La Stampa 2 luglio 2008, Vittorio Sabadin, 2 luglio 2008
L’auto del principe va a vino e oli fritti. La Stampa 2 luglio 2008 Chi considerava antipatico il principe Carlo d’Inghilterra dovrà ricredersi, dopo avere sfogliato le 60 pagine del suo bilancio privato, dal quale si scoprono cose interessanti e divertenti su come intende salvare il mondo: la sua vecchia Aston Martin DB6 spider va a vino e consuma poco meno di tre bottiglie a chilometro; le altre auto che usa, una Jaguar, un’Audi e una Land Rover, vanno invece con l’olio e i grassi riciclati dalla cucina
L’auto del principe va a vino e oli fritti. La Stampa 2 luglio 2008 Chi considerava antipatico il principe Carlo d’Inghilterra dovrà ricredersi, dopo avere sfogliato le 60 pagine del suo bilancio privato, dal quale si scoprono cose interessanti e divertenti su come intende salvare il mondo: la sua vecchia Aston Martin DB6 spider va a vino e consuma poco meno di tre bottiglie a chilometro; le altre auto che usa, una Jaguar, un’Audi e una Land Rover, vanno invece con l’olio e i grassi riciclati dalla cucina. I boiler delle sue residenze si scaldano bruciando trucioli di legno, gli sciacquoni dei bagni utilizzano acqua piovana e persino le mucche degli allevamenti sono nutrite in modo da ridurre le inevitabili, naturali e spiacevoli emissioni di metano dallo stomaco. Grazie agli investimenti fatti nelle sue proprietà per renderle più ecosostenibili, spendendo solo 160 mila sterline (circa 200 mila euro), Carlo approfitta delle norme che agevolano chi adotta misure in favore dell’ambiente e nel 2007, pur guadagnando di più (8,2 milioni di sterline contro 7,9 dell’anno prima), ha pagato meno tasse (3,42 milioni contro 3,43). Scandalo, per i giornali inglesi; opera meritoria per i portavoce dell’erede al trono, i quali sottolineano come il principe abbia ridotto del 18% le sue emissioni di CO2, meritando ampiamente il premio fiscale. Carlo ha cominciato dall’amatissima Aston Martin blu che gli aveva regalato la regina per i 21 anni. Custodita dal ”70 nel garage nella residenza di campagna di Highgrove, l’impeccabile spider percorre sui 300 chilometri all’anno, ma i consumi non erano compatibili con la svolta verde del principe. Qualche ritocco al sistema di alimentazione ha consentito di rifornirla con biocarburante, che Carlo ricava dai vigneti di Swindon, nel Wiltshire, costretti dalle norme Ue a limitare la produzione del loro bianco. I grappoli in eccesso, invece di essere distrutti, finiscono nel serbatoio dell’Aston Martin dopo un passaggio alla distilleria «Carburanti Verdi» del Gloucestershire. Stesso trattamento per le altre auto, che però vanno con l’olio fritto usato in cucina o con i grassi vegetali di scarto. Il biocarburante non è molto più conveniente del petrolio, ma emette l’85% in meno di biossido di carbonio. Anche il personale del palazzo di St. James’s è stato invitato a lasciare le 4x4 per andare al lavoro in bici, cosa che molti cominciano diligentemente a fare. Ma di tutti gli interventi per ridurre la sua «carbon footprint», quello sulle mucche è stato uno dei più importanti. Ogni volta che uno scienziato ne parla, si controlla il calendario per verificare che non sia il primo aprile, ma non è uno scherzo. Le flatulenze dei ruminanti incidono per il 5% sull’effetto serra del pianeta e in alcuni Paesi come Australia e Nuova Zelanda rappresentano il 90% della produzione di metano dall’agricoltura. Poiché la domanda globale di carne continua a crescere, cresce anche il numero degli allevamenti e la quantità di metano prodotta. Carlo ha ridotto drasticamente il problema migliorando l’alimentazione delle sue mucche, le quali si nutrono essenzialmente di erba e non di mangimi, che tendono a fermentare di più nello stomaco dei ruminanti. La maggior parte dei guadagni è arrivata dal ducato di Cornovaglia, una proprietà di 54 mila ettari che si estende per 23 contee creata nel 1337 da Edoardo III per il primogenito, e tradizionale appannaggio del principe di Galles. Il suo valore è molto aumentato grazie alla crisi globale nella produzione di cibo, che ha fatto salire il prezzo delle terre coltivabili. Le spese, tutte scrupolosamente detratte, vanno dagli stipendi delle 111 persone addette al servizio della Casa, al mantenimento delle aiuole delle residenze, considerato detraibile perché i fiori rendono più piacevole il soggiorno delle persone in visita ufficiale. Per produrre meno CO2, Carlo ha ridotto gli spostamenti e ha usato di più il treno reale, che costa comunque 30 mila euro a viaggio. Gli unici problemi sono venuti da William e Harry, ma si sa che quando i figli crescono le spese aumentano, in questo caso per lo Stato. I cinque voli di «addestramento» - in realtà scampagnate mondane - compiuti da William su elicotteri militari sono costati circa 64 mila euro ai contribuenti. Pilotando un «Chinook», l’aviatore William Windsor è andato al matrimonio di un cugino nel Northumberland, alla residenza del padre ad Highgrove, a prendere la fidanzata Kate Middleton atterrando nel giardino di casa dei suoi genitori, ha sorvolato la tenuta della nonna a Norfolk e ha portato gli amici nell’isola di Wight per una festa di addio al celibato. Niente di male: anche l’Air Force è «Royal» e probabilmente un principe ereditario può farne quello che vuole. E poi è stato calcolato che Carlo e i suoi familiari, Camilla compresa, costano a ogni suddito britannico solo 1 penny all’anno, 1,3 centesimi di euro. Chi non lo pagherebbe per averli? Vittorio Sabadin