Note: [1] Filippo Ceccarelli, la Repubblica 9/5/2008; [2] Anna Maria Salviati, Teresa/Il Messaggero 21/9/1999; [3] Angela Frenda, Corriere della Sera 14/2/2007; [4] Fabrizio Roncone, Corriere della Sera 28/4/2006; [5] Amedeo La Mattina, La Stampa 16/5/200, 21 settembre 1999
CARFAGNA PER FOGLIO DEI FOGLI 7 LUGLIO 2008
Maria Rosaria Carfagna, meglio nota come Mara, nacque a Salerno il 18 dicembre 1975, figlia di Salvatore, preside in un Istituto tecnico femminile, e Angela, insegnante di Educazione fisica. «I miei mi hanno cresciuta dicendomi di non essere mai sopra le righe. ”Se hai un vestito bello e ti fanno i complimenti, tu di’ che non è niente di speciale”. ”Se vai bene a un esame, continua a testa bassa”. E via così...». Filippo Ceccarelli: «Nuoto, danza e pianoforte fin da piccola, liceo scientifico, sognava di fare il giudice, ha preso la laurea in legge». [1]
Nel 1996 era ballerina nei Cervelloni con Paolo Bonolis. «Ho continuato con sfilate di moda. Poi l’incontro con il visagista Gil Cagné che ha portato le mie foto a Enzo Mirigliani. D’ufficio, e ovviamente secondo le regole, sono stata eletta ”Prima Miss del 1997” e mi sono aggiudicata la partecipazione a Salsomaggiore. Là ho vinto i titoli di ”Miss Cinema ” e ”Miss Tivvù Sorrisi e Canzoni”». In classifica generale finì al 6° posto (ultima delle finaliste): per la cronaca vinse Claudia Trieste (poi valletta di Luciano Rispoli ne Il tappeto volante), seconda Vincenza Cacace (poi Passaparola, la Corrida, un figlio dal calciatore Pippo Pancaro), terza Christiane Filangeri (da ultimo vista nelle fiction Ho sposato uno sbirro e Crimini bianchi). [2]
Da bambina leggeva sui giornali solo la pagina dell’oroscopo. A vent’anni si fece leggere le carte da Miriam, astrologa di fiducia dell’amica Antonella Clerici che ci azzeccò al punto da convincerla, per evitare brutte notizie, a non farsi più predire il futuro. Diceva all’epoca Cagné, suo pigmalione: «Una ragazza troppo per bene, troppo di sani principi. Una deliziosa fanciulla che non sa neppure quanto è bella. Forse ha avuto genitori eccessivamente severi. Insomma Mara, tanto timida da essere scambiata per snob, dovrebbe credere molto di più in se stessa». [2]
«Famiglia meridionale tradizionale e anticomunista da generazioni» [3], «segnata nell’animo da Forza Italia fin dalla sua fondazione», nel 2003 cominciò a lavorare per Azzurro Donna, nel 2004 ne divenne la coordinatrice regionale campana. [4] Quando Bondi le offrì l’incarico, aveva appena firmato un contratto per Raidue. «In una telefonata dissi a mio padre: sono molto più contenta per l’incarico politico. Lui era molto contento: non ha mai visto di buon occhio la mia carriera in tv». [5] E poi: «All’inizio ho incontrato molte diffidenze, e sono entrata in punta di piedi. Lavorando con umiltà». [3] E ancora: «Chi è passato per i centri sociali è considerato idoneo per il Parlamento. Vedi Caruso e compagnia. Chi viene dalla danza, è vista come un’usurpatrice». [6]
Nel 2004 andò a trovare Berlusconi. Ceccarelli: «Presentazione a corte, Palazzo Grazioli, secondo alcune testimonianze accompagnata dal papà, berlusconiano acceso e della prima ora. Siede al piano e suona Era de maggio e un movimento della Patetica». [1] Ha raccontato: «Berlusconi mi rimproverò perché conoscevo pochi brani a memoria». [7] Nel 2006 arrivò la candidatura alla Camera. Lino Jannuzzi: «Sia ben chiaro che siamo stati io e Bondi a scoprirla e non il Cavaliere, come va dicendo da sempre. Era la campagna elettorale di due anni fa in Campania, quando l’abbiamo notata ad un comizio, non solo per la sua bellezza, ma soprattutto per come parlava. Sandro era già pronto a dedicarle una poesia, io ho preferito dirle ”brava” per le cose che diceva. Poi, dato che Berlusconi insisteva che anche ai sommi vertici del partito bisognava lanciare le donne, gli dissi che ne avevo trovata una che era all’altezza». [8]
Famosa per le «abbacinanti canottierine sfoggiate per anni su Raidue» [4], il primo giorno si presentò alla Camera «completamente vestita di nero, fasciata in un paio di pantaloni di tessuto tecnico, che ”suonano” quando lei cammina. Capelli tirati in una coda, borsa feticcio da mille euro al braccio, orecchini pendenti alla Stefania Prestigiacomo. I commessi di Montecitorio fanno ala al suo passaggio. Lei spiega che vorrebbe stare o nella commissione Giustizia o in quella di Poste e Telecomunicazioni: ”Sono avvocato e mi sono laureata da poco con una tesi sul diritto del sistema radiotelevisivo”. La ragazza non si sottrae a nessuna domanda. Raccomandata da Berlusconi? ”Questo lo dovete chiedere a lui”. Mai stata ad Arcore? ”No”. la fine della sua carriera nel mondo dello spettacolo? ”Ancora non lo so devo decidere”. Farà il sindaco di Salerno? ”No, ci vuole una persona radicata sul territorio”. Poi una precisazione: ”Mi sono laureata con 110 e lode, ci tengo”». [9]
Nel febbraio 2007 una battuta di Berlusconi alla cena dei Telegatti («Se non fossi già sposato la sposerei subito»), scatenò la nota reazione della moglie Veronica, che attraverso una lettera a Repubblica pretese e ottenne dal marito pubbliche scuse. «Una battuta galante, da un uomo galante. Punto. Lui è una persona gentile. Lo stimo immensamente. buonissimo, e non riesce a sottrarsi dall’aiutare qualcuno. Su quella battuta, però, i giornali ci hanno ricamato amplificandola. A mio padre ha dato fastidio, ma si è limitato a dirmi: ”Basta conoscerti per smontare qualunque pettegolezzo”». [3] Da allora però la storia è diventata il cavallo di battaglia di chi vuole darle addosso. La volta che per manifestare la sua contrarietà alle nozze omosessuali disse «la famiglia è il fondamento della nostra società e come le fondamenta di ogni casa non teme solo le frane ma anche le infiltrazioni», Vladimir Luxuria le rispose: «Non prendo lezioni da chi crede di difendere la famiglia proprio mentre ne sta sfasciando una, quella di Berlusconi». [10]
Tanto fu il clamore, che una sua foto finì sul New York Times. «Una cosa che può anche far piacere. Tutti sognano di essere citati un giorno dal New York Times, magari per un provvedimento di legge. E invece è triste finirci per una robetta di piccolo cabotaggio. Finirci perché è scattata la caccia all’amante del politico famoso. E tu sei giovane, carina, come aggravante vieni dal mondo dello spettacolo, e quindi sei liquidata come ”valletta”. E in quella parola c’è tutto il pregiudizio italiano sulle donne di spettacolo. Per loro esiste la presunzione di colpevolezza: dimostrare ogni volta di essere serie. Di non essere donne facili». [3]
Pressata, ha ammesso di non essere orgogliosa del suo passato televisivo. «Ho sempre fatto il lavoro in televisione con grande serietà e dignità ma non era una scelta di vita in quel momento: è stato un percorso obbligato che mi si è presentato davanti. Oggi che faccio politica e mi è stata data questa grandissima possibilità, mi sono resa conto che ci sono ben altre cose che possono gratificare e darti soddisfazione. Mi pento di non averlo scoperto prima, di non essermi dedicata prima all’attività politica. Questo è un messaggio che mi permetto di dare alle donne e ragazze: non è soltanto aspirando a fare la conduttrice, la cantante o la velina che si può raggiungere la massima soddisfazione nella vita. Ho rispetto per le aspirazioni di chiunque, ma ho paura che molto spesso si trasmette il messaggio che fare televisione e cinema sia la cosa che più si possa desiderare dalla vita». [5]
Adesso ha per modello Margaret Thatcher, che «prese in mano un’Inghilterra che era un po’ come l’Italia di oggi: ferma, bloccata, sfiduciata. Lei seppe darle un futuro». Pensando alla ”Lady di ferro”, sarebbe pronta a mettere in discussione anche la sua avversità alle quote rosa: «In teoria sarei contraria, ma la Thatcher entrò la prima volta al governo proprio in virtù di un ragionamento vicino a quello che oggi le sostiene». [11]
Purtroppo per lei, son pochi quelli che la prendono sul serio. Sebastiano Messina: « contro le ”quote rosa”. La ricetta giusta, secondo lei, è un’altra: ”Le donne migliori vanno selezionate dal basso”. Ora, non so se voi avete presente l’onorevole Mara. Era una appariscente soubrette televisiva (faceva la spalla di Mengacci ne La domenica del villaggio) fino al giorno in cui Berlusconi - colto da improvvisa, ma non cieca, illuminazione - le assegnò un posto blindato nella lista di Forza Italia della Campania. Così, dopo aver conquistato sul campo il titolo di ”Miss Sorrisi e Canzoni”, ha ottenuto anche quello di deputato. Si capisce dunque che miss Parlamento sia indifferente alle ”quote rosa”, ma non è chiara la strada che lei suggerisce quando parla di ”selezione dal basso”. Vuole lasciare a una persona di statura non alta (’il basso”) il compito di scegliere le ”donne migliori”? Oppure propone che le candidate vengano selezionate partendo dalla punta dei piedi (e premiando, per esempio, chi ha le caviglie più seducenti)? Urge chiarimento». [12]
A maggio, la Carfagna è diventata ministro delle Pari opportunità nel quarto governo Berlusconi. «Penso che avere un aspetto fisico gradevole non sia un reato, una colpa, e che non debba necessariamente precludere il dedicarsi alla politica, alla società e alle istituzioni. Chi vuole soffermarsi sull’aspetto fisico, lo faccia, si diverta... Non so quale divertimento ci possa essere: io sono abituata a scendere più a fondo», ha reclamato spiegando che l’unica cosa che le interessa è essere all’altezza delle responsabilità. «Alterno momenti di gioia a momenti di preoccupazione. E tra queste preoccupazioni non c’è quella di dover dimostrare di non essere solo una bella donna, ma di fare bene e seriamente il lavoro che mi ha affidato il presidente Berlusconi». Sul compito affidatole, ha spiegato: «Io credo che fino ad oggi le Pari Opportunità siano state considerate solo sul versante delle donne rispetto agli uomini e degli omosessuali rispetto agli eterosessuali. Ma visto che in questo campo sono stati fatti passi avanti, voglio occuparmi di più di altre questioni. Al centro del mio impegno ci sarà sempre la famiglia e la denatalità. Servono incentivi salariali e fiscali per le aziende che assumono personale femminile». [5]
Al solito, in pochi sono stati ad ascoltarla. In più, stavolta, hanno preso a sfotterla anche dall’estero. I primi a tirare nuovamente fuori la versione sexy della parlamentare sono stati gli inglesi. Carlo Angioni: «’Carfagna ministro? Così Silvio porta il glamour al potere”, scriveva il Times; ”L’Italia ha meno donne in Parlamento persino rispetto all’Afghanistan. Ma alla fine trionfa la bellezza”, rilanciava il Guardian». [13] In Germania la Bild titolò: «Berlusconi ha la più bella ministra del mondo». [14] Ceccarelli: «Per lei parla soprattutto l’aspetto, parla il suo corpo. Demiurgo impenitente, Berlusconi lo sa benissimo, fin dal primo giorno della legislatura non perde occasione per metterla in imbarazzo: ”Però, cara Mara, sono costretto a ricordarti una regola che vige nel gruppo di forza Italia, lo ius primae noctis”. Risate in Transatlantico, lei rossa, lui insiste: ”Sappiate che le donne ci piacciono di facili costumi. Ovviamente sto scherzando, lo so che siete tante Marie Goretti”. Anche questo è potere, oggi, mica solo nominare le Asl». [1]
Se c’è un personaggio che meglio di chiunque altro incarna la maturità politica di Berlusconi, la sua morbida volontà di potenza, la concezione proprietaria della post-democrazia, l’aderenza ai tempi spettacolari e perfino felliniani, ebbene, questo personaggio è Mara Carfagna. Ceccarelli: «Che diventerà, sperabilmente, un’ottima ministro, ma per il solo fatto che lo sia diventata sembra rivelare in sé il compimento della rivoluzione antropologica del potere in epoca berlusconiana. Il prevalere di una sovranità che procede per investiture; il primato della fiaba meravigliosa sulla cruda e monotona realtà; la supremazia delle identità mutevoli sulle rigide appartenenze di un tempo; la superiorità tutta televisiva delle forme ornamentali sull’astratta prosopopea dei contenuti. Tutto assai impegnativo, s’intende, e anche un po’ astruso, come l’idea che le culture politiche del Novecento si sono dissolte in una comune ideologia dell’immagine. Eppure, se solo si pensa che tre o quattro anni orsono questa giovane ragazza di Salerno era una delle tantissime soubrette di una delle sei o sette reti televisive che contano, e ora è stata posta alla guida di un ministero, beh, il caso Carfagna - il cui cognome tra i cuoricini di Montecitorio viene ovviamente e volgarmente storpiato in desinenze assai romanesche - dimostra come minimo che qualcosa si è rotto, o è cambiato nell’universo del comando». [1]
Ex ragazza tv con foto osé ovunque («conosco ogni particolare del suo seno. L’ho visto su internet con altre sue foto piccanti» le disse Giancarlo Perna intervistandola [6]), la si può sfottere e la si può insultare. Maria Laura Rodotà: «Lo ha fatto tra gli altri Massimo Donadi dell’Idv, che dipietreggia senza il talento del leader: ”E se Bill Clinton avesse fatto ministro Monica Lewinsky?”. Risate, anzi no. ”Il dirimente tra pubblico e privato nel caso di un capo di governo è molto labile”, ha dipietrato Donadi. vero. Ma è labile anche il ”dirimente” tra il fare una battaglia politica e l’offendere una donna». [15] Lidia Ravera: « un bersaglio fin troppo facile. La stellina tv diventa ministro perché cara al presidente, uno stereotipo, un po’ mi fa pena poverina». [16] Giulia Bongiorno: «Su di lei ho sofferto di un pregiudizio comune: che la sua bellezza fosse stata decisiva. Ma poi l’ho conosciuta e mi ha colpito per il suo approccio profondo alle questioni». [17]
Anche a destra, c’è chi la sopporta poco. Filippo Facci: «Ha cominciato a fare politica nel 2006 e a metà del 2008 è diventata ministro: è troppo, punto». Le colleghe però la difendono Alessandra Mussolini: «Fare il ministro è come fare la mamma: all’inizio non sai fare nulla, ma giorno dopo giorno impari». Margherita Boniver: «Ci ha illustrato un eccellente progetto contro la prostituzione che, ispirato al modello britannico, vieta l’adescamento in luogo pubblico. Intelligente, equilibrata. Attenta ai suggerimenti e senza la falsa forza di chi vuole imporre la propria opinione». Daniela Santanché: «Quando una cretina arriva in un posto importante vuol dire che c’è vera parità. Non dico che la Carfagna sia cretina ma se lei è inadeguata lo sono anche tanti ministri uomini, presenti e passati. Solo che di loro nessuno dice niente. il solito tiro al piccione contro le donne». [16]
Alle insinuazioni su presunti amorazzi con Berlusconi, ha sempre risposto: «Mi piacciono uomini decisamente più giovani». A chi le chiedeva perché fosse single, rispondeva: «Ho gusti un po’ complicati...». [4] Già da diva tv, quando accennavano al fidanzato rispondeva: «Ahia». All’epoca sognava qualcuno con cui singhiozzare ascoltando Sabato pomeriggio di Baglioni o guardare stretti stretti Ghost. [2] Da qualche mese fa coppia con l’imprenditore Marco Mezzaroma. [18] Il settimanale Chi ne ha descritto con dovizia di particolari i tatuaggi (titolo del servizio: Mara e o’ guerriero): «A sinistra dall’alto, la croce templare, che tutti i crociati portavano come simbolo della loro forza interiore; al centro, il triangolo celtico, la cui punta verso l’alto indica sia il fuoco sia il sesso maschile; e ancora, in basso: lo scudo, simbolo di difesa del proprio spirito». [19] Lei ha confidato: «Ci stiamo conoscendo. Non sono il tipo che si sposa nel giro di sei mesi. Capire se un uomo possa essere un marito e un padre responsabile necessita di tempo». [5]
In gioventù si lamentava per i fianchi ”mediterranei”: «Mannaggia, i chili in più mi si piazzano subito lì». Alta 1 metro e 72, 58 chili contro un peso forma di 53, confessava di andare avanti a petti di pollo alla griglia ma di essere incapace di dire no ai gelati alla crema, alle pizze e alla ”delizia al limone” made in Salerno. Per mettersi a posto la coscienza nuotava a rana e correva sul tapis roulant. [2] Da quando fa politica è dimagrita. «Quando facevo tv, tendevo a ingrassare. Invece, dovevo essere magra. Ma io, più mi si impone una cosa, meno la faccio. Facendo politica ho un’ansia che non avevo prima. A ogni discorso o convegno ho un fuoco interno che mi brucia e che incide sul mio peso». [6] «Molto cattolica», porta sempre «due santini di Padre Pio nel portafoglio». Libro preferito Madame Bovary di Flaubert, cita spesso l’illuminista Denis Diderot: «Il pregiudizio è molto più vicino all’ignoranza che alla realtà. [7]