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 2008  giugno 17 Martedì calendario

La prima vettura della Ferrari fu la 125 da 1,5 litri prodotta nel 1948 ed alimentata dal V-12 progettato da Colombo, un motore tecnologicamente all’avanguardia

La prima vettura della Ferrari fu la 125 da 1,5 litri prodotta nel 1948 ed alimentata dal V-12 progettato da Colombo, un motore tecnologicamente all’avanguardia. Durante la fase di sviluppo di questo motore, l’alesaggio fu gradualmente aumentato per ottenere una potenza maggiore; inizialmente fu potenziato a 1,9 litri nella 159, a 2,0 litri nella 166 del 1948 e infine a 2,4 litri nella 195 del 1950. La 212 da 2,6 litri fu lanciata al Motor Show di Bruxelles nel 1951. Le carrozzerie della 212 furono realizzate dalla Ghia, dalla Vignale, dalla Touring e da altri carrozzieri e divenne la base per la prima creazione di Pinin Farina su un telaio Ferrari. L’incontro tra Battista ”Pinin” Farina ed Enzo Ferrari, ebbe luogo a Tortona, a metà strada tra lo stabilimento Ferrari di Maranello e la sede di Torino di Farina, poiché nessuno dei due uomini volle lasciare all’altro il privilegio di ospitare l’evento. Grazie a questo incontro, ebbe inizio quel rapporto professionale che avrebbe prodotto alcune delle vetture più spettacolari di tutti i tempi. Il figlio di Farina, Sergio, ricorda così quell’incontro: ”Allora avevo venticinque anni ed una passione sconfinata per le gare automobilistiche. Mio padre era stato un pilota e mio cugino Nino Farina era Campione Mondiale di Formula 1, quindi la nostra famiglia aveva le corse nel sangue. Per me, la Ferrari era simbolo di vittoria e dell’eccellenza del settore automobilistico italiano e desideravo ardentemente farne parte. Non è difficile immaginare come mi sentii quel pomeriggio, quando mio padre, tornando a Torino, senza mai togliere gli occhi dalla strada nemmeno per un momento, mi mise a conoscenza della sua decisione: ”D’ora in poi sarai tu ad occuparti della Ferrari, dalla A alla Z. Progettazione, meccanica, tecnologia, costruzione – tutto il pacchetto!’ – Ero al settimo cielo dalla felicità.” La Ferrari 212 fu prodotta tra il 1951 e il 1953 con oltre 100 esemplari realizzati. Questa serie includeva la 212 Export, i cui numeri di telaio erano caratterizzati dal suffisso EL (Export Lungo) e la 212 Inter, che aveva invece la sigla EU in fondo al numero di telaio, che stava per ”Europa”, una designazione destinata ad alcune delle ultime 212 Inter. La Ferrari 212 ebbe un successo immediato nelle competizioni. Nel 1951, Vittorio Marzotto vinse il Giro di Sicilia guidando una di queste vetture, una 212 Export con numero pari. La Coppa Inter Europa fu vinta da Luigi Villoresi, mentre Gianni Marzotto vinse la Coppa Toscana, ancora una volta alla guida di una 212 Export con numero pari. Tuttavia, la vittoria più importante fu, senza dubbio, la Carrera Panamericana del 1951. Le vetture erano guidate da Luigi Chinetti e Piero Taruffi, che si classificarono primi, e da Alberto Ascari e Luigi Villoresi, che si classificarono secondi. Le vetture erano state iscritte da Franco Cornacchia ed erano gestite dal Centro Deportivo Italiano. Questa doppietta ebbe un enorme effetto promozionale presso il ricco mercato nordamericano. Gli affari dell’importatore principale, Luigi Chinetti, andarono di bene in meglio. La Ferrari 212 Inter Europa qui presentata, telaio numero 0265 EU, fu acquistata nuova dal regista Roberto Rossellini come regalo alla moglie, la star del cinema Ingrid Bergman, in occasione del loro anniversario di matrimonio. Rossellini era uno dei registi più importanti del cinema neorealistico italiano. Il suo amore per il cinema lo aveva accompagnato fin da ragazzo, quando suo padre aveva costruito la prima sala cinematografica di Roma, dando così al giovane Rossellini la possibilità di accedere indisturbato a tutte le proiezioni. Nel 1948 il regista ricevette una lettera da una famosa attrice straniera con una proposta di collaborazione. Gentile Sig. Rossellini, Ho visto i Suoi film ”Roma, città aperta” e ”Paisà” e mi sono piaciuti molto. Se dovesse aver bisogno di un’attrice svedese che parla inglese molto bene, che non ha dimenticato il tedesco, con un francese poco comprensibile e che in italiano sa dire solo ”ti amo”, sono pronta a fare un film con Lei. Ingrid Bergman Con questa semplice lettera iniziò una delle storie d’amore più famose della storia del cinema. Roberto Rossellini ed Ingrid Bergman erano molto amici di Enzo Ferrari. In una conversazione con Enzo, Ingrid disse, riferendosi al suo ordine per una 212 Inter personalizzata, ”Invece di comprarci un nuovo appartamento, ci prendiamo una nuova Ferrari con un bagagliaio più grande.” Ingrid fu entusiasta della sua nuova 0265 EU e la chiamò la sua ”Bimba Ruggente”. Dopo la consegna della loro 212 a Roma, Rossellini e la Bergman la guidarono verso nord, attraversando le Alpi al confine tra l’Italia e la Svizzera per recarsi in Germania e presero un traghetto per la Danimarca. Infine arrivarono al Grand Hotel di Stoccolma alle 3:00 del mattino; il giorno dopo la Bergman ricevette un premio cinematografico. Senza limitarne l’uso al semplice trasporto personale, nell’agosto del 1953 Rossellini guidò la 0265 EU in occasione della VII edizione della Stella Alpina. La vettura fu spedita in America nel 1959 e nel 1980 fu venduta a Bob Smith, che la sottopose ad un restauro completo. John Ridings Lee del Texas l’acquistò nei primi anni ”90 e successivamente la vendette ad Erich Traber di Berna, Svizzera. La vettura con telaio n° 0265 EU è stata sottoposta ad un accurato restauro che le ha restituito i colori originali, grigio su nero, ed ora è pronta per partecipare agli eventi più prestigiosi dedicati alle Ferrari d’epoca. La vettura è corredata di documentazione completa relativa al restauro, effettuato in Germania, e di copi del documento di prima immatricolazione intestato allo stesso Roberto Rossellini. Parte del dossier storico contiene una serie di foto del primo viaggio nel quale Roberto Rossellini e Ingrid Bergman condussero la vettura fino in Svezia. Aggiudicarsi una delle primissime vetture prodotte da Ferrari è un’occasione rara e lodevole, ma è difficile immaginarne una più affascinante di questa ”Bimba Ruggente” appartenuta ad Ingrid Bergman, vincitrice di tre Oscar.