Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  giugno 24 Martedì calendario

Corriere della Sera, martedì 24 giugno Klagenfurt. «Certo, un gran dispiacere questa eliminazione del-l’Italia

Corriere della Sera, martedì 24 giugno Klagenfurt. «Certo, un gran dispiacere questa eliminazione del-l’Italia. Per me è come se l’Europeo fosse finito. Dopo l’uscita dell’Austria tifavo molto per gli azzurri, come sempre. Ci sono rimasto male. E pensare che domenica a Vienna in teoria il tabellone potrebbe proporre una finale Russia-Turchia. Mi chiedo che cos’abbiano da spartire queste due nazioni con l’Europa. Mah». Ci sono personaggi che non deludono mai le aspettative. Jörg Haider, 58 anni, due figlie (una vive a Roma), governatore della Carinzia, una specie di totem della destra transnazionale, è uno di questi. Non c’è bisogno di schiacciare sull’acceleratore. Ci pensa lui a uscire dai limiti del politicamente corretto anche se lo spunto è sportivo. Maratoneta, alpinista e ottimo sciatore, Haider riceve in sahariana avorio nella sede del governatorato da cui spicca lo striscione «Benvenuti agli Europei di calcio ». Alle pareti diversi suoi ritratti (in tradizionale giacchetta loden) con varia umanità: dal presidente del Veneto Galan al colonnello Gheddafi, dall’onorevole La Loggia al Dalai Lama. Governatore, il suo «Forza Italia» è sinceramente sportivo o riflette altre affinità? «Qui la politica non c’entra. Tifo Italia e basta. Anzi vorrei ricordare che per un certo periodo la Carinzia è stata uno degli sponsor della nazionale azzurra. Questa è una regione dove molti italiani passano le vacanze». Più sorpreso dai margini di vittoria del centrodestra alle elezioni italiane di aprile o dall’eliminazione dell’Italia agli Europei? «Non c’è paragone. Alle elezioni tutti i sondaggi concordavano sulla vittoria di Berlusconi. Invece intorno ai giocatori di Donadoni, pur se non al massimo della forma, c’era molta attesa. Sono campioni che vedo giocare sempre bene nelle rispettive squadre ». A proposito, per quale club tifa? «Innanzitutto per l’Austria di Klagenfurt, bianconeri come la Juve e l’Udinese: da due anni abbiamo uno stadio straordinario. Per quanto riguarda l’Italia la mia simpatia va al Palermo come dimostra il gagliardetto rosanero alla parete». Date le sue note simpatie per il Nord, non è un po’ troppo sudista? «Ma io tifo Palermo perché sono amico del presidente Zamparini, persona in gamba, grande imprenditore, che ha una bella casa qui in Carinzia, a Bad Kleinkirchheim. E lui per la verità è del Nord». Ah, ecco. Tornando agli azzurri, chi sono i suoi favoriti? «Non ho dubbi, Buffon, penso il miglior portiere al mondo. Uno dei pochi a non aver deluso in queste partite. Mi sembravano tutti stanchissimi, a cominciare da Toni, un altro che mi piace». Altri calciatori europei? «Lo spagnolo Villa. Sembra nato per fare goal». Passando alla classifica dei politici chi è per lei il Buffon della situazione? «Il ministro Roberto Maroni. Lo conosco da molto, persona di assoluto valore». E il Villa politico in Europa? Forse Sarkozy? «Per niente. Tutto teatro, tutto circo. Sostanza zero». Soltanto otto squadre sulle sedici arrivate in Svizzera-Austria sono in zona-Euro. L’Austria è contenta dell’Europa? «Se si facesse un referendum penso che una percentuale tra il 50 e il 60 per cento ora voterebbe no. Il nostro scellino era una buona moneta, con il cambio i prezzi sono raddoppiati, la gente ci ha perso e non è contenta, anche se la nostra economia viaggia bene ». Sembra di capire che l’ipotesi di una Turchia europea la lascia perplesso. «Vincano pure la coppa a Vienna ma in Europa per i turchi le porte devono stare ancora chiuse. Non credo siano in grado di accettare le regole e la cultura europee. Le radici sono troppo diverse. Non è giusto fare finta di niente». Eccezionale spiegamento di polizia per questi campionati. Ce n’era bisogno? «Gli austriaci erano un po’ preoccupati, non sono abituati a queste maree colorate di tifosi. Un’esperienza utile, di conoscenza. Finora è andato tutto bene». Qui nella sua Klagenfurt l’episodio peggiore con tedeschi filonazi a urlare slogan antiebrei. «Un episodio durato pochi minuti. Poi sono intervenuti alcuni agenti tedeschi in borghese che li hanno blindati e portati via». In Italia si parla di usare l’esercito per la sicurezza. Che ne pensa? «Nel passato anche noi l’abbiamo fatto ma soltanto per presidiare i confini contro i clandestini. C’è la costituzione che parla: i soldati e il loro utilizzo sono una cosa ben diversa dalla polizia ». Sempre qui a Klagenfurt un nazi ustascia ricercato per crimini di guerra è stato fotografato in mezzo ai tifosi croati. E lei avrebbe detto che è un tipo simpatico. Non è troppo? «Ho detto che la sua famiglia è carina. Vivono qui da molti anni, lui non ci sta più con la testa, tutto qui». E l’estradizione non concessa dall’Austria? «Non è una mia competenza. E non sono un giudice».  vero che alle prossime elezioni europee potrebbe essere votato anche in Italia? «Ne abbiamo parlato prima con Giancarlo Galan presidente del Veneto, poi con il suo collega del Friuli Venezia Giulia Renzo Tondo. Sì, l’idea sarebbe di fare liste comuni». Gian Luigi Paracchini