Mirella Serri La Stampa 19/6/08, 19 giugno 2008
Luigi XIII, che detestava il seno femminile, durante un banchetto a Poitiers, trovandosi al fianco una nobildonna dalla scollatura molto generosa, se ne stette tutto il tempo con il cappello calato sugli occhi
Luigi XIII, che detestava il seno femminile, durante un banchetto a Poitiers, trovandosi al fianco una nobildonna dalla scollatura molto generosa, se ne stette tutto il tempo con il cappello calato sugli occhi. Poi si riempì la bocca di vino e a tutta forza lo spruzzò nel balconcino dell’aristocratica, che svenne per l’oltraggio. *** Attualmente in Italia l’intervento di chirurgia estetica più richiesto è la mastoplastica additiva, con 50 mila impianti annuali (negli Stati Uniti sono 120 mila). Seguono le blefaroplastiche (interventi a occhi e palpebre) che toccano il traguardo delle 45 mila (un uomo su tre). *** Rossella Ghigi, nel libro «Per piacere. Storia culturale della chirurgia estetica» (Il Mulino) racconta che da sempre le donne cercano di farsi più belle, ad esempio le egizie davano alle coppe del seno la forma desiderata riempendole di mollica di pane ustionante, mentre le signore del Medioevo le riempivano di argilla oppure usavano rinforzi gonfiabili in caucciù, in fili di acciaio, in camoscio. I primi chirurghi estetici furono i monaci benedettini, specializzati in infiltrazioni di calce viva per la fronte, zolfo per schiarire le chiome, pece per epilarsi. Mentre l’italiano Gaspare Tagliacozzi, già alla fine del ’500, era pronto a por mano a bisturi e scalpello per ricostruire nasi scorticati dalla sifilide, trinciati dai fendenti, amputati ai rei di adulterio: prima una purga, e poi seghetto e «tanaglia» per strappare la pelle e ricucirla sul «labro della bocca» per coprire un naso di metallo. Negli Anni Venti del Novecento, a New York, si stendevano invece sul lettino del chirurgo le italiane per ridimensionare l’ampio «seno proletario», gli irlandesi per le «orecchie a pipistrello», i cittadini di colore in base al principio «The less you look like a Negro, the less you have to fight» («Meno sembri un negro, meno dovrai combattere»). *** Scarlett Johansson, gran sostenitrice della chirurgia plastica: «Non voglio diventare una vecchia vacca».