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 2008  giugno 28 Sabato calendario

Mario Busacca di anni 50. Milanese, un impiego da ragioniere, solitario e infelice fin da bambino perché le malattie non gli avevano mai dato tregua, a 5 anni era stato operato 17 volte ai reni, da tempo girava portandosi appresso catetere e sacchetto di plastica, e da ultimo gli era venuta una forma grave di ulcera

Mario Busacca di anni 50. Milanese, un impiego da ragioniere, solitario e infelice fin da bambino perché le malattie non gli avevano mai dato tregua, a 5 anni era stato operato 17 volte ai reni, da tempo girava portandosi appresso catetere e sacchetto di plastica, e da ultimo gli era venuta una forma grave di ulcera. Suo padre Severino, vedovo da dieci anni, imbianchino in pensione, l’aveva sempre accudito con amore ma quando l’anno scorso gli impiantarono quattro by-pass e una valvola cardiaca si rese conto non aveva più forze per badare a quel figlio così malandato che di recente aveva pure dovuto lasciare il lavoro. Sabato mattina, la semiautomatica 7.65 stretta in pugno, entrò in punta dei piedi nella stanza di Mario, lo trovò che dormiva, gli sparò tre colpi nella pancia e nella testa, quindi telefonò in casa della figlia Teresa, rispose il genero e a lui, con un fil di voce, spiegò: «L’ho fatta finita». Subito dopo si stese sul divano e si sparò un colpo nella tempia (morì in ospedale dopo un giorno d’agonia). Verso le 10.30 di sabato 28 giugno in un appartamento in via Giambellino a Milano.