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 2008  giugno 13 Venerdì calendario

E ora Wall Street investe miliardi in campi e fattorie. La Stampa 13 giugno 2008 Food is gold», il cibo è oro, titolava alcuni giorni fa il New York Times

E ora Wall Street investe miliardi in campi e fattorie. La Stampa 13 giugno 2008 Food is gold», il cibo è oro, titolava alcuni giorni fa il New York Times. E lo è sempre di più, stando ai listini della Chicago Board of Trade, la borsa mondiale delle commodities agricole, che segna giornalmente un nuovo record delle quotazioni di grano, mais, riso, semi di soia. Così i prezzi all’ingrosso e al dettaglio salgono alle stelle. Gli esperti, per spiegare questa tendenza, chiamano in causa l’aumento della popolazione e lo sviluppo economico di Cina e India, il clima e gli scarsi raccolti degli ultimi anni, la crescita della domanda derivante dai biocarburi (Bill Gates nel 2007 ha scelto di investire in questo settore 84 milioni di dollari). E, soprattutto, le speculazioni finanziarie. Il «business verde» sta attirando montagne di denaro. Nel 1998 gli investimenti finanziari raggiungevano i 10 miliardi di dollari, oggi superano i 140. Vi puntano tutti: gli investitori istituzionali (leggi hedge fund), ma ora anche i privati, attraverso gli exchange-traded commodities (Etc), quei fondi che replicano l’andamento delle materie prime. E che anche in Italia, a Piazza Affari, dove hanno debuttato poco più d’un anno fa, stanno acquisendo sempre più appeal (a marzo il record di contratti medi giornalieri, 947, per 8,5 milioni di euro). I grandi investitori, però, hanno scoperto anche una nuova frontiera. Sono andanti oltre i futures (secondo alcuni analisti, i finanzieri d’assalto deterrebbero già i diritti su due raccolti completi di grano rosso negoziato a Chicago), e le speculazioni finanziarie pure, che fanno già parlare di bolla commodities, dopo quelle immobiliare e dei derivati (e petrolio?), e sono scesi direttamente sul campo. Anzi, sui campi. Nel senso che stanno rastrellando in tutto il mondo terreni agricoli e fattorie. Oltre a silos, fertilizzanti e navi per il trasporto delle rinfuse. I guru di Wall Sreet e della City stanno passando al setaccio le praterie del Canada e del Midwest Usa. Le pampas argentine. Le pianure britanniche, dove, secondo la Royal Istitution of Chartered Surveyors, il valore dei terreni agricoli è salito del 38% nella seconda metà del 2007, mentre negli States per il Department of Agricolture l’incremento è stato del +13%; e dove quest’anno i prezzi cresceranno ancora, almeno del 10-20%. Ma sbarcano anche nell’Africa sub-saharaiana, che offre ettari a buon prezzo, varietà di microclimi tali da consentire la diversificare delle colture, braccia per pochi dollari e una sufficiente logistica - strade e linee marittime. Esempi? Tre grandi fondi, tra i quali il gigante americano BlackRock, hanno varato tre distinti piani per centinaia di milioni di dollari. Whitebox Advisors di Minneapolis ha appena acquistato da ConAgra e Cargill una serie di silos per una capacità complessiva di 36 milioni di bushel grano. Calyx Agro, divisione del colosso Louis Dreyfus Commodities, sta comprando insieme ad altri grandi investitori come Aig Investments alcune decine di migliaia di acri in Brasile. Ospraie Special Opportunity Fund sta mettendo mano su 66 silos grano dalla capacità di 110 milioni di bushel, in vendita da ConAgra per 2,1 miliardi di dollari. Emergent Asset Management di Londra ha un piano che prevede d’investire da 450 a 750 milioni di dollari in fattorie africane. Diceva Henry Kissinger: «Chi controlla il cibo controlla la gente». FABIO POZZO