Il Giornale 1 giugno 2008, Pamela Dell’Orto, 1 giugno 2008
Un concerto da camera. Anzi da salotto. Il Giornale 1 giugno 2008 Prima di finire di nuovo ai domiciliari
Un concerto da camera. Anzi da salotto. Il Giornale 1 giugno 2008 Prima di finire di nuovo ai domiciliari. Pete Doherty, leader della band inglese Babyshambles nonché ex fidanzato «maledetto» di Kate Moss, già organizzava concerti in casa. Incassando cifre da capogiro, pur senza rispettare gli orari (ma questa è un’altra storia), ma soprattutto senza muoversi dal proprio soggiorno. Riuscendo, insomma, a rendere trasgressiva e trendy allo stesso tempo la formula dell’«house concert». Molto diffuso in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, il «concerto da salotto» - esibizione «live» di solisti o band in case private davanti a un pubblico molto ristretto - è arrivato di recente anche in Italia. E pare che, anche da noi, sia destinato a diventare un fenomeno di costume. Il primo a sperimentarne la formula è stato il cantautore di «alternative rock» Paolo Benvegnù, che qualche anno fa per lanciare un suo album ha fatto un tour promozionale in giro per le case degli italiani. L’ultimo è stato Simone Cristicchi, che lo scorso 18 maggio ha tenuto un concerto in forma privata in un appartamento di Firenze. Niente cifre da capogiro per il vincitore di Sanremo 2007, ma un pizzico di mistero ha fatto sì che l’evento fosse davvero atteso dai fan. Sulla falsa riga dei «guerrilla gigs», i «concerti a sorpresa» inglesi, l’indirizzo è stato svelato solo all’ultimo minuto. Tramite sms. A organizzare la serata Claudio Ripoli, fondatore insieme a Paola Iafelice dell’associazione «Salotto Live». Sede a Firenze e contatti un po’ in tutta la Penisola. «Salotto Live» è stata la prima a importare in Italia la formula degli «house concert», curandone l’organizzazione e la direzione artistica. «Li organizziamo a casa di chiunque volglia ospitarci. Unica regola: il soggiorno deve essere in grado di contenere dalle 30 alle 50 persone». Tutte, nemmeno a dirlo, super-selezionate, altrimenti sarebbero guai. Firenze, Milano e Roma, ma anche Genova, Torino e altre città: le porte degli appartamenti iniziano ad aprirsi alla musica. La voce gira sul web, e poi si diffonde tramite il passaparola. Le serate di «Salotto Live» sono ormai una garanzia, come una garanzia sono i musicisti che rappresentano. Da Simone Cristicchi che, racconta Ripoli, «ha voluto a tutti i costi fare un concerto con noi, affascinato dai nostri precedenti concerti live», fino a Micol Barsanti e Saturnino - artisti che collaborano con Jovanotti - che di recente hanno suonato a Milano. Anche le attrezzature, fornite dall’associazione, sono professionali. L’organizzazione, infine, è semplice e lineare: i biglietti (che possono arrivare a un prezzo massimo di 40 euro) si acquistano solo sul web e solo il giorno prima dell’evento, l’indirizzo viene comunicato all’ultimo, ma il sito (www.salottolive.com) programma già in anticipo tutti gli appuntamenti. Il padrone di casa mette a disposizione, oltre al soggiorno, anche la cucina, perché poi, dopo l’esibizione «a cui si assiste in religioso silenzio - spiega Ripoli - scatta la cena, un momento conviviale dove gli invitati si possono conoscere». Ed è proprio la cena il momento più divertente della serata, perché qui c’è un vero scambio di idee, oltre che un contatto diretto con gli artisti. Certo, i più colti penseranno che i concerti «a domicilio» non siano proprio una novità. E citeranno la musica da camera: le sonate di Mozart, i quartetti d’archi di Beethoven, nati proprio per essere eseguiti nei raffinati salotti nobiliari del Sette-Ottocento. Gli stessi che la Kermesse di classica «Printemps des Arts» contunua a portare nelle case del Principato di Monaco ogni primavera. Gli stessi che continuano ad essere suonati nei salotti di diversi appassionati della classica, da Milano a Napoli. Gli «house concert» contemporanei parlano però linguaggi diversi. E si rivolgono a un pubblico diverso, eterogeneo, di varie estrazioni culturali, che va dai giovanissimi ai trenta-quarantenni e oltre. E promuovono gruppi che provengono da realtà indie rock (il rock indipendente inglese), acustic pop, o comunque sempre da generi sperimentali. Spesso emergenti, queste band sono quasi sempre di nicchia e poco conosciute dal grande pubblico. E appartengono proprio al rock indipendente i gruppi che l’associazione «2 Roads», organizza negli appartamenti dei milanesi. I ragazzi di «2 Roads» propongono anche serate per promuovere i lavori di nuove band o solisti come Roberto Dell’Era. Sempre e rigorosamente in casa, dove spesso allestiscono anche mostre. E dove ogni invitato porta qualcosa da bere o da mangiare, perché anche qui poi, una volta finita l’esibizione, scatta il dopo-concerto. Il bello di queste serate «casalinghe»? «Interagisci con un sacco di gente, che poi magari non vedrai mai più, e c’è un clima stupendo», si legge su un blog dedicato ai concerti a domicilio. Senza contare il rapporto diretto che si instaura fra pubblico e cantante, e l’atmosfera magica che si crea intorno all’evento. Niente momento conviviale invece per gli esperimenti fatti dalla rete radiofonica della Bbc e dalla nostra Mtv, che hanno basato alcuni concerti sull’effetto sorpresa. Se qualche tempo fa la rete britannica aveva fatto trovare a casa di una fan degli Oasis Noel Gallagher in persona, Mtv dall’Italia ha pensato di rilanciare e «allargare» la cosa. Ha coinvolto i giovanissimi fan di due gruppi italiani emergenti, i Finley e Le Mani, organizzando un concorso fotografico. Il premio erano proprio loro: le due band in carne e ossa, spedite a suonare negli appartamenti dei due vincitori. Strategie di marketing? Sicuramente. Ma anche il segnale che qualcosa sta cambiando. Che il concerto «a domicilio» sta diventando una vera e propria tendenza, anche in Italia, dove tutte le mode arrivano in ritardo. Ma anche qualcosa che fa parte di un nuovo stile di vita. In un mondo dove spesso a contare sono solo le apparenze, e i grandi numeri, si inizia a tornare a una vita più rilassata, più intimistica. E lontana dal clamore. Pamela Dell’Orto