Francesco Semprini, La Stampa 20/6/2008, pagina 8., 20 giugno 2008
Una maxi-retata negli ambienti di Wall Street ha portato alla luce un vasto giro di frodi compiute da gestori di mutui subprime
Una maxi-retata negli ambienti di Wall Street ha portato alla luce un vasto giro di frodi compiute da gestori di mutui subprime. Sessanta persone sono state arrestate solo mercoledì nell’ambito dell’inchiesta «malicious mortgage» (mutui maligni) sugli illeciti compiuti da una serie di piccoli e grandi manager di mutui e dipendenti di finanziarie costati circa un miliardo di dollari in perdite a clienti, banche e investitori. Sono stati complessivamente 144 i casi di frode accertati dal dipartimento di Giustizia e dalle autorità dell’Fbi, nell’ambito di un’operazione durata tre mesi e mezzo d’indagine, e che da marzo ha prodotto 406 incriminazioni e l’arresto di 287 persone in 15 distretti di tutto il Paese, con l’accusa di frode, insider trading e associazione a delinquere. Di questi 173 sono ancora in galera mentre gli altri sono usciti su cauzione. «L’operazione mutui maligni e tutte le altre azioni ad essa legate confermano la determinazione del dipartimento di Giustizia a combattere questo genere di crimini, assicurare i responsabili alla giustizia e ristabilire il necessario clima di fiducia nei confronti delle istituzioni finanziarie», spiega il vicesegretario alla Giustizia Mark Filip. Il direttore dell’Fbi, Robert Mueller ha inoltre annunciato che le indagini proseguiranno e che tutti i responsabili saranno puniti. Le manette sono scattate anche ai polsi di due volti noti del mondo della finanza, nell’ambito di un’inchiesta separata avviata oltre un anno fa dalle autorità federali. A finire nelle maglie della Giustizia sono stati Ralph Cioffi e Matthew Tannin, i manager dei due hedge fund del gruppo - ”High-Grade Structured Credit Strategies Enhanced Leverage Master Fund” e ”High-Grade Structured Credit Strategies Master Fund” - il cui collasso avrebbe innescato la spirale viziosa che ha portato alla crisi della quinta banca d’investimento americana. I due sono stati prelevati ieri mattina presto dagli agenti federali mentre si trovavano nelle rispettive abitazioni a Manhattan e nel New Jersey ed ora devono rispondere di nove capi di imputazione legati al fallimento dei fondi speculativi, tra i primi ad essere coinvolti nella grande crisi ”subprime”, ovvero dei mutui ad alto rischio. Dalle indagini è emerso che i due erano al corrente del cattivo stato di salute dei fondi, anche se con clienti e investitori sostenevano il contrario. A inchiodarli sarebbe uno scambio di e-mail dagli indirizzi privati di posta elettronica. In un primo messaggio Tannin proponeva a Cioffi di discutere della chiusura degli hedge fund, e Cioffi accettava invitandolo nella sua abitazione in New Jersey. Erano chiare a entrambi le condizioni di difficoltà in cui si trovavano i due fondi speculativi ma nonostante questo, quattro giorni dopo il loro incontro segreto, nel corso di una conference call con gli investitori Cioffi, pur dichiarando che i risultati dei fondi speculativi erano in calo, sosteneva che non esistevano problemi di liquidità e di solidità strutturale. Il collasso e la conseguente chiusura dei due hedge fund sono avvenuti poco dopo e sono costati agli investitori 1,6 miliardi di dollari. Consapevole delle devastanti conseguenze che avrebbe avuto la sua condotta, Cioffi avrebbe inoltre ritirato due milioni di dollari che aveva investito di tasca propria in uno degli hedge fund della banca d’affari, senza comunicare - come prevedono dalle norme di disciplina regolamentare - la riduzione della propria esposizione. Sempre in mattinata, è arrivata la decisione della Sec (la Consob americana) di denunciare i due presso la corte federale di Brooklyn. Francesco Semprini