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 2008  giugno 16 Lunedì calendario

PESCATORI

PESCATORI Max (Massimiliano) Milano 1971. Giocatore di poker. Professionista (premi per qualche milione di dollari). «[...] Il soprannome ”The italian pirate” gli è stato dato quando ha vinto il primo braccialetto, trofeo dei ”Mondiali”, nel luglio 2006, lo stesso giorno in cui l’Italia vinceva il suo in Germania. Al tavolo finale s’era presentato con la maglia azzurra e una bandana tricolore. diventato talmente un personaggio che negli Usa è stato protagonista di un fumetto e un videogame. […]» (Fabio Bianchi, ”La Gazzetta dello Sport” 16/6/2008). «[...] è nato in una famiglia povera dell’hinterland milanese. Dopo aver fatto il servizio militare nei carabinieri e aver lavorato in un supermercato, scriveva recensioni su una rivista di videogiochi. Ma la sua vera passione erano le carte, fin da quando a dieci anni era arrivato secondo al torneo di scopone dell’oratorio in coppia con il padre. E così dopo partite a poker caserecce, scommesse sul biliardo, Max decise di andare a Las Vegas, il paradiso di tutti gli scommettitori. ”Ma dove vuoi andare - gli dicevano gli amici - che manco conosci una parola d’inglese”. Lui non li ha ascoltati. Come in un film di Altman ha venduto la sua auto, si è licenziato per intascare la liquidazione, ed è partito per il deserto americano, dove tanti sogni muoiono al tavolo verde. A lui è andata meglio, perché nel Nevada si è trovato bene, e ha deciso di trasferirsi laggiù, ignorando gli accorati richiami dei genitori a tornare a Milano, e mettere la testa a posto. Tra una poker room e l’altra ha conosciuto professionisti del poker che gli hanno dato una mano a non essere un pollo, soprattutto Jennifer Harman, una delle migliori giocatrici al mondo, che gli permetteva di guardarla mentre giocava spavalda nel Bellagio, uno dei casinò più famosi di Las Vegas. E mentre si faceva le ossa con i bluff, lavorava part time, perché nel poker, come nella vita, occorre la pazienza, la perseveranza, l’umiltà. E chi non conosce il valore del denaro, sudato lavorando, raramente sa cavarsela anche con le carte in mano. Lentamente sono arrivati i risultati. I dollari che si moltiplicavano grazie alle puntate. Alla fine il grande salto nei tornei, quelli dove girano montepremi che ti cambiano il destino. E Max ha cominciato a vincere. Los Angeles, Atlantic City, Las Vegas. Fino alla vittoria, nel 2006, sempre in una delle prove del mondiale delle Wsop. [...]» (Davide Federici, ”La Stampa” 16/6/2008).