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 2008  maggio 05 Lunedì calendario

Anno V - Duecentodiciottesima settimanaDal 28 aprile al 5 maggio 2008Istituzioni La sedicesima legislatura è cominciata martedì 29 aprile con l’elezione, al primo turno e senza incidenti di sorta, del nuovo presidente del Senato

Anno V - Duecentodiciottesima settimana
Dal 28 aprile al 5 maggio 2008

Istituzioni La sedicesima legislatura è cominciata martedì 29 aprile con l’elezione, al primo turno e senza incidenti di sorta, del nuovo presidente del Senato. Renato Schifani, 58 anni, avvocato di Palermo, capogruppo a palazzo Madama nella scorsa legislatura e fedelissimo di Berlusconi. Ha pronunciato un discorso molto equilibrato, che il presidente Napolitano aveva letto in anteprima (approvandolo): «agirò come garante dei diritti dell’opposizione, della maggioranza e del governo», elogi al predecessore Marini, elogi alla «correttezza e compostezza della senatrice Finocchiaro» (poi addirittura baciata), «feconda stagione di riforme condivise», «reciproca legittimazione delle parti», «legalità e sicurezza», «radici cristiane», «eroi di Nassiriya», «Falcone e Borsellino», eccetera. Il giorno dopo, superato lo scoglio delle maggioranze qualificate previste per i primi tre turni, la Camera ha eletto a suo presidente Gianfranco Fini, 56 anni, capo di Alleanza Nazionale. Tra applausi bipartisan (i democratici hanno votato scheda bianca in tutt’e due le assemblee), Fini ha riconosciuto come date unificanti sia il 25 aprile che il 1° maggio, e poi, anche qui, pari diritti garantiti a tutti, stagione costituente, «non siamo una casta», «promuovere il merito», «valorizzare il lavoro», «la sicurezza», «l’autorevolezza dello Stato» e via discorrendo. Scalfari - protagonista assoluto delle pagine culturali della settimana per via di un altro libro in cui tratta dell’unica cosa che gli interessa (cioè il suo io) - s’è fatto beffe di questa melassa neobuonista, scrivendo nel suo editoriale di domenica scorsa che è tornato il tempo delle ideologie, dato che i due discorsi, e soprattutto quello di Fini, si basano «sulle radici cristiane, anzi cattoliche, sulla condanna del relativismo, sull’esistenza di una verità assoluta e sulla morale che ne deriva. Sulla tolleranza (relativa) delle altre culture a discrezione del Principe». Il quale Principe è naturalmente Berlusconi, principe di ubiquità «leghista, statalista, liberista per naturale e plurima vocazione».

Roma Intanto, la vittoria a Roma di Alemanno ha fatto intravedere un principio di lotta intestina dentro il Partito democratico, subito spenta dalla minaccia di Veltroni di convocare un congresso a ottobre (’minaccia”, perché un congresso a ottobre o rivoterebbe lo stesso Veltroni facendolo ancora più forte o metterebbe alla testa del partito qualcun altro che dopo un eventuale smacco alle europee potrebbe essere nuovamente rovesciato da un Veltroni divenuto a questo punto invincibile). C’è tuttavia il fatto inesplicabile che a Roma 55 mila persone hanno votato per il democratico Zingaretti alla Provincia e, a Roma, per il destro Alemanno. Una condanna di Rutelli (ora furibondo)? Una condanna di Veltroni (ora silente)? Una vendetta degli arcobaleni (che negano)? Mentre le analisi politiche imperversano, qualche questione relativa alla gestione veltroniana viene alla luce. Il Sole 24 Ore scrive in prima pagina che Alemanno ha trovato al Comune un buco di 7 miliardi che sono probabilmente 10 dato che non sono stati (legittimamente) messi a bilancio certi debiti garantiti dalla Regione. Le baraccopoli cresciute durante la gestione Veltroni sarebbero addirittura 85. Alemanno promette di «riparare i guasti», ma infila qualche gaffe anche lui. Dice di voler abbattere la teca in cui l’architetto Meier ha chiuso l’ara Pacis, ma poi si pente e promette un referendum, si rimangia anche la promessa di rimuovere Bettini dalla Festa del Cinema e di sostituirlo con Squitieri: Squitieri, nelle prime interviste, ha fatto capire infatti che la Festa del Cinema la abolirebbe. Adesso il neo-sindaco dice di voler destinare la Festa al cinema italiano, collegandola ai David di Donatello, e basta con le star holllywoodiane che vengono a farsi pubblicità da noi a caro prezzo. Quest’ultima idea ha provocato subito articoli di Variety e di altra stampa specializzata Usa, articoli nei quali si ricorda il passato neofascista del sindaco, che è stato in galera da giovane per aver partecipato a qualche rissa con i rossi eccetera. I giornalisti americani dànno voce a una preoccupazione autentica dei divi Usa. Luca Barbareschi ha raccontato a Sky che, ogni volta che va in America, c’è sempre qualche De Niro o qualche Di Caprio che gli domanda: «Ma da voi c’è sempre quel simpatico sindaco che ci dà un sacco di soldi per non fare niente?».

Verona L’ossessione degli immigrati ha fatto dimenticare che i delinquenti della peggiore specie sono spesso italiani. A Verona cinque neofascisti hanno pestato a morte un giovane di 29 anni, Nicola Tommasoli, disegnatore tecnico residente a Negrar. La notte del 1° maggio Tommasoli stava passeggiando per il centro con due amici quando i cinque, che avevano solo voglia di menar le mani, li hanno fermati chiedendo una sigaretta. Sentendosi rispondere di no hanno cominciato a picchiare. Visto a terra Tommasoli, lo hanno preso a calci in pancia e in faccia. Quando Tommasoli ha smesso di gridare e di muoversi, sono scappati. Portato all’ospedale di Borgo Trento, Tommasoli (mentre scriviamo) è ancora tenuto in vita dalle macchine, ma, secondo i medici, non ha speranze. Dopo quattro giorni di latitanza, uno dei cinque s’è consegnato. Si chiama Raffaele Dalle Donne, ha 19 anni, va ancora al liceo, fa parte di un’organizzazione di ultras del Verona, una ventina di disgraziati che fanno gli skinheads, pubblicano una rivista ”carnivora” che si chiama ”L’inferocito” e che già altre volte hanno aggredito gente che per una ragione o per l’altra gli stava sulle scatole.

Redditi Mercoledì 30 aprile sono improvvisamente apparsi in rete tutti i redditi degli italiani relativi all’anno 2005. Iniziativa dell’Agenzia delle Entrate, basata su una legge del 1972, cioè emanata quando Internet non esisteva. Le dichiarazioni on line sono la regola in molti paesi del mondo (per esempio in Norvegia), ma qui da noi s’è scatenato il putiferio. Infatti noi abbiamo la famigerata privacy e il garante Pizzetti s’è subito adoperato perché la lista venisse rimossa. Intervento comunque tardivo, perché l’assalto degli italiani curiosi di sapere quanto guadagna il vicino aveva già fatto crollare il sito, incapace di reggere una simile quantità di contatti. E intervento inutile, dato che parecchi siti avevano già copiato i dati e li mettevano a disposizione dei loro clienti. Tra le molte conseguenze dell’iniziativa, una denuncia del Codacons a 104 procure della Repubblica, in cui si chiede a Visco o a chi per lui un risarcimento di 20 miliardi; e un duro colpo alla popolarità di Grillo, dato che ai suoi aficionados non è piaciuto per niente che il comico abbia un reddito 2005 di quattro milioni. Anche se la pubblicazione della lista documenta inoppugnabilmente che Grillo paga le tasse, una quantità impressionante di ormai ex grillini gli ha scritto: «Sei uguale a tutti gli altri».

Austria Ad Amstetten, in Austria, un ingegnere elettronico di 75 anni teneva segregata la figlia in cantina dal 1984. Senza mai farla uscire e riuscendo a non far sapere niente alla moglie - a cui aveva fatto credere in una fuga presso una setta satanica - l’ingegnere l’aveva violentata un numero infinito di volte, mettendola incinta e facendola partorire sette volte. Uno di questi bambini era poi morto, altre tre erano stati affidati alla moglie con la scusa che la figlia - in mano alla setta - non poteva mantenerli. Il fatto è venuto alla luce perché una delle figlie-nipoti, Kerstin Fritzl di 19 anni, è stata lasciata all’ospedale dal nonno-padre, poi subito fuggito. I medici e, poco dopo, la polizia, partendo da Kirsten hanno però ricostruito la storia. L’ingegnere violentatore (e benestante) si chiama Josef Fritzl. La figlia violentata Elisabeth. Anche se sembra impossibile, Elisabeth ha confermato che la madre Rosemarie (con la quale Josef ha altri sette figli) non ha mai saputo, o capito, nulla.