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 2008  giugno 25 Mercoledì calendario

I debiti di Roma ItaliaOggi, mercoledì 25 giugno Ci sono loro tra i maggiori responsabili delle «gravissime tensioni sulla liquidità», tanto per usare il linguaggio della Ragioneria generale dello stato

I debiti di Roma ItaliaOggi, mercoledì 25 giugno Ci sono loro tra i maggiori responsabili delle «gravissime tensioni sulla liquidità», tanto per usare il linguaggio della Ragioneria generale dello stato. Si tratta delle società comunali, proprio quelle messe al centro del mirino da Gianni Alemanno non appena si è insediato come nuovo sindaco di Roma. Se il comune non può fare affidamento su circa 900 milioni di euro, che al punto in cui siamo varrebbero più di una boccata di ossigeno, la colpa è di Trambus, Ama, Met.ro, Atac, Roma Metropolitane e Gemma. Eh sì, perché secondo quanto rivela il dossier redatto dai tecnici della ragioneria, questi 900 milioni di euro rappresentano il bottino che il comune è costretto a sacrificare sull’altare delle difficoltà finanziarie di queste «sei sorelle». Certo, rispetto al debito complessivo della capitale è poca cosa. Da questo punto di vista, infatti, la relazione degli ispettori di via XX Settembre conferma un po’ tutte le grandezze che erano circolate nei giorni scorsi. Insomma, se il debito iscritto in bilancio ammonta a 6,9 miliardi di euro, quello complessivo raggiunge quota 8,151 miliardi, se si considerano anche le linee di credito attivate, ma non ancora materialmente erogate, per investimenti vari. Di sicuro, a leggere il dossier della Rgs emerge una situazione a dir poco caleidoscopica della situazione finanziaria di Roma. L’indebitamento comunale Per quanto riguarda l’indebitamento risultante dal bilancio, la Ragioneria offre tutto il quadro dell’evoluzione che si è registrata a partire dal 2003. Anno, questo, in cui il debito ammontava a 6,422 miliardi di euro, saliti a 6,738 nel 2004 e ulteriormente saliti a 6,932 miliardi l’anno successivo. Nel 2006, invece, lo stock ha subito una flessione a 6,564 miliardi, che poteva far ben sperare. Salvo poi rischizzare a 6,951 miliardi nel 2007. Questo è appunto l’indebitamento conosciuto e rilevato dalla Ragioneria, a cui però bisogna aggiungere altri 1,2 miliardi delle suddette linee di credito non ancora erogate. Il totale, appunto, fa 8,151 miliardi. Il Il dissesto delle spa comunali Al di là dell’evoluzione storica del debito, una delle censure più puntuali della Rgs è lo sfondamento delle anticipazioni di tesoreria da parte della precedente giunta guidata da Walter Veltroni (su cui vedi l’articolo a pagina 3). Nell’analizzare le cause della drammatica crisi di liquidità, però, i tecnici concentrano l’attenzione sullo stato delle spa comunali. Secondo la ricostruzione, in sostanza, il comune si è dovuto sobbarcare «frequenti e cospicue anticipazioni di somme in favore delle società controllate/partecipate, che le stesse spa non sono state in grado di restituire». Dopo un certosino lavoro di scambio dati con gli uffici comunali, gli ispettori di via XX Settembre sono arrivati a una stima di questo sacrificio. «Al momento», si legge nella relazione, «secondo i dati forniti dagli uffici e riscontrati documentalmente, il credito/residuo attivo del comune nei confronti delle partecipate per anticipazioni risulta pari a 869.082.993,54 euro. A pesare come un macigno, all’interno di questa cifra, sono le società di trasporto pubblico locale, in particolare Trambus. La società guidata da Raffaele Morese, infatti, ha un debito nei confronti del comune della bellezza di 568,1 milioni di euro. A cui si aggiungono i 111,4 di Met.ro, i 58,6 di Atac e i 16,3 di Roma Metropolitane. Fatti due calcoli, allora, si scopre che la quota di competenza del trasporto pubblico locale, sul totale dei crediti vantati dal comune, consiste in 738,1 milioni di euro. In termini assoluti, invece, la spa che ha il secondo maggior debito nei confronti del suo azionista è l’Ama, la società guidata da Giovanni Hermanin, che pesa sul totale per 112 milioni di euro. La ragioneria spiega che «il motivo che ha fatto sì che il comune abbia anticipato queste risorse alle società controllate e, per la maggior parte, a quelle che gestiscono il trasporto pubblico locale, è dovuto alle difficoltà finanziarie delle società stesse». Certo, ammettono i tecnici, su questi scompensi finanziari, a sua volta, incide «la circostanza che la regione non provvede a erogare alle aziende di trasporto le risorse destinate al Tpl che non transitano più per il bilancio comunale». Forti dubbi, infine sulla possibilità che le spa possano restituire queste risorse: «Si evidenzia che qualora le aziende non dovessero essere in grado di restituire al comune le somme anticipate, l’ente si vedrebbe costretto a eliminare dal conto di bilancio i relativi residui attivi, divenuti di dubbia esigibilità». E questo fatto, di conseguenza, «determinerebbe un disavanzo della gestione dei residui, che comporterebbe un peggioramento, di pari importo, del risultato di amministrazione». Debiti fuori bilancio Altro problema di non poco conto che le finanze comunali si troveranno ad affrontare, «in un lasso di tempo abbastanza ridotto», è rappresentato «dalle potenziali passività fuori bilancio». Tra queste, ha ricostruito nel suo dossier la Rgs, rientrano i pericolosi esiti dei giudizi ancora in corso sugli espropri. Si tratta di procedimenti, in scadenza entro il 2008, «nell’ambito dei quali gli eventi sin qui prodottisi (Ctu ovvero sentenze di primo grado) lasciano prevedere un esito sfavorevole». La Ragioneria, su questo punto, fa riferimento all’opinione dell’Avvocature comunale. La conclusione è che «l’importo delle condanne si attesterebbe a circa 343 milioni di euro, al netto di interessi e rivalutazione». A tale cifra va aggiunto l’importo dei procedimenti di esproprio già attivati e finalizzati alla realizzazione del secondo Piano di edilizia economica popolare. In questo caso la cifra stimata dagli uffici comunali, e ripresa dalla Ragioneria, è di 251,4 milioni di euro. Insomma, potrebbe essere tutto debito aggiuntivo, ulteriore rispetto agli 8,151 miliardi. Oneri indebitamento e swap Infine la Rgs riporta anche la documentazione fornita dal Servizio finanziario del comune a proposito degli oneri connessi all’indebitamento a cui il comune dovrà fare fronte. Nel 2008, tanto per fare un esempio, il peso complessivo di questo sacrificio ammonta a 467,5 milioni di euro: 192,5 di quota capitale, 224,9 di quota interessi, 18,4 di oneri di preammortamento. Questi, in particolare, sono prestiti flessibili, dei quali nei primi 5 anni vengono ammortizzati solo gli interessi su quello che è stato effettivamente utilizzato. In più si devono aggiungere, sempre per arrivare alla cifra degli oneri complessivi per il 2008, anche 31,6 milioni relativi agli swap. Qui parliamo dei famigerati strumenti derivati, il cui uso disinvolto ha spesso creato difficoltà finanziarie agli enti locali. Naturalmente questi oneri, puntualmente rilevati dalla Ragioneria, avranno un peso anche negli anni a venire. E parliamo di un onere crescente: 633,3 milioni di euro per il 2009 e 689,2 milioni di euro per il 2010. Le conclusioni della Ragioneria Su questo punto vale la pena di riportare fedelmente le parole dei tecnici della Ragioneria: «All’esito degli accertamenti eseguiti, pur nella ristrettezza dei tempi e con informazioni, in taluni casi, non pienamente riscontrate documentalmente, ma ricavate da colloqui con i responsabili dei vari servizi, si può affermare, con tutte le cautele del caso, che il comune di Roma versa in una situazione di grave difficoltà finanziaria, sia per quanto concerne la competenza e, ancor più, per quanto concerne la cassa, con una tendenza, a politiche invariate, al peggioramento nel 2009 e 2010, esercizi sui quali si scariche sicuramente un maggior costo del debito». Stefano Sansonetti