ItaliaOggi 20 giugno 2008, Franco Adriano, 20 giugno 2008
Le coop possono dargli di più. ItaliaOggi 20 giugno 2008 Non solo banchieri e petrolieri. La carta prepagata per la spesa e le bollette, che il governo consegnerà ai cittadini più indigenti, la pagheranno anche le coop
Le coop possono dargli di più. ItaliaOggi 20 giugno 2008 Non solo banchieri e petrolieri. La carta prepagata per la spesa e le bollette, che il governo consegnerà ai cittadini più indigenti, la pagheranno anche le coop. Il ministro Giulio Tremonti alias Robin Hood, infatti, dedica gli articoli 14, 15 e 16 (della sezione della manovra economica dedicata alla «perequazione tributaria») alle cooperative a mutualità prevalente e alle cooperative di consumo. Decidendo, per le grandi a mutualità prevalente, ossia per esempio le banche di credito cooperativo e le grandi cooperative edili, un prelievo secco annuale del 5% sugli utili (per due esercizi consecutivi). Questi soldi andranno ad alimentare il fondo che servirà per finanziare le card prepagate per la spesa e le bollette, che saranno destinate dal governo ai pensionati al minimo. Un fondo del Tesoro che secondo quanto sottolineato dallo stesso ministro ammonterà a circa 500 milioni di euro. Questa disposizione di carattere temporaneo, però, si applicherà soltanto alle coop che presentino in bilancio un debito nei confronti dei soci, superiore a 50 milioni di euro e superiore al patrimonio netto contabile comprensivo dell’utile e d’esercizio. Il punto è che trattandosi di una misura temporanea, non si interrompe la destinazione della quota del 3% che va ai fondi mutualistici che vengono gestiti direttamente dalle cooperative. Il prelievo a fini mutualistici, dunque, salirebbe così all’8% degli utili. Seconda decisione. Tremonti raddoppierà (o quasi) le tasse alle cooperative al consumo. Si può dire, dunque, posto che una parte di questo gettito andrà a finanziare gli sconti alimentari agli anziani poveri, che il ministro Robin Hood si è inventato una sorta di spesa proletaria proprio a danno delle cooperative di sinistra. Infatti, gli utili che concorreranno alla formazione del reddito imponibile passeranno da una quota del 30% (20% per quelle agricole) ad una soglia ben più elevata: il 55%. Una soluzione importante, considerato che fino al 2002 le cooperative non pagavano tasse sugli utili netti destinati a riserve indivisibili. Su questo ammontare le coop pagheranno le tasse. Occorrerà verificare quanto dei 500 milioni l’anno che costituiranno l’ammontare dei contributi dello Stato di supporto per le fasce deboli ed economicamente svantaggiate di cittadini proverrà proprio dalle coop. Il contributo si articolerà in tre misure. La prima è una carta prepagata del valore unitario di 400 euro per una platea di 1,2 milioni di beneficiari utilizzabile per sconti negli esercizi alimentari. La manovra prevede anche una tariffa elettrica sociale assegnata d’ufficio ai meno abbienti, con un valore del 20% della bolletta fino a 50-100 euro l’anno, secondo i consumi. Infine, sono previsti sconti garantiti dal settore privato (10% sugli acquisti effettuati con la carta) sulla base di convenzioni con le associazioni di categoria, come per esempio la Confcommercio. Infine, la terza decisione sul mondo delle coop. Aumenterà dal 12,5% al 20%, la ritenuta sugli interessi dei prestiti erogati ai soci. Si tratta in questo caso di una sorta di autofinanziamento delle cooperative assai sfruttato. I soci anziché consegnare i loro gruzzoli alle banche in genere li destinano alla cooperativa di appartenenza ricavandone un tasso superiore a quello praticato generalmente dagli istituti di credito. In cambio le coop ottengono dei finanziamenti a costi inferiori a quelli praticati dalle stesse banche. Anche questo meccanismo, secondo Tremonti, deve darsi una regolata. Resterà in piedi, ma sui prestiti erogati dai soci, la ritenuta sugli interessi delle coop passerà dal 12,5 al 20%. Franco Adriano