varie, 19 giugno 2008
BONIZZI
BONIZZI Cesare Offanengo (Cremona) 1946. Francescano dell’Ordine frati minori cappuccini. Noto come ”Frate Metallo” • «[...] tra i tanti preti che cantano e suonano, l’unico a entrare nel tempio della ”musica del diavolo”: il 29 giugno 2008 [...] a Bologna sul palco del festival ”Gods of Metal” per presentare in anteprima il suo ultimo disco, Misteri [...] Il vero mistero è capire come mai un uomo di 62 anni, dalla lunga barba bianca, con tanto di saio e sandali, decida di prendere la chitarra elettrica e suonare di fronte ai fan di Iron Maiden e Judas Priest. Il segreto forse sta dietro a quegli occhi azzurrissimi che hanno visto di tutto; prima di indossare il saio (a 29 anni) è stato agente di commercio; poi missionario in Costa D’Avorio e assistente spirituale per i tranvieri dell’Atm. ”Ed è qui che ho avuto la mia illuminazione” spiega lui. Per diffondere la sua parola, si serve di un sito ( www.fratecesare.com) completo di biografia e curriculum artistico. Ha inciso 15 dischi che spaziano dal rock più ruvido alla new age, i cui titoli (L’eucredo, Francesco come noi, Droghe, Via crucis Via lucis) indicano i temi delle sue canzoni, dall’amore alla famiglia, dalle fede ai problemi della droga. Ma con quella sua voce, che ricorda un po’ Augusto Daolio (lo scomparso leader dei Nomadi) frate Cesare non si era mai avvicinato al fuoco dell’heavy metal. Difficile infatti immaginare di avere un’illuminazione di quel tipo nella pace di un convento, nei pressi di Musocco (il cimitero di Milano), dove attualmente il religioso vive. Eppure il ”miracolo” è avvenuto, basta guardare il video girato nel 2007 sul palco di Gods of Metal: ”Non sono qui perché sono un frate, ma perché sono un metallaro” dice facendo il gesto delle corna; e aggiunge: ”Non benedirò nessuno perché questo è un luogo pieno di benedizione”. ”L’heavy metal non ha niente a che vedere con il satanismo. Io non uso la musica per far soldi, ma per diffondere i valori legati alla chiesa e se il linguaggio è duro è solo perché è lo è anche la realtà”» (Livia Grossi, ”Corriere della Sera” 19/6/2008).