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 2008  maggio 19 Lunedì calendario

Anno V - Duecentoventesima settimanaDal 12 al 19 maggio 2008Ponticelli La signora Flora Martinelli, del quartiere napoletano Ponticelli, lascia un attimo di là la figliolina Camilla di sei mesi, ed ecco quando rientra nella stanza la figliolina non c’è più e la porta di casa è aperta

Anno V - Duecentoventesima settimana
Dal 12 al 19 maggio 2008

Ponticelli La signora Flora Martinelli, del quartiere napoletano Ponticelli, lascia un attimo di là la figliolina Camilla di sei mesi, ed ecco quando rientra nella stanza la figliolina non c’è più e la porta di casa è aperta. Corre perciò sul pianerottolo e vede una zingara che sta scendendo le scale a precipizio, tenendo in braccio la piccolina. La insegue, le strappa la neonata dalle mani, ma intanto le due donne sono uscite in strada, alle grida è accorsa gente, la zingara sta per essere linciata. Arrivano gli agenti, la portano in prigione, lei dice di chiamarsi Maria o forse Angelica, intanto la televisione racconta l’episodio, questo innesca una reazione che qui da noi finora non s’era mai vista: una folla di un centinaio di napoletani dà l’assalto ai sei campi zingari della zona e vuole farsi giustizia da sé. In un paio di giorni i campi sono vuoti - diciamo ”campi”, ma si tratta di baraccopoli da terzo mondo, dove vivevano 5-600 persone - e allora il popolo degli italiani si sfoga incendiando le baracche e pronunciando frasi come «peccato che dentro non ci fosse nessuno», «il fuoco purifica da queste merde che non si lavano mai», «la pulizia etnica si fa necessaria» eccetera. L’Europa e in particolare la Spagna ci dànno dei razzisti, mentre Maroni, il nuovo ministro dell’Interno, promette il pugno di ferro per zingari, clandestini e immigrati irregolari. I sondaggi, commissionati oltre tutto anche in mezzo a lettori di giornali di sinistra, fanno vedere che il 52% degli intervistati vogliono mandare via gli stranieri e, quando si pronuncia la parola ”zingari”, questa percentuale sale al 70 per cento. Il pugno duro di Maroni si scontra col problema delle badanti non in regola, senza le quali lo Stato dovrebbe stanziare almeno 15 miliardi di euro per soccorrere una popolazione (la nostra) sempre più vecchia. Ma Maroni dice che per le badanti si studierà una qualche eccezione, «purché non si parli di sanatoria».

Rifiuti A partire da venerdì notte - cioè dalla notte tra il 16 e il 17 maggio - Napoli è tornata ad essere una città in rivolta. Sconosciuti, che erano evidentemente coordinati da qualcuno, hanno gettato in mezzo alla strada i rifiuti che erano accumulati agli angoli delle strade o intorno ai cassonetti. Gli stessi cassonetti sono stati rovesciati e dati alle fiamme, creando una situazione di disagio tremendo in via Salvator Rosa, corso Vittorio Emanuele, via Cilea, corso Sirena, viale Colli Aminei, via Firenze, riviera di Chiaia, via Antonino Pio. Domenica i roghi sono stati 84 e l’immondizia è stata gettata anche sui binari della Napoli-Salerno. Altre persone, ancora non identificate, hanno bloccato la stazione di San Giovanni Barra e le Ferrovie dello Stato hanno dovuto deviare il percorso dei treni. Tutto questo in attesa dell’arrivo di Berlusconi che ha convocato a Napoli, per mercoledì 21 maggio, il consiglio dei ministri. Si dice, nel momento in cui scriviamo (la mattina di lunedì 19), che una sessantina di comuni saranno commissariati, e tra questi anche quello di Napoli, che il sindaco Rosa Russo Iervolino dovrà andarsene, che tornerà a casa anche De Gennaro e che sarà richiamato Bertolaso, con pieni poteri non solo sui rifiuti di Napoli, ma su quelli di tutt’Italia. Da lunedì i treni carichi di immondizia hanno ripreso la strada della Germania dove vengono portate ogni giorno - ma a caro prezzo - mille tonnellate di spazzatura. Si dice che Berlusconi abbia in mente di aprire dieci discariche, e di volerle tenere segrete, ecc.

Lorena Lorena Cultraro, 14 anni, da Niscemi (Caltanissetta) capelli castani a caschetto con le mèches, occhi scuri, magrolina, sempre con i jeans elasticizzati, vuol fare la parrucchiera, s’è comprata la piastra e s’allena con la zia. Il papà, Giuseppe, imbianchino, le ha promesso il motorino. Nel tempo libero ascolta i dischi di Laura Pausini oppure guarda Maria De Filippi. C’è un fratellino più piccolo, c’è una nonna che le dà qualche soldo, c’è stato un fidanzato di nome Alessandro, campioncino nelle corse a ostacoli, che qualche mese fa l’ha lasciata e l’ha resa triste. Una vita qualunque, una famiglia normale. Ma, alla fine di aprile, c’è un ritardo nelle mestruazioni e, benché il test sia negativo, la ragazzina si mette in testa di essere incinta. Da quando Alessandro se n’è andato, lei - forse per farlo ingelosire - ha scherzato con altri ragazzi e adoperiamo apposta il verbo ”scherzare” perché non è ancora chiaro né se fosse davvero incinta né che cosa fosse davvero successo con questi ragazzi. Questi altri ragazzi sono due, oltre allo stesso Alessandro. Il 30 aprile Lorena li chiama tutti e tre e gli dà un appuntamento segreto. Si tratta dell’ex fidanzato Alessandro, di 15 anni, di un Domenico di 17 anni, figlio di un contadino, e di un Giuseppe di 16 anni, che da poco aveva cominciato ad aiutare il padre in campagna. Quando i tre si sentono dire da Lorena: «Uno di voi m’ha messo incinta e adesso io vi incolpo a tutti quanti», Domenico l’ha invitata a fare un giro con lui a piedi per parlarne meglio, intanto Alessandro e Giuseppe, avvertiti da un sms che dice solo «la dobbiamo ammazzare», arrivano a un casolare di contrada Giummarra. Qui Lorena viene violentata da tutti e tre a turno, strozzata col cavo di un’antenna tv, poi bruciata e gettata in un pozzo con una pietra legata al collo. I genitori che, nei quindici giorni successivi, la cercano disperatamente si sono persino rivolti a Chi l’ha visto?. Il contadino proprietario del pozzo ha poi trovato il corpo nel corso di una verifica sul livello dell’acqua. I tre hanno confessato e uno di loro, dopo, ha chiesto: «Adesso che vi ho raccontato tutto, posso tornare a casa?». Poiché i loro avvocati chiederanno il rito abbreviato, non saranno condannati a più di 15 anni.

Cina Alle 14,28 di lunedì 12 maggio un terremoto terrificante ha scosso le contee di Wenchuan e di Beichuan, nella provincia di Sichuan, centro-ovest della Cina. La parola ”terremoto” rende poco l’idea: s’è trattato di 500 sobbalzi consecutivi che hanno raggiunto la magnitudo 8-8,1 della scala Richter (il terremoto di Messina era intorno ai 7 gradi). L’80 per cento delle abitazioni è stata rasa al suolo, le vittime non sono meno di 50 mila. Il governo ha mandato sul posto 50 mila soldati, ha accettato gli aiuti stranieri, ma non vuole - come i generali Birmani una settimana prima - che americani o europei mandino esprerti a dare una mano. I giornali occidentali hanno scritto che l’esito catastrofico delle scosse è stato anche provocato dalle alterazioni geologiche provocate dalla costruzione della diga delle Tre Gole, a causa della quale sono state distrutte decine di città e deviato il corso dello Yang Tze. Alle domande: come mai è crollato tutto, ma non i palazzi del governo?, è vero che gli scienziati cinesi avevano previsto il sisma ma a Pechino s’è deciso di non far nulla per non turbare la felicità delle Olimpiadi?, le autorità non hanno risposto.

Inter L’Inter ha vinto lo scudetto dopo un finale al cardiopalma provocato dagli stessi neroazzuri che, con sei punti di vantaggio a tre giornate dalla fine, prima si sono fatti battere dal Milan e poi hanno pattato col Siena in casa. In questo modo, all’ultima giornata (domenica scorsa) la Roma stava a un punto e poteva teoricamente scavalcarla. La squadra di Moratti s’è però ripresa nel finale e ha battuto il Parma per due a zero con doppietta di Ibrahimovic. La Roma - campione d’Italia alla fine dei primi tempi - s’è poi fatta rimontare dal Catania dell’ex interista Walter Zenga e ha finito la sua partita 1 a 1. Il Catania è così rimasto in serie A, mentre Livorno, Empoli e Parma sono retrocesse. Polemiche.