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 2008  giugno 25 Mercoledì calendario

Il Sole-24 Ore, mercoledì 25 giugno La ricchezza porta altra ricchezza e proviene sempre di più dalle economie dei Paesi emergenti

Il Sole-24 Ore, mercoledì 25 giugno La ricchezza porta altra ricchezza e proviene sempre di più dalle economie dei Paesi emergenti. Questo trend ha trovato terreno fertile nel secondo semestre del 2007, quando la solidità delle economie emergenti ha bilanciato gli effetti della congiuntura negativa di quelle mature. Non solo. Poiché la ricchezza finanziaria si genera principalmente grazie alle Borse, anche da questo punto di vista le nuove economie hanno fatto da trampolino di lancio. Il divario della crescita della capitalizzazione di mercato nelle economie mature rispetto a quelle emergenti nel 2007 è stato significativamente più marcato. Il rallentamento della crescita delle Borse valori più tradizionali e la forte volatilità presente nei mercati sono state compensate dalle performance eccellenti di Borse come Shanghai e Shenzhen (rispettivamente + 303% e + 244%) oppure Mumbai (+122%) solo per citarne alcune. Ma c’è un altro elemento che emerge dall’ultima indagine sulla ricchezza nel mondo condotta da Merrill Lynch e CapGemini: nel 2007 le persone abbienti dei mercati emergenti hanno esercitato come non mai un’influenza significativa nel mercato globale dei beni di lusso. Malgrado le ripercussioni delle turbolenze dei mercati finanziari sull’economia statunitense, i produttori di beni di lusso, i fornitori di servizi d’élite e le case d’asta hanno trovato clienti ben disposti a spendere, in particolare in Cina, India, Russia e Medioriente. Secondo lo studio, i jet privati, gli yacht personalizzati, le auto di lusso e altri oggetti top hanno inciso per il 16,2% sul totale degli investimenti di passione dei 10,1 milioni di super-ricchi (individui con ricchezze finanziarie superiori al milione di dollari), seguiti dalle opere d’arte (15,9%), dai gioielli (13,8%), dalle vacanze di lusso/esperienziali (13,5%). La domanda è rimasta sostenuta anche tra i 103.300 i cosiddetti super-super ricchi (chi ha ricchezze finanziarie superiori ai 30 milioni di dollari) malgrado l’aumento dei prezzi. L’indice Forbes Cost of Living Extremely Well Index, agganciato al costo di un paniere di beni voluttuari, è aumentato in un anno del 6,2%, più del doppio del tasso di inflazione. Nel 2007, come hanno dichiarato i vertici della General Dynamics, la domanda di mercato per jet Gulfstream da acquirenti esteri ha superato per la prima volta quella dei nordamericani. E che dire delle vendite di Ferrari? Hanno registrato un aumento senza precedenti nei mercati emergenti (+47,2% nella regione Asia-Pacifico e +32,3% in Medioriente). Il mercato degli yacht, in passato dominato dai super ricchi mediorientali, è diventato appannaggio degli acquirenti russi. Per esempio, l’Eclipse, ancora in costruzione e ritenuto lo yacht privato più grande del mondo, è di proprietà di un miliardario russo del petrolio. Se gemme e orologi sono la scelta preferita da asiatici e mediorientali, sull’arte così come nei viaggi emozionali c’è un testa a testa tra europei, americani e latino-americani. Ma quello dei quadri d’autore è l’acquisto voluttuario in pole position per gli ultra ricchi. I milionari di nuovo conio da Mosca a Mumbai, molti dei quali hanno accumulato fortune con il boom delle materie prime, hanno svolto un ruolo attivo nelle aste di opere d’arte. Sia Christie’s International sia Sotheby’s hanno tratto profitto dall’espansione dell’economia russa dove il totale delle vendite ha raggiunto la cifra di 324,9 milioni di dollari (+45%) rispetto ai 223,6 milioni del 2006. Ma questa ricchezza mondiale che dimensioni ha? Cresciuta del 9,4% rispetto al 2006, ha raggiunto una dimensione di 40.700 miliardi di dollari, considerando i patrimoni di chi ha ricchezze finanziarie pari a un milione di dollari; mentre quella degli ultra ricchi ha raggiunto i 15mila miliardi di dollari. I più alti tassi di crescita del numero dei ricchi si sono registrati in Medioriente, nell’Europa dell’Est e in America Latina, con incrementi rispettivi del 15,6%, 14,3 e 12,2. L’India è al primo posto nella classifica per Paese (+22,7%), seguita da Cina (+20,3%) e Brasile ( 19,1%). E l’Italia? Secondo lo studio si stimano 208mila super ricchi ma la crescita anno su anno è stata molto bassa (1,1%). Tuttavia, nelle scelte d’investimento l’atteggiamento degli italiani rispetta la media della categoria. Nel 2007 molti hanno optato per il passaggio a investimenti più sicuri, in prevalenza titoli a reddito fisso (27%) e liquidità (17%), a discapito dell’investimento immobiliare che perde peso (passa dal 24 al 14%) e degli investimenti alternativi (dal 10 al 9%) mentre gli investimenti azionari registrano un lieve crescita (dal 31 al 33%). Gli investimenti sostenibili acquistano peso non solo per un maggiori interesse verso le tematiche ambientaliste ma soprattutto perché offrono rendimenti interessanti. «In prospettiva c’è ancora spazio di crescita per questo target – dicono gli esperti – ma il tasso sarà più contenuto: al 2012 si stima un patrimonio totale di 59.100 miliardi di dollari Usa, con un tasso annuo di crescita del 7,7 per cento». Su questo target di individui si concentrano i big del private banking, un business che secondo Scorpio, società di consulenza specializzata nel wealth management, nel 2007 ha raggiunto una dimensione di 17.400 miliardi di dollari, cresciuta ancora con un tasso a doppia cifra e che vede in pole position Ubs, Citigroup, Merrill Lynch, Credit Suisse, JpMorgan, Morgan Stanley, Hsbc, Deutsche Bank, Wachovia e BnpParibas. Lucilla Incorvati