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 2008  giugno 24 Martedì calendario

La Stampa, martedì 24 giugno Ecco il primo siluro dell’Europa alle velleità atomiche di Mahmud Ahmadinejad

La Stampa, martedì 24 giugno Ecco il primo siluro dell’Europa alle velleità atomiche di Mahmud Ahmadinejad. Dopo un anno di lavoro a stretto contatto con l’Onu e gli Stati Uniti, i Ventisette hanno varato un pacchetto di sanzioni diplomatiche contro Teheran, misure che comprendono il congelamento delle attività continentali degli istituti di credito iraniani e il divieto di circolazione per un numero di diplomatici e consulenti di Teheran. Nel mirino sopratutto la Banca Melli, centrale finanziaria del regime, come inevitabile. La scorsa settimana il responsabile della politica estera dell’Ue, Xavier Solana, aveva offerto agli ayatollah un nuovo pacchetto di proposte di mediazione, senza però ottenere alcuna risposta. I dettagli completi si avranno solo in giornata quando il provvedimento sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, ma già ora si apprende che saranno bloccate le attività delle tre filiali continentali della Melli, a Parigi, Londra, Amburgo. Congelamento anche per i fondi di altri quattordici istituti, responsabili secondo l’Ue di essere il tramite attraverso il quale Teheran finanzia i propri piani nucleari. Nonostante il rifiuto di aderire al piano di cooperazione messo a punto dal gruppo «5+1» - ovvero Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito, Francia e Germania - l’Iran insiste che la sua strategia è interamente pacifica. Eppure rifiuta la richiesta Onu di interrompere il lavoro sull’arricchimento dell’uranio. Le fonti di Bruxelles assicurano che le sanzioni sono compatibili con la risoluzione 1803 dell’Onu del 30 marzo scorso e non sono un’iniziativa europea autonoma. Allo stesso modo insistono sul fatto di voler continuare sulla strada del bastone e della carota, considerando come «completamente autonome» le misure restrittive e il negoziato che si intende portare avanti con l’Iran. Per questo, si sottolinea, «nella lista nera non vi saranno leader politici o ministri». Deve essere letto come un segnale della volontà di mantenere aperto il dialogo con le autorità di Teheran. Attesa la risposta degli uomini di Ahmadinejad. La passata settimana il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Mohammad Ali Hosseini, aveva minacciato una reazione dura: «Se ci sarà una decisione ostile contro l’Iran da parte degli europei anche noi abbiamo delle opzioni da usare contro di loro». La Banca Melli è già nella lista negli degli americani, mentre le sanzioni varate dall’Onu vietano la vendita all’Iran di qualunque tecnologia e equipaggiamento che potrebbe essere utilizzato per sviluppare attività nucleari. Proprio ieri un imprenditore tedesco è stato arrestato perché sospettato di aver offerto a Teheran «materiale che poteva essere usato per costruire missili». La strategia iraniana non è univoca. Le ultime notizie provenienti dalla capitale persiana contengono persino qualche elemento di apertura. Il portavoce del ministero degli Esteri ha dichiarato che, mentre non è possibile per il momento pronunciarsi sulla proposta del Cinque+Uno, l’iniziativa di Solana «rivela alcuni punti che potrebbero servire da base per negoziati futuri». Secondo Mohammad Ali Hosseini, che non ha fornito maggiori dettagli, «questo terreno in comune va considerato come incoraggiante». A suo avviso, però, rinunciar al programma sull’uranio sarebbe comunque «illogico». Funzionerà? A Bruxelles sono pacatamente ottimisti, tuttavia consapevoli che il blocco alle banche europee non eliminerà le fonti di finanziamento di Ahmadinejad. Attualmente si stima che i capitali iraniani depositati all’estero ammontino a 75 miliardi di dollari, ma i dati sulla quota conservata nel nostro continente sono evanescenti. Si va alla cieca. «Non c’era scelta - sussurrava in serata un diplomatico comunitario - Non sappiamo se avremo effetto, ma non poteva fare diversamente». marco zatterin