione monstre che aveva il dentone di Porto Alegre due anni fa? Nell’estate del 2006 quando iniziò il corteggiamento a distanza dei rossoneri con l’uomo simbolo del Barcellona il suo cartellino non costava meno di 70 milioni di euro». [22] Enrico Currò: «Il vero senso dell’affare Ronaldinho lo danno le cifre dell’imminente tournée del Barcellona negli Usa. Col campione brasiliano e con Messi in campo, l’ingaggio per ogni amichevole americana sarebbe stato di 2 milioni di dollari. In assenza del duo, invece, il cachet sarà esattamente dimezzato». [23]

L’effetto Ronaldinho si dice, ha portato al Milan 5.230 abbonamenti nella sola giornata di mercoledì. [24] Secondo la certificazione Nielsen NetRatings, lo stesso giorno in tre quarti d’ora sono state ordinate 280 maglie del brasiliano (70 euro l’una). Sky ha trasmesso in diretta da San Siro la spettacolare presentazione ai tifosi. Marcello Maggioni, direttore commerciale della tv: «La ricchezza di un testimonial si misura con tre pesi. La forza dei valori attuali (Kakà talento mondiale, Toni che s’impone in Germania, Chiellini simbolo della nuova Juve); la riconoscibilità; l’aspettativa di una resurrezione di un fuoriclasse molto amato: in questi due segmenti Ronaldinho vince». Andrea Ghilarza (Adidas): «Ronaldinho che si presenta alla marea di tifosi palleggiando con il nostro pallone per poi tirarlo in regalo, di fronte ai media di tutto il mondo, ha un valore d’immagine senza prezzo». [25] Le magliette prenotate sarebbero già migliaia e questo nonostante sia ancora da risolvere il problema del numero. [26]

Ronaldinho, che ha per sponsor tecnico la Nike (acerrimo concorrente dell’Adidas), vuole la maglia numero 10. «Il 10 è sempre stato il mio numero, lo portava mio fratello. E poi Zico, Rivelino, Maradona, Pelé, i miei campioni». [27] Andrea Sorrentino: « un fatto affettivo ma anche una questione commerciale: il suo ”marchio” nel mondo è stato concordato con il suo sponsor tecnico ed è quel ”10R” che porta appeso al collo in un ciondolo, e da cui non si separa mai. Il suo sponsor, che già deve ingoiare il fatto che Ronaldinho sia andato a giocare in una squadra che è vestita dallo sponsor rivale, preferirebbe che il brasiliano mantenesse il numero 10». [28] Problema: il 10 ce l’ha l’olandese Seedorf che non pare intenzionato a cederlo e già qualche mese fa, annusato l’imminente arrivo del brasiliano, aveva commentato: «Ronaldinho non ci serve, in quel ruolo il Milan ha tanti giocatori». [29]

Può Ronaldinho tornare a essere un fuoriclasse? Sconcerti: «Probabilmente no. Nella vita reale nessuno investirebbe 40 milioni lordi in due anni su una causa così rischiosa. Ronaldinho da solo varrà da domani quasi il dieci per cento dell’intero fatturato del Milan. Nessuna azienda ”seria” oserebbe tanto. Ma questo è calcio, ha bisogno di fantasia, ha bisogno di fede. Se Ronaldinho avesse anche solo una possibilità, nel mondo delle fascinazioni sarebbe comunque un affare, perché non ci sono più affari che valgano sentimenti». [30] Il dubbio è che ormai pensi più alla bella vita che agli allenamenti. Galliani: «La pancia è sparita, è magro, ha accettato un triennale senza fiatare. Il Manchester City gli offriva un contratto faraonico, ha rinunciato a soldi. Fa una scelta così e poi non si allena? Sarebbe autolesionista». [31]

Non c’è un solo appassionato di calcio che non abbia sognato di vedere giocare Ronaldinho nella propria squadra del cuore. Enrico Maida: «Perché è un fuoriclasse unico che fa parte di una razza in via di estinzione, quella degli artisti che giustificano da soli il prezzo del biglietto. il campione che si avvicina di più a Maradona ed è curioso osservare che anche Diego giocava a Barcellona prima di essere portato in trionfo a Napoli. E anche allora il distacco dalla Spagna fu accompagnato dalle chiacchiere sulla vita privata, dai dubbi sulla condizione fisica dopo un grave infortunio, dalle polemiche per i soldi spesi nel calcio invece di costruire ospedali a Napoli». [32] I tifosi delle altre squadre sperano che abbia ragione lo juventino Giampiero Mughini: «Ronaldinho? lo prenderei solo per farlo palleggiare in giardino». [33]