ALESSANDRO BARBERA, La Stampa 26/6/2008, pagina 6, 26 giugno 2008
La Stampa, giovedì 26 giugno Poiché i sacrifici che chiede sono durissimi - più di trenta miliardi di tagli alla spesa in tre anni - Giulio Tremonti doveva dare il buon esempio
La Stampa, giovedì 26 giugno Poiché i sacrifici che chiede sono durissimi - più di trenta miliardi di tagli alla spesa in tre anni - Giulio Tremonti doveva dare il buon esempio. L’elenco uno allegato alla manovra economica 2009-2011 dice che il ministero dell’Economia (quello che raccoglie più risorse) contribuirà per circa un terzo: più di dieci miliardi. Il decreto legge che porta con sé una delle Finanziarie più dure della storia repubblicana è stato firmato ieri dal presidente della Repubblica fra qualche mal di pancia. Aver deciso di presentare la manovra in anticipo rispetto ai tempi previsti (il 30 settembre) superando quel rito assurdo che dopo tre mesi fra Camera e Senato lasciava macerie degli obiettivi iniziali, tutto sommato non spiace al Quirinale. Al Colle più alto hanno però fatto notare al ministro dell’Economia che fra questo ed un decreto da convertire entro 60 giorni insieme ad altri (su sicurezza, rifiuti, giustizia e taglio dell’Ici, approvato ieri ma solo alla Camera) e per di più con la scadenza incombente della pausa di agosto, ce ne passa: se così accadrà, lo spazio per discutere della manovra in Parlamento potrebbe ridursi a pochi giorni. Il testo definitivo del decreto firmato da Napolitano è di 80 pagine per 84 articoli, mentre non è ancora arrivato al Quirinale il disegno di legge, l’altro pezzo della manovra. Nel decreto è rimasta però la parte della finanziaria anticipata a cui Tremonti teneva di più: i tagli alla spesa. Chi più chi meno, tutti i ministeri saranno chiamati a fare la loro parte. In tutto, la spesa pubblica dovrà scendere di 8,13 miliardi nel 2009, 8,52 nel 2010, 15,2 nel 2011: sono 31,85 miliardi in tre anni. Solo l’anno prossimo - elencava ieri l’agenzia Radiocor - le infrastrutture dovranno fare a meno di 501 milioni, la Difesa di 485, l’istruzione di 431 e l’interno di 399. Il governo ha cioè deciso di far dimagrire anche quei comparti di spesa su cui ha deciso di investire. Uno su tutti: dei quasi 400 milioni di tagli chiesti agli Interni, 254 dovranno essere garantiti dalla voce «ordine pubblico e sicurezza». C’è però da considerare un’importante innovazione messa a punto da Tommaso Padoa-Schioppa: con la divisione della spesa dei ministeri in «missioni» il Tesoro e il governo potranno spostare facilmente risorse da una missione all’altra. Se dunque, per restare nel caso degli Interni, la voce «soccorso civile» dovesse garantire più dei 39 milioni di risparmi necessari, ci saranno più risorse per l’ordine pubblico. Quest’anno una delle poche voci risparmiate dai tagli sarà la sanità, che invece dovrà garantire due miliardi di risparmi nel 2010, tre nel 2011. E’ molto probabile per il 2009 (lo scriveva ieri la relazione tecnica del decreto) la reintroduzione del ticket da dieci euro sulla diagnostica. Spulciando fra le voci delle missioni, si scopre che il taglio più pesante l’anno prossimo (1,74 miliardi) lo subirà la voce «Sviluppo e riequilibrio territoriale», nella quale sono ricompresi soprattutto gli incentivi alle imprese nelle aree depresse. Il «diritto alla mobilità» perderà poco più di un miliardo, lo «sviluppo sostenibile e la tutela del territorio e dell’ambiente» 225 milioni, l’«istruzione scolastica» dovrà fare a meno di 222 milioni. Quasi tutti i tagli del ministero degli Esteri - 183 su 195 milioni - saranno garantiti da tagli alla missione «L’Italia in Europa e nel mondo», voce dentro alla quale c’è di tutto: dai fondi per la partecipazione agli organismi internazionali alle spese di funzionamento dei consolati. La «tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali» dovrà fare a meno di 198 milioni, la voce «diritti sociali, solidarietà sociale e famiglia» viene tagliata per 115 milioni. ALESSANDRO BARBERA