Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  giugno 17 Martedì calendario

Le tredicimila parole che inchiodano l’Europa. Libero 17 giugno 2008 1) Cos’è il Trattato di Lisbona? stato redatto per sostituire la Costituzione europea già bocciata nei referendum francese e olandese del 2006

Le tredicimila parole che inchiodano l’Europa. Libero 17 giugno 2008 1) Cos’è il Trattato di Lisbona? stato redatto per sostituire la Costituzione europea già bocciata nei referendum francese e olandese del 2006. Dopo un "periodo di riflessione" durato due anni, l’intesa è stata infine annunciata da quella Dichiarazione di Berlino con cui il 25 marzo 2007 la cancelliera tedesca Angela Merkel e l’allora Presidente del Consiglio Italiano Romano Prodi hanno espresso la volontà di sciogliere il nodo entro pochi mesi, in modo da consentire l’adozione del nuovo documento per il 2009: anno del rinnovo del Parlamento Europeo. Il 4 giugno 2007 è stato dunque presentato il nuovo testo di Costituzione Europea riscritto con mandato non ufficiale dal cosiddetto Gruppo Amato: 70 articoli e 12.800 parole, al posto dei 448 articoli e 63.000 parole della Costituzione sospesa nel 2005. Il 23 giugno 2007 il Consiglio Europeo ha raggiunto l’accordo presentato il 24 luglio 2007 alla settima Conferenza intergovernativa. Un gruppo di esperti giuridici ha poi presentato un testo il 2 ottobre 2007. Limate dal Consiglio Europeo del 18 ottobre 2007 le ultime divergenze, tra cui quella dell’Italia che non accettava un eurodeputato in meno di Regno Unito e Francia, il Trattato è stato approvato ufficialmente lo stesso 18 ottobre 2007 nel vertice informale di Lisbona ed è stato firmato dai capi di Stato e di Governo dell’Ue il 13 dicembre 2007, a Lisbona. 2) Qual è la differenza tra il testo originario della Costituzione Europea e le modifiche del Trattato di Lisbona? Non c’è più un nuovo Trattato ma sono semplicemente riformati i due Trattati precedenti: quello sull’Unione Europea e quello istitutivo della Comunità Europea, ridenominato Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea. In più vi vengono aggiunti la Carta dei diritti fondamentali e il Trattato Euratom. In pratica, si cerca di ottenere risultati analoghi senza fare riferimento a un concetto di "Costi tuzione Europea" che è risultato ostico a sensibilità nazionali già duramente esacerbate per quelle che sono state considerate, le conseguenze negative della perdita di sovranità in campo monetario conseguenti all’istitu zione dell’Euro. Per lo stesso motivo è stato tolto anche il riferimento a simboli europei come bandiera e inno. Il Ministro degli Esteri europeo è stato ribattezzato "Alto rappresentante per la politica estera e sicurezza comune", pur col potere rafforzato di vicepresidente della Commissione. Si è chiarito che "il travaso di sovranità" può avvenire non solo tra Stati membri e Ue, ma anche in senso inverso. Si sono aumentati i poteri dei Parlamenti nazionali. Regno Unito e Polonia hanno ottenuto una clausola di esclusione rispetto alla Carta dei diritti fondamentali. Regno Unito e Irlanda hanno ottenuto che chiunque possa chiedere l’esenzione da decisioni a maggioranza nel settore "giustizia e affari interni". Si chiarisce che la Politica estera e di sicurezza comune (Pesc) non può pregiudicare la politica estera dei singoli Stati membri. Su richiesta francese, la concorrenza da obiettivo fondamentale dell’Unione passa a materia di un protocollo aggiuntivo. introdotta la possibilità di recedere dall’Ue. 3) Quali sono le critiche che vengono fatte al Trattato di Lisbona? I federalisti europei più accesi deplorano il venir meno di tutta la simbologia "statualista", come inno, bandiera, dichiarazione dei diritti e il termine stesso di Costituzione. Viceversa il think tank euroscettico Openeurope ha accusato il Trattato di essere al 96% alla Costituzione affondata dai referendum francese e olandese; ciò, in paradossale sintonia con un euroentusiasta storico come Valery Giscard d’Estaing, secondo cui le modifiche sono pura cosmesi il cui risultato è solo di rendere il testo meno comprensibile. 4) Perché l’Irlanda ha sottoposto a referendum popolare la ratifica del Trattato di Lisbona? L’impatto del Trattato di Lisbona sulla legislazione nazionale comporta una modifica dell’articolo 29 della Costituzione irlandese, e la stessa Costituzione stabilisce espressamente che ogni revisione costituzionale va approvata per referendum. Dunque, tecnicamente gli irlandesi non hanno bocciato il Trattato in senso stretto, ma il suo impatto sull’ordinamento nazionale. Infatti anche il Trattato di Nizza del 2001 fu sottoposto a due referendum: il primo nel 2001 che lo bocciò; il secondo nel 2002, che invece lo approvò dopo alcune modifiche. Anche la Costituzione Europea avrebbe dovuto essere sottoposta a referendum, se non fosse stata cassata prima dagli elettorati di Francia e Paesi Bassi. 5) Perché l’Irlanda ha votato no? In realtà il governo e la maggior parte dei partiti erano a favore. Ma si è imposta un’eteroge nea coalizione composta da: sinistre critiche dell’"Europa dei Banchieri" (un’ala dei partiti laburista e verde, Attac, marxisti-nazionalisti del Sinn Féin, trotzkysti; anarchici); liberisti timorosi che l’Ue potesse intralciare il regime fiscale che ha attratto i capitali americani propiziatori del recente boom economico della "Tigre Celtica" (è vero: assieme ai fondi strutturali europei...); cattolici timorosi delle possibili conseguenze pro-aborto e pro-gay della Carta dei Diritti. Inoltre era diffuso il timore che la Pesc compromettesse la tradizionale neutralità di questo Paese nato proprio con una rivolta contro la leva imposta dagli inglesi nella Prima Guerra Mondiale, e che è poi rimasto fuori sia dalla Seconda Guerra Mondiale che dalla Nato. 6) Perché l’Italia non ha votato un referendum del genere? All’opposto di quella irlandese, la Costituzione italiana vieta espressamente i referendum sui trattati internazionali. In passato però sono stati da noi tenuti referendum con finalità pro-europeiste, col semplice escamotage di classificarli come "consultivi". 7) Che succederà ora? Il no irlandese viene dopo che 18 Paesi avevano già approvato la ratifica con semplice voto dei rispettivi parlamenti. Dal momento che il Trattato di Lisbona era già una sorta di "Piano B" dopo la bocciatura della Costituzione Europea, l’idea è ora di andare avanti con chi ci sta, sull’assunto che «800.000 irlandesi non possono bloccare l’Europa». Domani voterà la Camera dei Lord, per luglio è attesa l’appro vazione belga e cipriota, entro l’estate quella italiana, per ottobre quella spagnola, per novembre quella svedese, entro l’autunno quella olandese. C’è però il rischio di una seconda bocciatura nella Repubblica Ceca, anche se lì per sentenza della locale Corte Costituzionale. Si prevede che l’entrata in vigore dovrà slittare per lo meno di un anno, rispetto alla data originariamente prevista del primo gennaio 2009. Ma in realtà non si sa ancora come verrà risolto il sopravvenuto nodo irlandese, anche se il governo di Dublino ribadisce di voler «restare nel cuore dell’Europa». MAURIZIO STEFANINI