Mariolina Sesto, Il Sole-24 Ore 26/6/2008, pagina 14, 26 giugno 2008
Il Sole-24 Ore, giovedì 26 giugno Un avanzo di 11,3 milioni; un piccolo disavanzo "tecnico" di poco più di 100mila euro; oltre 25 milioni di rimborsi elettorali a fronte di 5,2 milioni di spese per il personale
Il Sole-24 Ore, giovedì 26 giugno Un avanzo di 11,3 milioni; un piccolo disavanzo "tecnico" di poco più di 100mila euro; oltre 25 milioni di rimborsi elettorali a fronte di 5,2 milioni di spese per il personale. Per gli elettori la Margherita non esiste più eppure il suo bilancio 2007, approvato lunedì sera dall’assemblea federale, c’è e domani sarà pubblicato sulle pagine di "Europa" e dell’"Unità". Conti in ordine, destinati a non fare rumore. Ma tra tabelle e resoconti il tesoriere Luigi Lusi spiega chiaramente qual è il rapporto finanziario tra il partito-padre e il partito-figlio, tra la vecchia Margherita e il nuovo Pd. «La Margherita – si legge sul bilancio – ha cortesemente messo a disposizione del Pd quasi l’intera struttura ed il personale e prevede di continuare a impegnare gran parte delle proprie risorse al sostegno del Pd fino alla definizione di ogni questione». Le questioni aperte? Vanno dall’affitto della sede alle garanzie per il personale, dalla struttura di segreteria ai supporti tecnici. Il documento anticipa poi la «prevedibile evoluzione» della gestione: per prima cosa si parla della sottoscrizione di un «idoneo contratto di locazione fra la Margherita (nel ruolo di locatore) e il Pd (nel ruolo di conduttore). Oggi la Margherita copre con sue sole risorse l’intero canone di affitto della sede romana di Via Sant’Andrea delle Fratte: 850mila euro all’anno comprensivi di oneri condominiali. Ma i locali sono quasi interamente occupati dal partito di Walter Veltroni: dopo il trasferimento dal loft, dal primo febbraio i democratici, con tutti i supporti tecnici e di segreteria per il neo-costituito governo-ombra, si sono sistemati nell’intero secondo piano ed hanno a loro disposizione circa 2.300 metri quadrati. Di più: i Dl esigono la «restituzione dal Pd alla Margherita nazionale di tutte le anticipazioni a qualsiasi titolo (personale, beni, servizi, altro) sinora sostenute dalla Margherita in favore del Pd». Come dire: cedere al Pd lavoratori, scrivanie e stanze per i Dl non è un obbligo, anzi. Stessa musica per il personale: la Margherita chiede «la totale assunzione di tutti i dipendenti, a qualsiasi titolo, aventi rapporti di lavoro in corso con la Margherita nazionale e con i coordinamenti regionali del partito, con garanzia della stessa tipologia contrattuale, durata e salario vigenti al momento della risoluzione consensuale del rapporto di lavoro con i Dl e dell’assunzione nel Pd». C’è da dire, tuttavia, che per semplificare la vita al nuovo partito, il quale dovrebbe farsi carico dei 92 dipendenti Dl e di più di un centinaio provenienti dai Ds, la Margherita ha proposto al suo personale incentivi all’esodo. Per questo nel bilancio si parla di un «fondo rischi» da 700mila euro nell’ipotesi che una percentuale del 15% dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato (pari a circa 14 unità) possano usufruire dell’incentivazione con un costo medio di 50mila euro ciascuno. E i primi risultati, viene precisato, «si sono già avuti, mentre altre trattative sono in corso». Un altro fondo rischi è poi stato costituito per via dei crediti non più esigibili nei confronti di deputati e senatori ex Dl. Si tratta di parlamentari ed europarlamentari che negli anni scorsi non hanno versato il contributo mensile dovuto al partito: a questo punto il partito non può più rivalersi sui morosi e deve quindi considerare nullo il credito. Quello che resta in piedi è il «prestito» al partito di Veltroni che potrà continuare solo finché la Margherita (esattamente come i Ds) disporrà di risorse proprie: con i contributi elettorali garantiti oltre la fine anticipata della XV legislatura il partito-padre continuerà a incassare rimborsi fino al 2011. Poi toccherà al partito-figlio fare da solo. Mariolina Sesto