Il Sole 24 ore 15 giugno 2008, Daniela Roveda, 15 giugno 2008
Usa, supercar a metà prezzo. Il Sole 24 ore 15 giugno 2008 Il concessionario W.I. Simonson, edificio pseudomoresco rosa confetto con colonnine e archetti, può vantarsi di essere il più esclusivo di Los Angeles
Usa, supercar a metà prezzo. Il Sole 24 ore 15 giugno 2008 Il concessionario W.I. Simonson, edificio pseudomoresco rosa confetto con colonnine e archetti, può vantarsi di essere il più esclusivo di Los Angeles. lì che le star di Hollywood vanno a comprarsi le Mercedes, è lì che Arnold Schwarzenegger ha comprato il gippone G5. «Proprio l’altro ieri ho venduto una SL 600 a Britney Spears, bianca come piace a lei, l’ha presa per il nuovo fidanzato, quel paparazzo... adesso non mi viene in mente il nome». John Halaka, consulente di vendita come si fanno chiamare i rivenditori di macchine di lusso a Los Angeles, snocciola i nomi dei suoi clienti famosi: Jim Belushi, Hillary Swank, Hillary Duff. Omette di parlare però dei comuni cittadini, muniti di passaporto estero, che hanno iniziato a fare la fila per comprare negli Stati Uniti macchine europee praticamente a metà prezzo, chi per uso personale, chi per rivenderle. Tra il dollaro basso e l’assenza di stringenti regolamenti nel settore al dettaglio, una SL 63 AMG decappottabile come quella di Britney Spears costa in California 139.665 dollari, ovvero 91.284 euro. La stessa identica macchina costa in Italia 147.191 euro, un differenziale di 65.499 euro: anche detraendo le spese di spedizione, dazi e costi di sdoganamento, l’immatricolazione in Usa, e le modifiche al motore richieste in Europa e magari anche il viaggio in California per fare l’affare con John Halaka - un totale che può arrivare al massimo a circa 15mila euro di spese - si parla di un profitto netto di 30mila, 40mila, in certi casi anche 50mila euro. Paradossale, ma vero. A un tedesco conviene venire in America a comprare una macchina tedesca. Conviene anche agli italiani, ai francesi, ai norvegesi e ai cinesi. Gli importatori di auto e tutti quelli che lavorano nel settore sfruttano spesso il differenziale di prezzo facendo girare macchine da una parte all’altra dell’Oceano a seconda dei movimenti dei cambi, ma oggi il divario tra prezzi americani e prezzi europei è diventato talmente ampio che questo tipo di grossolano arbitraggio praticamente senza rischio conviene anche ai singoli individui. «In questa valigetta ho una pila alta così di contratti di vendita a cittadini stranieri - dice Jerry Borja dal suo ufficio di concessionario Bmw su Santa Monica Boulevard, il viale che porta diritto alla costiera per Malibu -. Ormai da noi entrano famiglie intere, padre, madre e tre figli, e comprano una macchina a testa. Con il profitto si pagano una vacanza di un mese in America e si portano a casa magari 100mila euro netti». Più è cara la macchina, minore è in termini percentuali il costo del trasporto, e maggiore è il profitto unitario. Per esempio una Porsche 911 Carrera Cabriolet ha un prezzo di listino negli Stati Uniti di 94.100 dollari, l’equivalente di 61.100 euro, ma in Italia costa 105.819 euro, una differenza di prezzo di 44.719 euro. La Porsche 911 GT3 RS costa 124.900 dollari, ovvero 81.633 euro contro i 136.109 in Italia, un differenziale di ben 54.476 euro; detraendo il prezzo americano in euro dal prezzo italiano, il differenziale su una Maserati Gran Turismo ammonta a 39.557 (114.491-74.934), quello su una Aston Martin DB9 coupé a 56.237 euro (163.451-107.124) e infine quello su una Jaguar XKR-S V8 Coupé a ben 62.635 euro (119.301-56.666). Questi calcoli si basano oltretutto sui prezzi di listino nei concessionari più esclusivi di Los Angeles, ma ormai negli Stati Uniti la macchina si compra su internet a prezzi molto più bassi. Basta andare su siti come www.autobytel.com, riempire un formulario con il tipo di auto desiderata, incluso colore, interni e accessori, e questo broker online effettua una ricerca tra i concessionari di tutta l’America per trovare il prezzo più basso in assoluto. Il mercato dell’auto, in altre parole, è competitivo negli Stati Uniti quanto quello dei computer o delle macchine fotografiche digitali, e ciò spiega in parte il perché i prezzi Usa sono tanto più bassi che in Europa. Non ci sono dati ufficiali sulle esportazioni verso l’Europa di auto importate dall’Europa, ma una semplice ricerca su Google può dare una buona idea della dimensione del fenomeno: la parola chiave "trasporto auto Los Angeles-Italia" genera una cascata di siti - Shipmyvehicle.com, omegashipping.com, schumachercargo.com, move4u.com, autoshippers.com - che offrono preventivi gratis, tempi rapidi, consegne in tutto il mondo. Il numero di stranieri interessati a comprare una macchina europea negli Stati Uniti continua a crescere, ma appena sente parlare di spedizione in Europa, John Halaka, il rappresentante della Mercedes, si irrigidisce. «Facciamo finta che non ho sentito», dice sottovoce. Anche se ai concessionari americani conviene vendere agli stranieri, le case automobilistiche europee penalizzano spesso con multe salate coloro che consapevolmente vendono a chi vuole reimportare le macchine in Europa, al fine di proteggere i rivenditori europei. I concessionari americani per contratto non possono vendere macchine per l’export, ma non ci sono limiti sulle spedizioni di auto usate; basta quindi comprare la macchina in Usa, immatricolarla, e spedirla immediatamente in Europa. Tutto perfettamente legale. Legale ma senza il beneplacito dei produttori europei. «Se la Mercedes viene a sapere che vendiamo macchine a chi intende spedirle in Europa, non solo ci multa ma smette di rifornirci, insomma non ci manda più le macchine maggiormente richieste come le SL o le CL - spiega Halaka -. Per un concessionario cha ha il tipo di clientela che abbiamo noi, una clientela che non ama farsi dire di no, questo sarebbe disastroso». La Mercedes in particolare è nota per essere molto severa. La Bmw, invece, pare più comprensiva. «Se vuole, la metto in contatto con un broker alla dogana per facilitare la spedizione dal porto di Los Angeles», offre Jerry Borja. Per spedire una macchina singola infatti conviene rivolgersi a un broker che effettua spedizioni quando ha sufficiente merce per riempire un container. E gli affari per broker come la NYK Logistics, la Hudd Transportation, la Expeditors International o la Century Transportation - dice Jerry Borja - stanno andando a gonfie vele. Borja ha alle spalle dieci anni di esperienza nell’import-export di macchine, e assicura che l’idea della re-importazione di auto è buona e vantaggiosa. Pur non conoscendo i requisiti antinquinamento in vigore in Europa, Jerry Borja non crede che essi costituiscano un ostacolo. Prima di tutto ci sono meccanici capaci di apportare le modifiche necessarie per non più di 2-3mila dollari, e in ogni caso lui conosce molta gente che non ha mai cambiato niente e non ha mai avuto problemi. Certo la garanzia di una macchina disegnata per il mercato americano non vale in Europa; e il prezzo sul mercato dell’usato potrebbe essere più basso. «Ma il risparmio sul prezzo di listino è talmente alto che queste considerazioni hanno un peso veramente trascurabile», dice. Con orgoglio mostra la M6 - «è come guidare una macchina da corsa» - e la offre al prezzo "tiratissimo" di 120mila dollari, tasse comprese, ovvero 80mila euro. Un vero affare. «Ce ne arrivano solo tre al mese, e vanno a ruba - dice Jerry Borja -. Chi è interessato deve sbrigarsi prima che si formi la lista d’attesa». Fatti due rapidi calcoli, il differenziale tra il prezzo italiano di 126.051 euro e i 77.922 euro sufficienti a comprarla, chiavi in mano, a Santa Monica, è di 48.129 euro. Non male. Daniela Roveda