Maurizio Ricci, la Repubblica 15/6/2008, 15 giugno 2008
Nel suo ultimo rapporto mensile sul petrolio, uscito la settimana scorsa, l´Aie spiega che "in realtà, questi prezzi anormalmente alti sono largamente spiegati dai fondamentali": la produzione di petrolio cresce, ormai, solo marginalmente, la domanda rallenta, ma, in Asia, continua a correre e le capacità di riserva, per far fronte a picchi di richiesta, sono ridotte a meno di 2 milioni di barili al giorno, contro i quasi 6 milioni di barili del 2002
Nel suo ultimo rapporto mensile sul petrolio, uscito la settimana scorsa, l´Aie spiega che "in realtà, questi prezzi anormalmente alti sono largamente spiegati dai fondamentali": la produzione di petrolio cresce, ormai, solo marginalmente, la domanda rallenta, ma, in Asia, continua a correre e le capacità di riserva, per far fronte a picchi di richiesta, sono ridotte a meno di 2 milioni di barili al giorno, contro i quasi 6 milioni di barili del 2002. Su questa situazione si innesta la speculazione e, ad aiutarla, non ci sono solo norme accomodanti. C´è il calo del dollaro. Secondo la Fed di Dallas, la discesa della moneta in cui viene pagato il greggio spiega, da sola, almeno un terzo dei 60 dollari di aumento che il barile ha spuntato dal 2003 al 2007. E poi ci sono i tassi d´interesse. I drastici tagli operati dalla banca centrale Usa, oltre a deprimere il dollaro, hanno portato i tassi reali, al netto cioè dell´inflazione, sotto zero, fornendo alla finanza internazionale denaro gratis per speculare sul greggio. Solo che, per i leader dei G8, prendere di petto la Fed è più difficile che puntare il dito contro gli hedge funds.