Simona Marchetti Corriere della sera 26/6/08, 27 giugno 2008
Secondo uno studio della Greenwich University, commissionato dalla Civil Aviation Authority britannica e condotto analizzando 105 incidenti aerei e le testimonianze di 2 mila sopravvissuti, i posti più sicuri quando si vola sono quelli in corridoio, in corrispondenza delle uscite di emergenza o immediatamente davanti e dietro
Secondo uno studio della Greenwich University, commissionato dalla Civil Aviation Authority britannica e condotto analizzando 105 incidenti aerei e le testimonianze di 2 mila sopravvissuti, i posti più sicuri quando si vola sono quelli in corridoio, in corrispondenza delle uscite di emergenza o immediatamente davanti e dietro. Nell’ipotesi che l’aereo prenda fuoco, infatti, chi è seduto in questa zona ha il miglior tasso di sopravvivenza. Fra la seconda e la quinta fila dall’uscita le possibilità di farcela sono ancora buone, ma, come sottolinea il Times che ha pubblicato la ricerca, «le differenze fra vivere o morire sono notevolmente ridotte». Se poi si va oltre, ovvero dalla sesta fila in su, «la chance di rimanerci secchi supera di gran lunga quella di sopravvivere». Stando al rapporto, i posti di corridoio hanno un tasso di sopravvivenza del 64% rispetto al 58% degli altri, mentre i passeggeri che stanno nella parte anteriore del velivolo hanno il 65% di possibilità di sfuggire al fuoco contro il 53% di chi sta nei posti dietro. Secondo le regole internazionali sulla sicurezza aerea, i velivoli debbano essere sottoposti a rigorose prove di evacuazione, per dimostrare che chiunque può lasciare l’aeromobile entro 90 secondi quando la metà delle uscite risulta bloccata, ma lo studio ha rivelato che questi test non sono affidabili, perché non tengono in giusta considerazione il comportamento delle persone in caso di emergenza. Tanto che molte compagnie hanno preso l’abitudine di fa pagare di più i posti sulle uscite di emergenza: la Virgin Atlantic, ad esmepio, rincara le tariffe da 63 a 94 euro.